Marzo 2025. Il riassunto del mese
Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.
Nel mese di marzo 2025 abbiamo recensito 40 album e presentato 144 video.
Nel 2025 abbiamo recensito 147 ALBUM e presentato 341 VIDEO
ALBUM
20 MINUTES – Sucks
Fulminante album (12 brani in meno di 20 minuti) per il trio piemontese, che si muove in quel breve periodo in cui il rock ‘n’roll, corroborato da abbondanti dosi di amfetamine, divenne punk: 1976 circa, nel momento in cui i Damned incisero il primo 45 giri punk in Inghilterra. E proprio dalla band di Dave Vanian, Brian James, Cpt Sensible e Rat Scabies che partono, con molte affinità ritmiche e sonore. Ma ci sono anche i “tre accordi” degli Adverts e rilanci del primo hardcore americano, tra Zero Boys e Dils. Deliziosamente devastanti.
IVAN FRANCESCO BALLERINI – La guerra è finita
Il cantautore toscano parla di guerra e pace, in un momento quanto mai difficile per l’argomento in questione. Lo fa, nel suo quarto album, con brani essenziali, semiacustici, intensamente lirici, tra osservazioni della realtà e un tono intimista e soffuso. Un lavoro efficace e profondo, che ameranno i cultori della canzone d’autore dalla quale Ballerini attinge, dai classici Francesco De Gregori a Brunori Sas. Un bel disco, riflessivo e penetrante.
COSIMO BIANCIARDI & INTIMA PSICOTENSIONE – Singolarità nuda
Il musicista toscano firma il secondo album della carriera con un lavoro che parte da un concept e spazia poi in varie ed eclettiche modalità artistiche e sonore, tra rock, sempre molto elaborato e mai scontato, prog, jazz, folk, post wave (ascoltare l’inafferrabile mix di riferimenti in “Stadi evolutivi”), canzone d’autore più tradizionale (la conclusiva “Nebulosa”, in odore di prog). Un album convincente, maturo, in cui la versatilità della band bene si accoppia con la scrittura mai banale dell’autore.
BLESSED CHILD OPERA – Red Flags
Progetto nato nel 2001 intorno alla figura (carismatica) di Paolo Messere e cresciuto nel tempo attraverso una lunga serie di prestigiose collaborazioni e un profilo sempre più da culto. La musica si è evoluta e perfezionata, lo stile è diventato sempre più originale e distintivo ed è ben colto nei dodici episodi del nuovo album, all’insegna di una post wave dalle tinte malinconiche e romantiche, dall’incedere solenne e drammatico, che assimila anche influenze etniche e folk. Come sempre un lavoro di raffinato cesello e grande eleganza creativa.
BLIND ALLEY – Live Tuxedo 1982
I torinesi Blind Alley furono tra i primi a portare in Italia, agli albori degli anni Ottanta, quell’entusiasmante mix di punk, power pop, Jam, i primi Elvis Costello e Joe Jackson con il piglio dei Clash. Gigi Restagno, prima della prematura scomparsa, proseguì con altre sonorità con Defear, Difference e Misfits (dove ritrovò il chitarrista Luca Bertoglio), Marco Ciari invece rimase fedele al gusto Sixties con i Party Kids, prima di approdare a Franti e Fratelli di Soledad. Onde Italiane pubblica ora un ottimo live, registrato il 24 novembre 1982, con 13 brani che se fossero usciti all’epoca avrebbero costituito un album imperdibile. Ora testimoniano la qualità e lo spessore compositivo di una band eccellente. La registrazione è più che buona, l’eccellente cover di “Modern world” dei Jam testimonia quale fosse la principale matrice di riferimento.
BOMBA MOLOTOV – s/t
Esordio di un progetto nato idealmente 20 anni fa. In cui si sono accumulate idee, suggestioni, ricerca, prospettive. L’omonimo lavoro è un manifesto attendibile di un processo creativo già maturo e intrigante. Garage rock (“Combat rock”), punk, blues malato (“Sabbia”, “Pazzia”), post punk (“Mayday”), voce spesso usata con tono declamatorio, ritmi ipnotici. Canzoni crude e aspre per un album di ottimo livello e destinato a regalare molte soddisfazioni alla band.
CAMPA – Loop
Un ep di cinque brani immediati, freschi e deliziosamente pop su un substrato punk rock in chiaro stile Blink 182, Sum 41, ultimi Bad Religion. Chitarre distorte, ritmi serrati, voce in primo piano, canzoni ben strutturate e ottima produzione, per una partenza discografica più che promettente e interessante.
CASALIS – Brucia
Il cantautore torinese firma un album solido e vibrante, ricco di spunti compositivi di alta qualità. Il contesto sonoro in cui si muove è la canzone d’autore italiana, con particolare predilezione per le atmosfere più rock alla Ligabue o Massimo Priviero. Gli arrangiamenti sono essenziali e sempre efficaci, il taglio è maturo e si avverte una totale padronanza della materia che maneggia. Disponibile solo in digitale, per ridurre l’uso di plastica e carta, ulteriore tassello che si unisce al suo impegno nel sociale, in particolare nella sensibilizzazione alla donazione di organi.
CHOW – Eternal Lopez
Il trio bolognese sa bene come mischiare le carte sonore. Da una parte non è difficile ravvisare richiami al Detroit sound più classico, da Mc5 a Stooges ma c’è anche una buona dose di punk rock di gusto 77, qualche rimando (involontario?) a “Group Sex” dei Circle Jerks. Il tutto ammantato da un taglio che attinge dal garage punk anni Sessanta e da pennellate quasi psych. Tanto massicci quanto versatili, un album più che riuscito.
PIETRO CUPPONE – Nobody’s home
Il chitarrista e performer veronese firma l’album d’esordio con otto inediti strumentali, con l’apporto della sola chitarra acustica (con l’eccezione elettrica dell’eterea “Drowning in tears”) in cui il suo virtuosismo trova la giusta sublimazione. Le atmosfere sono sempre piuttosto soffuse, avvolgenti, calde, con richiami folk e tenui pennellate jazz. Un perfetto dono per gli estimatori di questo contesto artistico.
DIPLOMATICO e il COLLETTIVO NINCO NANCO – Il Pianto delle Sirene
Un lavoro composito, dalle variabili imprevedibili, pur muovendosi all’interno della canzone d’autore italiana, da Daniele Silvestri (“Whisky”), Ivano Fossati e Lucio Battisti ma ci sono anche immersioni nella disco funk (“Ulisse), nella world music e altro. Se i riferimenti guardano a nomi classici, il risultato finale è invece attuale e moderno, molto fresco e gradevole. Canzoni sempre molto curate sia a livello compositivo che negli arrangiamenti. Esecuzione brillante, ottimi i testi.
DOW – s/t
Tornano in la nuova veste e con il nome Dow, gli Adam Carpet, costituiti da veterani del miglior alternative rock italiano: Diego Galeri (Timoria, Miura), Giovanni Calella (Les Mokò, Kalweit and The Spokes) e Francesco Capasso (Edda, Miura). Un album quasi interamente strumentale in cui si intrecciano math rock, noise, sperimentazione. La band si destreggia alla perfezione in trame spesso complesse e cerebrali, creando un impasto sonoro non di rado ostico ma sempre intrigante (talvolta in bilico tra i Talking Heads, i Battles e i King Crimson di “Discipline”). Molto interessanti.
DRUNKEN CROCODILES – Aegony
Un album ipnotico, ricco di spunti creativi, dal taglio personale e originale, in cui convergono un’anima hard rock, vari riferimenti al grunge (da Pearl Jam, soprattutto vocalmente, a Nirvana e Soundgarden) ma anche a psichedelia e stoner. La band dimostra una perfetta padronanza della materia, maneggiandola con cura e plasmandola alla perfezione in funzione di un risultato finale più che ottimo.
FIESTA ALBA – Pyrotechnic Babel
Il primo album della misteriosa band, la cui identità è occultata da maschere, è un condensato di molteplici influenze, di difficile definizione e collocazione all’interno di un genere particolare. Più genericamente math rock contaminato con elementi afro, dub, elettronica, nu jazz British jazz (in particolare le varie incarnazioni di Shabaka Hutchings), drum’n’bass, un groove funk in costante filigrana. Opera complessa, in progress, molto stimolante e innovativa. Eccellente.
FILARMONICA FLUIDA – Dream Machine
Il progetto di musica elettroacustica strumentale del polistrumentista Filippo La Marca ha il fascino della sperimentazione ma anche di un gusto vintage per le colonne sonore degli anni Settanta e Sessanta (“Paprika” starebbe bene in un film dell’epoca sul caos di una metropoli o sui ritmi infernali di una fabbrica). L’elettronica è l’elemento preponderante ma l’aspetto compositivo guarda in numerose altre direzioni. Un lavoro molto personale e intrigante.
GIANNUTRI – Zum
Luca Zaminga e Edoardo Scalco sono i componenti della band che firma ora il terzo album di una carriera ormai quasi decennale. Le coordinate sonore mantengono salde le radici in canzoni pop ma che in questo nuovo lavoro si tingono di potenza rock ‘n’ roll, sconfinando a tratti nel punk rock e in sferzate grunge. La band compone molto bene, gli arrangiamenti sono essenziali ed efficaci. Molto bene.
GLAZYHAZE – Sonic
Il secondo album della band veneziana si presenta in due parti ben distinte, la prima più solare ed eterea in chiave dream pop/ shoegaze (“Forgive Me”) e una seconda più oscura, dalle tinte intimiste e dai toni più marcatamente post punk e new wave anni Ottanta (vedi “Slap” e “Not Tonight” in particolare). Il lavoro evidenzia una raggiunta maturità compositiva e una notevole vena creativa che rende “Sonic” di primissima qualità.
HEARTS APART – Summer bummer
Il quartetto vicentino diverte e travolge con sei brani di puro punk ‘n’ roll, suonato con la giusta e corretta attitudine, che si avvale di una produzione eccellente. Si sente lo scibile del punk dai Clash e Ramones ai Green Day e Social Distortion ma ci sono anche tanto mestiere e personalità. I cultori del genere non mancheranno di apprezzare tantissimo.
IL MAGO DEL GELATO – Chi é Nicola Felpieri?
La band milanese ci sa fare eccome con gli strumenti. Soprattutto in un contesto non così semplice che caratterizza il loro album d’esordio, dieci brani che abbordano un mix di disco, funk, fusion, jazz, con potenza esecutiva e grande raffinatezza compositiva. Il suono è strettamente legato al gusto anni Settanta/Ottanta, restituendo atmosfere vintage affascinanti ed eleganti. Un lavoro intrigante, solare, ricco di spunti e spesso imprevedibile.
JAM REPUBLIC – Drink Me!
Un album poderoso, otto brani strumentali suonati a livelli di eccellenza, spaziando dal funk alla fusion, jazz, blues, rock, Weather Report e il groove “pesante” che fu dei Primus (“Negroni Stomp”). L’aspetto più interessante è la capacità della band di fondere le suddette influenze in un mix sonoro coeso e omogeneo, con una versatilità e padronanza della materia di altissimo livello. Esplosivo!
KOROBU – K for Key
Un progetto molto interessante, originale e personale, grazie a un ibrido che il quartetto bolognese cuoce a puntino, inserendo in trame kraut rock, suoni e riferimenti new wave (quella più minimalista di Pop Group e Rip Pig & Panic), ai Roxy Music (vedi la conclusiva “Park”), alla post wave elettronica cruda e ostica (“Sex toys”). Il tutto con un approccio post rock moderno, sperimentale e in progress. E’ il secondo capitolo del loro percorso, maturo e convincente.
LA FOLLIA – Torbido
Una dozzina di anni di attività con tre dischi alle spalle. Il nuovo album mitraglia otto brani di post hardcore violentissimi, crudi, abrasivi, scarnificanti, con voce alla cartavetro, ritmi travolgenti, chitarre sature di distorsione. Un muro rumoroso che crea un blocco compatto per liriche a sfondo socio politico. Come ben dicono loro: “È la ferocia di un sentimento che ti abissa e ti divora.”
LUCA & THE TAUTOLIGISTS – Poetry In The Mean-Time + Suddenly Last Summer – The NITÖN LAB Session e.p.
Prosegue con profitto la storia artistica di Luca Andrea Crippa, esplorando gli amati confini del rock nelle sue varie forme, soprattutto in ambito 70’s rock blues. In “Poetry In The Mean-Time” troviamo rock, funk, blues, sperimentazioni, pennellate jazz, folk e tanto altro a testimonianza della versatilità del progetto. Il tutto con l’apporto di strumentisti d’eccellenza e di una creatività al suo apice. Più pacate, bluesy e oscure le quattro ballate dell’ep “Suddenly last summer”. Un cammino sempre più interessante e intrigante.
MAMO’S GANG – s/t
Un lavoro molto particolare che riesce a unire jazz, funk e rap, grazie al contributo di tre talenti come Gabbo, artista con oltre vent’anni di esperienza nel rap e un background nel jazz, Squarta, icona del rap e storico producer della scena hip hop e Massimo Moriconi, leggenda del jazz e contrabbassista di fama internazionale. L’impatto è notevole, la band produce un solido groove in ogni brano, il risultato è eccellente e particolarmente innovativo, con aspetti inediti e più che stimolanti.
MELTY GROOVE – Free hands
Il trio torinese, Alice Costa (basso e voce), Edoardo Luparello (batteria) e Carlo Peluso (tastiere), conferma le premesse apprezzate nei singoli che hanno preceduto questo brillante esordio. Sette brani (tra cui una coraggiosa e straniante versione semi prog di “Amore che vieni amore che vai” di Fabrizio De André) che spaziano senza limiti, a “mani libere”, tra funk, canzone d’autore, fusion, jazz, soul. Il tutto suonato magnificamente, con classe, raffinatezza e urgenza espressiva. Album sorprendente ed esplosivo.
MAFALDA MINNOZZI – Riofonic
La cantautrice omaggia Rio de Janeiro e la cultura musicale brasiliana, in particolare la Bossa Nova, con otto brani di grandi autori (da Vinicius de Moraes a Jobim), a cui aggiunge due originali e una cover struggente di “Tu si’ na cosa grande”. Un album di rara raffinatezza, interpretativa ed esecutiva, con arrangiamenti superbi e un’aura di jazz a permeare il tutto, alla maniera deliziosa di Astrud Gilberto a fianco di Stan Getz. Semplicemente bello.
MYSTERIA NOCTIS – Vespro
A cinque anni dal precedente “Vulnera” la band lombarda torna con un nuovo album, un concept su un uomo che, spinto da una lettera anonima, parte alla ricerca dell’autore della stessa, in un viaggio in cui le ombre del passato si interfacciano e si intrecciano con un presente ricco di ambiguità. Il sound si muove all’interno del magmatico mondo del prog metal, a cui si uniscono elementi elettronici, post wave, classicheggianti, con sferzate di sapore black metal. La band ci sa fare strumentalmente e affronta con piglio deciso un album impegnativo, riuscendo a portare a casa il risultato migliore. Gli appassionati del genere troveranno ampia soddisfazione.
NoDRIP – Bonus Tracks
Esordio del trio milanese, con un ep di sei brani in cui mette fin da subito in chiaro la direzione artistica della band, tra punk rock, ska, reggae. Il riferimento immediato va ai Punkreas ma la miscela sonora dei NoDrip è già ben distinguibile e distintiva. Il tutto prodotto e suonato molto bene, le canzoni sono ottime, sia a livello lirico che musicalmente, perfette per un live coinvolgente. C’è molta carne al fuoco e un album potrebbe essere un importante trampolino di lancio.
NUOVA ERA – 20.000 Leghe sotto i Mari
Attivi a cavallo tra anni ’80 e ’90, furono protagonisti di quattro album che diedero loro un ruolo primario nel neo prog italiano e mondiale. Tornati nel 2016 con Return to the Castle, approdano ora con un ambizioso concept ispirato al celebre romanzo di Jules Verne. Una suite di quasi quaranta minuti in cui confluisce tutto il meglio del più classico prog rock sinfonico dei gloriosi anni Settanta. La notevole perizia tecnica dei musicisti è al servizio di una creatività a 360 gradi, ricca di sfumature, eleganza, raffinatezza. Notevole.
NUOVO DISORDINE MONDIALE – Daimon
Il secondo album della band romana è prodotto da Giulio Ragno Favero (Teatro Degli Orrori) che di suoni “pesanti” se ne intende e ben si accoppia con il furore che caratterizza il lavoro. Brani potenti, travolgenti, massicci, che guardano a Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Clawfinger, gli stessi Teatro degli Orrori e agli episodi più doom della discografia di Salmo. Undici brani brevi e compatti, dal marchio ben definito e personale. Ottimo.
THE PERIPHERIES – Mechanical Reproductions
Un esordio originale e maturo, in cui la band mette a fuoco una serie di influenze e riferimenti variegati, che ben si intrecciano e alternano nel corso del lavoro. L’impronta prevalente è quella del post punk più melodico, romantico e malinconico di sapore anni Ottanta (dai Cure ai Joy Division) ma con sguardi sonori che riportano non di rado ai REM, soprattutto nelle timbriche vocali (vedi ad esempio “Oaxaca” o “Mr.Xanax”). Eclettici, artisticamente caratterizzati da ampie dosi di creatività, possono vantare una partenza discografica di primissima qualità.
PGA – The Kids Aren’t Alright
Quarto album, dopo le uscite del 2011, 2012 e 2016, per il progetto PGA (acronimo di “Punk Goes Acoustic”) che riunisce alcune delle principali realtà della scena punk italiana, ognuna con una cover in versione acustica di un classico del genere. La scelta, tra i 23 brani, è caduta prevalentemente, con alcune eccezioni (molto azzeccata “I wanna be sedated” dei Ramones rifatta dai Magnetics e soprattutto, picco dell’album, “Questi anni” dei Kina, ripresa da Edo Rossi e La Dava), sul punk più recente, trascurando la scena 77, e quella del primo hardcore. Come sempre si spazia tra episodi più riusciti e altri meno significativi ma il risultato è comunque più che godibile.
PUTAN CLUB – Filles d’octobre
Il duo franco/italiano aggiunge un altro devastante tassello alla sua demolizione progressiva delle convenzioni sonore. Il nuovo è dal vivo, registrato in Portogallo all’Amplifest. Drum machine, chitarra, basso, distorsione, tutto è estremo, riduttivo definirlo noise, siamo oltre. Ci sono echi post punk che arrivano da chi a suo tempo aveva incominciato a prendere a mazzate il suono più ovvio: Killing Joke, Public Image LTD, Theatre Of Hate. Ma anche riferimenti al tribalismo sperimentato nelle varie esperienze africane della band, industrial, pura e semplice attitudine punk. Il famoso o li si ama o li si odia bene si addice ai Putan Club. Noi li si ama incondizionatamente.
LEWIS SACCOCCI – Inceptum
Ottimo album per il giovane organista e pianista romano (accompagnato da Enrico Bracco alla chitarra e Valerio Vantaggio alla batteria) con otto brani strumentali autografi che viaggiano, freschi e frizzanti, dalle parti del classico Hammond jazz, tra Jimmy Smith, Dr. Lonnie Smith degli anni Sessanta, Horace Silver, Charles Earland, tra i tanti che hanno precorso questi sentieri. Esecuzione eccellente, brani swinganti, atmosfere calde e avvolgenti.
SPY EYE – The Way That Things Are
Tornano a sorpresa gli Spy Eye, tra i pionieri della scena ska italiana negli anni Ottanta e che arrivarono a diverse incisioni tra cui l’album Hot Pursuits nel 1992 per l’inglese Unicorn Records. A distanza di tre decenni ecco quattro nuovi brani che riprendono lo stile primigenio ma con un piglio moderno e attuale tra velocissimi brani ska e più moderati episodi in chiave rocksteady (che riportano ai primi Specials). Il tutto con totale padronanza della materia, elegante irruenza e la giusta attitudine.
SUPER TOPPER – s/t
Esordio per la band lombarda dalla vita artistica ancora breve ma già ricca di maturità compositiva. I riferimenti sono abbastanza palesi, attingendo da punk rock, hardcore con tuffi nell’emo. I brani vanno spediti, ben suonati, la band ha una perfetta conoscenza e padronanza della materia e alla fine il risultato è più che positivo.
STEFANO TIRANTI – Fuck the Mono
Un progetto molto interessante, particolare e innovativo quello di Stefano Tiranti (chitarra, synth, arrangiamenti, sperimentazione), affiancato da Matteo Salzano (batteria, synth), Stefano Fari (piano), Bruno Bonarrigo e Cesare Pizzetti (basso),Eugjen Gargjola (violino). Un album interamente strumentale in cui elettronica, sperimentazione e math rock si uniscono in un vortice di influenze che spaziano da fusion, post rock, progressive, ambient, noise. Il meticoloso lavoro di ricerca dell’autore ha creato un album intrigante, di grande carattere e creatività. Complimenti.
TUTTOBRUCIAEANNUNCIA – s/t
Un progetto che fonde poesia, immagini e musica e nasce dall’omonimo libro di Matteo Ferretti, illustrato da Marino Neri con musiche composte da Nicola Contri (violoncello), Alessandro De Nito (tastiere, sintetizzatore), Francesco Lolli (chitarra, tastiere, elettronica). Un lavoro rigoroso, solenne, teatrale, che unisce sperimentazione a interludi folk e pianistici, con una voce recitante che conduce il racconto. Album che necessita attenzione e un approccio profondo e nulla concede al facile ascolto.
VEGAS ON BASS – Blurry Visions
L’esordio della band bolognese spicca per una produzione di alta caratura, un sound roccioso e aggressivo, riferimenti diretti a Nine Inch Nails, Placebo, Ministry. Il sound è in bilico tra atmosfere aspre ed estreme e una vena più pop, soprattutto nelle melodie vocali, che rende il risultato maggiormente fruibile. Ottimo lavoro.
ELISA ZOOT – Clever Crow
Elisa Zoot è una cantante, produttrice e compositrice per TV e film, nonché co-fondatrice della band alt-rock londinese Black Casino And The Ghost. La sua musica e la sua voce sono state utilizzate in molti programmi TV di successo negli Stati Uniti e in varie serie di Netflix e in molti spot pubblicitari, serie, trailer e film in Usa e Europa. Il suo esordio solista, coadiuvata da collaboratori come Alex Reeves (Elbow) alla batteria, Ariel Lerner (Black Casino and The Ghost), Steve Ouimette (T-Ride) e Massimo Martellotta (Calibro 35) alle chitarre, la vede alle prese con dieci brani avvolgenti, misteriosi, in cui elettronica e gusto vintage si abbracciano alla perfezione. Tra dream pop, post wave alla Cocetau Twins, Portishead, un marcato gusto per le atmosfere cinematografiche e rimandi ai Sixties. Album di rara intensità e tensione emotiva.
VIDEO
AGA – Natura, AGENDA DEI BUONI PROPOSITI – Creami, ALESSANDRO FIORE – Sei l’america quando chiudo gli occhi, ALTERNA – Tempo Residuo elettrico, LELLO ANALFINO – Testa e cuore, LUCHO ANELLO – Baby, ASSALTI FRONTALI – Notte immensa, ASYAB – Do We Wanna Be a Riot?, ATARAXIC VOID – Fall apart, CARLO AUDINO – Lorenzo e la luna, STEFANO ATTUARIO – Insetti, STEFANIA AVOLIO – Goosebumps, BAIS – Parole piccole, JOE BARBIERI – Anni Luce, BETRAYED – Parasite, PINO BIAGGIOLI – Il futuro noi due, BOLO – Sorprendente, ROBERTO BONFANTI – Poi il tempo, BOSCO SACRO – The Future Past , GIOVANNI MARIA BRUNO – Di Sole e di Sale, BUCKWISE – Get Over, BUONARROTI – Komorebi, LIL BUSSO – Lady Milano, CALIBRO 35 – Reptile Strut, BEATRICE CAMPISI – Tripoli, VINCENZO CAPUA – Sei sempre tu, PIERDAVIDE CARONE – Non ce l’ho con te, MIMMO CAVALLO – Taranta d’Oriente, ANNACHIARA CECERE – Ti stupirò, BORIS CEVAPCICI – Nel buio, CHRONOSYNTHESIS – A bird of gold, CLAT – Il-logico, CLATHRUS ARCHERI – “B_Low” Sorry Mom!, CRETA – Mal di Te(sta), CATERINA CROPELLI – Spettinata, GIULIA D’ALESSANDRO – Au revoir, DANIENTE – Umami, DAVIDEFARE – Perfette Imperfezioni, DANIELE DE GREGORI – Bolla occidentale, DELABEAT – Alouette, DINICHE – Nisida, DRAMANDUHR – Andeterlit Stahr Hammit, NINA DUSCHEK – My rules, THE ELEPHANT MAN – I’m ready (to go), DONATELLA ELIUTI – Preghiere delle memorie nebbiose, ESCAPE TO THE ROOF – Black Bell, ESSEFORTE – Crepa nel buco, ETERNAL SILENCE – Thread Of Life, EUGENIO IN VIA DI GIOIA – Buio, FATAY – Monet, ANDREA FERRARO – Trauma, FIESTA ALBA feat. Katarina Poklepovic – No gods no masters, FOLKSTONE – Alabastro, ADRIANO FORMOSO – Zio Pasqualino, FOTTUTA BAND – Poke, MARCO FRANCIA feat. Emanuele Dabbono – L’Inverno nelle Scarpe, GABRIELE – Stanza nove, GIORGIENESS – Non una di meno, ALBERTO GIOVINAZZO – Anush, THE GODS THEY MADE – Anything You Want, GOOD MORNING CERNOBYL’ – Brave new people, ELISABETTA GUIDO QUINTET – Buonasera Signorina feat. G.e M. Ascolese, E.Tatti e M.Fait, KÄMALLHØWS – Pillola blu, KIMONO – Fuori tempo, LILIE HOAX – Vicky, IL MAGO DEL GELATO – Chi è Nicola Felpieri?, INCREMONA – Tanto tutto passa, the INFRAMEN – I Promise You the Moon, IPORK – Ci sta, ITALOWSKY – Perso in stazione, SANDRO JOYEUX – Droit dans le mur, JULIE – Nuova visione, KICCA & OSCAR MARCHIONI – Alegre Me Siento, KILL YOUR BOYFRIEND – Obsession, LA MALCOSTUME – Materia prima, LA SEDUCION – Muy caliente, ALESSANDRA LATINO – Icaro, LEGNO – Generazione triste , LEOMECONI – Honest, MARCO LIGABUE – La canzoni inglesi, LILITH AND THE SINNERSAINTS – La peggiore delle libertà, LITTLE BOYS – Izakaya, LOMBROSO – “Devi Dirle Che L’Ami” [LIVE AVATARA SESSION], LOW STANDARS, HIGH FIVES – Sink or swim, LUCA V – Pelle di Prozac, LUCIA – Due volte, MAIISHA – Lingerie, MALAVOGLIA – Johnny fa il miele, MAJU – Lazy sea, ALFREDO MARASTI – Lutero 2.0, CRISTIAN MARCHI feat. REVEREND HAUS – Motivation, MARIATERESA – Maledetto cuore, FEDERICA MARINARI – Eywa, ANDRES SAORIN MARTINEZ – Senza finale, MARY WAS A MACHINE – About you, about me (feat. Crosslane), MEGARIDE – ‘Ntò, MOREA – Dopo l’ipnosi, JESSICA MORLACCHI – Ambaradam, NINFEA – Oltremare, NOT MOVING LTD – Love beat, OLDEN – La natura leggera delle cose, ORBITLANE – Guidance, OIUDONCARE – Portami a ballare, THE ORIGINALS – Re senza trono, EMMA PADOAN – Dime Que Me Amas, FRANCESCA PALAMIDESSI – Up, I PATAGARRI – Sogni, PELLEGRINO & ZODYACO – Mario, PICCOLO & DI SALVO Feat. Evin – Everytime, LE PIUME DI MORRIS – Sewer Surfer, PLASTIC MAN – Molly, GIORGIO POI – Uomini contro insetti, POLISTIRENE – Esagramma 47, POLPO KID – Cucaracharas, ALEX PUDDU – Salon privé, CHIARA RAGNINI – L’effetto che mi fai, ALIS RAY – Fighting love, THE RIDEOUTS – Sweet angel’s face, ALICE ROBBER – Rumore, STEFANIA ROSATI – La terra che brucia, SAINT MARY CANDY – Black Darling, P.A.O. – Futuro Matematico (Electric Session In The Wood), PELLEGRINO & ZODYACO – Mario, RIDILLO – Sono buono, DARIO SANSONE – La nostra canzone, SASA’ V – Pessima idea, SANTIAGO, SALENTO GUYS , ROMANO – Single, SCHENA – Poesia facile, LORENZ SIMONETTI – Se questo non è amore, SMALLTOWN TIGERS – Meet Me In The City, MAN STEWART – Altavoce, STIUI – Asociale e Sociopatico, SANTERIA – Niente di vero, THE SHAMELESS – Chic Jesus, STRANAMORE – Domani, BRUCE SUDANO – How’d You Get Here, SULABU – Prendo il treno, TAMANGO – Con la faccia al sole e gli occhi chiusi, TENEBROUS LIAR – The Farmer, UJIG – Deedoo (ANTEPRIVA VIDEO ESCLUSIVA), VARIANCE – Bane, VETH – Intelligenza artificiale, WEL – Strobo
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