Sfiggy Invasion: a testa alta verso il futuro a tempo di metal
Sta nevicando senza sosta da tre giorni a Torino quando, attratta dalla luce calda e gialla della galleria Square 23, apro la porta e trovo un simpatico figuro, agghindato con un improvvisato abito di nylon, stile ballo di Cenerentola, intento nella decorazione di una parete. E’ Alessio Bolognesi, 35 anni, ingegnere di Ferrara (città che ama moltissimo) padre di Sfiggy, personaggio (dis)incantato e irriverente, colpito e ferito dal mondo, capace di auto curarsi di continuo, ma portando fiero sul corpo le cicatrici dei colpi ricevuti.
Ha gli occhi chiari e puliti questo particolare artista, un passato da grafico digitale, appassionato di arti visive, che dal 2008 brandisce il pennello per raccontare l’epopea del suo alter ego in chiave “POPettosa” (l’aggettivo “POPettoso” pronunciato con lieve inflessione emiliana è ormai un must!) : Sfiggy, nato sul blocco di appunti durante noiosissime riunioni, è uscito dal foglio e ha accoltellato Hello Kitty, inseguito Pikachu con un’accetta, minacciato le figurine colorate di Kait Haring e, arrivato a Torino, si prepara a combattere contro Donkey Kong per salvare la principessa. Sfiggy sfugge da qualsiasi definizione, è speciale!
Nel tempo che l’artista mi dedica si apre una parentesi musicale che, guardandomi intorno, risuona in ognuna delle opere esposte, perché Sfiggy e il suo papà sono musicalmente onnivori, con un’anima metal:”Il Jazz è la musica da pittore, lascia alla mente lo spazio per vagare – mi dice Alessio Bolognesi – il metal mi fa cantare”. E’ un’affermazione da brividi di emozione e, mentre Sfiggy ammicca da una serie di opere realizzate ad acquarello su vecchi documenti dell’800, ricevuti in dono da un amico pittore di Ferrara, Alessio racconta del suo passato come cantante metal e dei suoi gruppi preferiti come i Dream Theatre (li ricordo a Madrid come supporto agli Iron Maiden, dopo i Mastodon ndr), ormai troppo autocelebrativi, i Sinfony X, i Blind Guardian.
Quando durante la nostra chiacchierata escono fuori Iron Maiden, Sepultura, Pantera e Kylesa, capisco che diventeremo amici. E’ quindi con questa musica di sottofondo che Sfiggy nasce dalla mente di Alessio e decide le sue scorribande; a seconda del momento, il pennello viaggia su note decise che guidano il tratto netto, retaggio dei fumetti. Il mondo dell’arte è pieno di gente che si prende un po’ troppo sul serio; ogni tanto, per fortuna, si incontrano persone capaci di regalarti, insieme alle opere, un po’ di se stessi, un pezzetto di racconto di come costruiscono il proprio tempo, di come popolano i propri spazi. Entrare è un grande privilegio di cui essere grati.
Ora Sfiggy è arrivato a Torino dal Castello di Varano dei Melegari, sede della sua prima esposizione tanti anni fa, alla testa del Quinto Stato, e troneggia in un murales davanti alla fontana di Merz: la fiumana avanza a testa alta verso il futuro, forse in cuffia Sfiggy marcia sulle note della Marcia imperiale di Guerre Stellari o di una cavalcata metal, a voi la scelta.
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