ABRAMO LAYE SENE – Diamono
Diamono è il singolo dell’album “No Fear” di Abramo Laye Sene, in uscita a settembre.
Nella Band: Abramo Laye Sene (percussioni) Alessandro Garofalo (tastiere) Bara Gianie (Voce) Salvatore Privitera (batteria) Pierpaolo Marchica (chitarra) Marco Di Dio (basso) Laura Trucco (voce).
Abdoulaye Sene (o Abramo Laye Sene, italianizzando), nasce a Dakar, in Senegal, il 9 aprile 1981, membro di una famiglia “Griot”. Nella cultura di alcuni popoli dell’Africa Occidentale il Griot è un poeta, un cantore che custodisce e tramanda la tradizione orale degli avi ed in alcuni contesti storici pre-coloniali, aveva anche il ruolo di interprete e ambasciatore (ancora oggi in alcune comunità dell’Africa sub-sahariana conserva queste funzioni). L’arte e la musica sono sempre state uno strumento indispensabile per tramandare la storia e la tradizione dei popoli, dunque le famiglie Griot sono sempre state a stretto contatto con esse.
Abramo Laye è figlio di mamma Madjiguene Sow, di origine Peul, e papà Ousseynou Sene, del gruppo etnico Serer, (entrambi membri di famiglie Griot), e mostra il suo interesse verso le percussioni fin dalla tenera età di tre anni, quando Ousseynou sistema per lui quello che sarà il suo primo tamburo.
Ben presto il piccolo Laye dimostrerà che nelle sue vene scorre sangue Griot.
Da giovanissimo inizia a seguire papà Ousseynou ovunque suonasse (durante i primi spettacoli a cui prende parte ha addirittura bisogno di uno sgabello! Figurarsi…).
Durante l’adolescenza inizia a prendere parte a veri e propri tour in Senegal, Gambia, Mauritania, Guinea e a 19 anni parte in tournée per l’Europa (Svizzera, Francia, Italia, Malta).
Alla fine del suo ultimo tour italiano, nel 2001, decide di rimanere a Catania e proseguire qui la sua attività di artista e compositore continuando a fare tounée in molte città italiane. La sua lunga esperienza gli ha permesso di imparare negli anni a suonare una moltitudine di percussioni africane, che vanno dal jembe, al sabar, alle congas, ai djum djum, al sorouba, ai bougarabou, al tabala, ma anche altri strumenti di effettistica come vari tipi di maracas africane.
A Catania Laye suona collaborando con diversi gruppi e artisti, italiani e non (tra cui Mario Biondi e il maestro Alessandro Garofalo), perchè crede fermamente che la musica sia un mezzo attraverso cui condividere il proprio bagaglio, ma anche un’occasione per fondere insieme diverse culture creando ritmi e melodie sempre nuovi e originali. Collabora con associazioni, cooperative e centri di accoglienza per stranieri. Lavora nelle scuole come maestro di percussioni. Nel 2010 crea insieme ad altri amici musicisti il gruppo Afro Family, di stampo siculo-africano. Oggi però lo vediamo fortemente impegnato nel suo ultimo progetto di world music, Gaalgui Nguewel. Il nome di questo progetto è stato ben studiato: In Wolof, “Gaalgui” significa “barca” (nello specifico una piccola imbarcazione da pesca destinata a percorrere lunghi tragitti) e “Nguewel”, “famiglia”. Metaforicamente “Gaalgui Nguewel” è dunque una barca con a bordo vari artisti diversi, di diverse culture e origini, che viaggia in mare aperto. E il mare, infinito e profondo, è come la musica: un mezzo di espressione artistica senza limiti né barriere.
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