Marta Cagnola / Simone Fattori – Musicarelli. L’Italia degli anni ’60 nei film musicali
Molti della mia generazione (1961) sono cresciuti con i Musicarelli.
Prima da molto piccoli, poi da più grandicelli e infine, negli anni Ottanta, cercando di cogliere in quel marasma, scampoli dei tanto amati dell’epica/epoca Sixties (vedere in azione Motowns, Rcoky Roberts, Lola Falana, i primitives, i Rokes, tra i tanti, era particolarmente interessante e istruttivo, in epoca pre You Tube). All’inizio nei cinema parrocchiali e poi nelle tv private.
“Se nella sale di prima visione, quelle delle grandi città, il musicarello non fa registrare numeri elevatissimi, nei successivi passaggi alle seconde e terze visioni, nei capoluoghi di provincia e nei piccoli centri. compresi i passaggi successivi nelle sale parrocchiali, si registrano sempre incassi notevoli.
Un centinaio di titoli usciti tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Settanta, dalla trama esile, inframezzata da siparietti comici ma soprattutto dalle canzoni dei/delle protagonisti/e (che spesso davano il titolo al film).
“Il film musicale è un film che non sfrutta soltanto le canzoni, che sono fini a se stesse ma è un film completo in tutti i suoi punti. Nei punti comici, patetici, drammatici e umoristici, naturalmente”. (Aldo Grimaldi)
Il libro analizza il fenomeno, elenca e commenta (con tanto di locandina) tutti i film, raccoglie varie testimonianze inedite in relative interviste (Rita Pavone, Al Bano, Shel Shapiro, Mal, tra i vari protagonisti), conferma come l’ambito ebbe enorme successo, soprattutto economico (a fronte di investimenti modesti e produzioni minimali).
Parteciperanno attori famosi e future star (da Totò a Terence Hill, Nino Taranto, Paolo Villaggio etc).
“Il musicarello ha rappresentato negli anni Sessanta anche una palestra nella quale si sono formati molti attori destinati successivamente al grande successo di pubblico.”
C’è tutto l’immaginario del fenomeno e l’approfondimento necessario a comprenderlo, senza esaltazioni inopportune o revivalismi improbabili.
“Un unico grande film, pieno di musica popolare, di facce entrate nell’iconografia italiana, di comicità semplice, di storie romantiche e travagliate, ma che con candida ingenuità ci raccontano come è cambiata la società italiana tra il 1960 e 1970”.
“Il linguaggio ideale per raggiungere il pubblico dei giovani è veloce, leggero, energico ma anche romantico e sognatore.
Il tono deve essere divertente anche comico ma deve contenere un messaggio ecumenico che non disturbi troppo la borghesia cattolica impegnata a produrre e guadagnare.
Un linguaggio innocuo insomma, che contenga talmente tanti messaggi da non contenerne alcuno e con un solo obiettivo: vendere.
Biglietti del cinema, 45 giri delle canzoni, serate degli artisti, la loro faccia e le loro vite sulle riviste.”
Marta Cagnola / Simone Fattori
Musicarelli. L’Italia degli anni ’60 nei film musicali
Vololibero Edizioni
250 pagine
26.50 euro
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