LEATHERETTE – Delusional

Un inno alla voglia di ballare e di tornare a casa senza salutare. Un brano che parla dell’essere innamorati e cattura la tensione agrodolce tra il sentirsi fuori posto e la voglia di appartenervi, la lotta per integrarsi nel mondo di chi si ama. Sotto il suo ritmo frenetico e trainante si nasconde il desiderio irrequieto di entrare in contatto con una persona e di sentirsi desiderati.

Un brano che getta un ponte tra epoche e generi, fondendo l’alt-rock degli anni ’90 (che ricorda i Sonic Youth) alle influenze contemporanee che strizzano l’occhio all’hip-hop e alla musica elettronica (come gli Sleaford Mods e i Mount Kimbie). Il ritmo serrato e ipnotico e l’armonia ripetitiva fanno venire voglia di ballare, ma l’energia iniziale prende una piega inaspettata quando la canzone esplode in un assolo di chitarra di ispirazione grunge che sconvolge tutto. Altrettanto bruscamente termina, lasciando l’ascoltatore ad interrogarsi su ciò che resta e su ciò che sarebbe potuto essere.

Le strofe, pronunciate in modo crudo, diretto, quasi parlato, rappresentano i pensieri senza filtri di un dialogo interiore. Mentre i ritornelli assumono il ruolo di una voce fuori campo, quella del subconscio, esponendo emozioni più profonde e meno articolate.

“Delusional” è il secondo dei due brani (il primo è stato “Itchy”, uscito il 24 gennaio scorso e subito trasmesso da Iggy Pop nel suo programma “Iggy Confidential” su BBC Radio) pubblicati tra l’uscita di “Small Talk” – il disco che ha consacrato la band bolognese come uno dei progetti più originali e interessanti della scena musicale italiana – e l’inizio del loro tour in Europa e UK, prima di mettersi al lavoro sul nuovo album.

Due brani che, dopo aver collaudato dal vivo, il gruppo ha deciso di registrare con mezzi casalinghi, in modalità DIY, in maniera del tutto spontanea, in camere disordinate e con strumenti cheap (ne hanno usati anche di nuovi e improbabili, come mandolino e bouzouki), come fossero short stories o cortometraggi. 

Il risultato è poi stato poi affidato al mixaggio di Chris Fullard (Idles), che li ha trasformati in due nuovi anthem, grazie anche al master di Maurizio Baggio (The Soft Moon, Boy Harsher). 
Formato: Digital 
LabelBronson Recordings
Publishing: HOODOOH
Distribuzione: Universal Music Italia / Virgin LAS Music
Ufficio stampaPress is More 

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.