Il brano, scritto insieme al celebre produttore Giuliano Boursier (Roberto Angelini, Luca Dirisio, Modà, Gatto Panceri, Daniele Stefani, …) è un tuffo negli anni ’80 senza nemmeno il tempo di saggiare l’acqua. Dall’introduzione synth-pop si capisce subito che la macchina del tempo ha una data di riferimento ben precisa. Ma attenzione: il lasso temporale va molto verso gli anni ’90. Una cassa in 4 e un timbro che ricorda l’Eurodance stile Corona.
La voce di Moody M sembra anch’essa cristallizzata nel tempo. Con quella voglia di ribellarsi di un fardello sostenuto da troppo tempo, percepibile in ogni acuto. C’è asincronia in questa storia d’amore, momenti di finta felicità, l’incompatibilità di due modi diametralmente opposti di visualizzare il mondo.
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