Franco Micalizzi e la Pulp Music!
Ciao a tutti. Prima di parlarvi di un pezzo di storia italiana (state tranquilli non voglio parlarvi di Mr B. e affini), vorrei fare una piccola considerazione sulla programmazione delle radio “commerciali” in genere.
Prendo solo un paio di esempi degli ultimi tempi, come la bella e brava Lana Del Rey che mi ha stupito con un album elegante nel 2012 nel quale era contenuto quel “Summertime Sadness” che imperversa da alcuni mesi in una versione dance ad opera del DJ francese Cedric Gervais. Bella canzoncina, ma sentita 40 volte nell’arco di una giornata al bar, in palestra e all’oratorio, diventa devvero una tortura cinese.
Da pochi giorni è uscito il nuovo singolo del Liga “Tu sei lei” e precisando che non ho nulla contro di lui (cari fans state tranquilli), vorrei che non passasse ogni 5, dico 5 minuti, in tutte le radio d’Italia.
Una volta le chiamavano radio libere, oggi vorrei “liberarmi” dalla programmazione eccessivamente ripetitiva di questi network e prendere come esempio la nostra amata Radiocoop, che propone spesso musica “di tutto un po’”, piaccia o non piaccia!
Detto ciò oggi vi segnalo l’ennesimo disco “alternativo” uscito da pochi giorni: parlo di Franco Micalizzi.
Musicista, autore soprattutto di colonne sonore, è stato rilanciato tempo fa da Quentin Tarantino, che notoriamente “attinge” parecchio dalle produzioni video e musicali degli anni ’70.
Dopo l’interesse di Tarantino la musica di Franco Micalizzi è stata ribattezzata Pulp Music.
Nato nel 1939, è uno di quei personaggi straordinari che tanto hanno dato alla cultura italiana, lavorando spesso dietro le quinte.
Sue numerose colonne sonore di film polizieschi come “Roma a mano armata“, “Napoli violenta” o il tristissimo e splendido “L’ultima neve di Primavera“, ma soprattutto quella del film Cult con Terence Hill e Bud Spencer “Lo chiamavano Trinità” (rivisitata e cantata qualche tempo fa da Mario Biondi e presente nella colonna sonora di “Django Unchained“di Quentin Tarantino).
Oggi si presenta insieme a “The Big Bubbling Band” con il nuovo album interamente strumentale “Miele“, che ci trasporta nel mondo delle soundtrack con tracce che rispecchiano una carriera artistica quasi totalmente dedicata al cinema, passando da melodie tipiche di un film d’amore al poliziesco, al western e con una chiara passione per il jazz e il funky groove.
Un disco molto piacevole (distribuito da Goodfellas) e affiancato dalla pubblicazione di “C’est la vie d’artiste” i miei primi cinquant’anni di musica (Editori Internazionali riuniti), in cui racconta la sua vita trascorsa nella musica.
Massima stima per il maestro Micalizzi, nella speranza che continui a regalarci perle rare da grande l’artista quale è sempre stato.{youtube}QkotrlOlAC8{/youtube}
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