S.U.M.O. – What a Night to be Alive
Nel mix di grunge, stoner, hard rock si avvertono chiari gli echi di Queens of the Stone Age, Rage Against the Machine, i primi Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam.
Nel mix di grunge, stoner, hard rock si avvertono chiari gli echi di Queens of the Stone Age, Rage Against the Machine, i primi Red Hot Chili Peppers, Pearl Jam.
Un lavoro duro e crudo, chitarre distorte con melodie vocali originali e ricercate, influenze che attingono da grunge (Pearl Jam, Nirvana, Alice in Chains), stoner e hard rock, con riferimenti che arrivano fino al prog dei primi Settanta.
Buona la scrittura di musica e testi e l’approccio esecutivo, sincero e urgente.
Il tema della violenza sulle donne è purtroppo dolorosamente attuale: se ne è parlato e se ne parla ampiamente, senza che, però, si trovi una soluzione concreta.
Esordio convincente che guarda insistentemente agli Novanta grunge, virati verso una dimensione pop e autorale, tra Timoria e Pearl Jam, in una sorta di viaggio nelle vite di varie persone.
Dall’hardcore punk al grunge, dall’alternative al nu metal troviamo di tutto.
Sonorità distorte, dure, abrasive, figlie di grunge (in particolare) e alternative rock, carattertizzati da potenza chitarristica, ritmiche penetranti, una voce che gioca sui toni alti, coadiuvata da buone melodie.
Il sound si mantiene duro e distorto, vicino alle istanze di grunge e stoner e che a tratti richiama i nostri Verdena e non disdegna occhiate al prog.
Sound arrembante, aspro, di chiara matrice grunge ma che attinge anche da marcate linee melodiche, da tratti emo, da band nostrane come Le Vibrazioni e Afterhours.
La band romagnola guarda con tutta evidenza alla lezione del grunge (Nirvana in primis) degli anni Novanta, soprattutto a livello compositivo .
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