MADHOUSE – One way track

“One Way Track”, il nuovo singolo dei MadHouse, è un viaggio sonoro che esplora domande esistenziali, trasportando l’ascoltatore in uno scenario surreale e simbolico.

Ci sono momenti nella vita in cui si corre senza sapere davvero dove si sta andando, né se, una volta arrivati, si sarà in grado di mantenere ciò che si ha conquistato. E poi ci sono quei momenti in cui si vorrebbe inutilmente fuggire dai problemi più dolorosi che ci si porta dentro.

A volte vivere sembra di trovarsi in uno scenario apocalittico: una strada deserta, attraversata da lampi e fulmini, con l’incertezza di ciò che ci attende “dietro questo fumo”. Invisibili in una società che rende prigionieri, ci si sente bloccati mentre la vita corre veloce.

Eppure, la vita è una strada a senso unico che merita di essere vissuta fino in fondo, perché, nonostante tutto, essa stessa è il più grande spettacolo a cui potremo mai assistere.

“One Way Track” dei MadHouse cattura questa complessità e queste sfaccettature e le racconta attraverso il suo sound potente, in un brano emozionante e profondo.

BIO

I Madhouse sono una band hard rock della provincia di Modena.
Iniziano come cover band che rende omaggio ai loro gruppi preferiti, soprattutto degli 80s, come Guns ‘n’ Roses, Mötley Crüe, Queen, Bon Jovi, Europe e Van Halen, per citarne alcuni.

Dopo qualche anno, l’evoluzione e la crescita naturale della band, ha portato i Madhouse alla necessità di iniziare a produrre qualcosa di proprio, dei brani inediti che rispecchiassero loro sia come musicisti che come amanti del rock.

Il risultato è un genere che strizza l’occhio all’hard rock degli anni 80, talvolta con qualche incursione new wave data dalla presenza di riff e accompagnamenti di synth, senza perdere di vista le correnti alternative più recenti.

Ai Madhouse non piacciono le etichette ma, piuttosto, che chiunque possa ascoltare ed interpretare, cogliendo le sfumature all’interno dei brani al di là del genere.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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