KĀMA – Is It So Or Not
I KĀMA pubblicano il singolo Is It So Or Not, estratto dall’album di debutto Propaganda.
Is It So Or Not fonde influenze post-punk, art-rock e minimalismo sperimentale per un inno romanticamente inquieto. L’energia sonora con retrogusto ironico attraversa territori industriali: il tinnio delle chitarre tesse una trama ipnotica per voce baritonale, gentile e profonda che si interroga sul nesso realtà e immaginazione, mentre il riff di basso incalzante e la batteria nervosa e spezzata apparecchiano un incontro immaginario tra gli Smiths, i Jam, i Talking Heads e gli Einstürzende Neubauten; i break ritmici ammiccano alle sperimentazioni concrete di Pierre Schaeffer; l’intersecarsi sghembo degli arpeggi di chitarra finali omaggiano il phasing minimalista di Steve Reich.
Accompagnato da un surreale videoclip per un brano che fonde romanticismo, ironia e rumore in una lega alt-rock. Affiora una miscela che affascina e destabilizza – «Das Unheimliche», direbbe Sigmund Freud – messa in luce dal videoclip del brano: la metamorfosi in blu negativo dei volti dei quattro membri della band: il nesso realtà-immaginazione del testo e l’equilibrio creativo e ardente dei KĀMA.
Con Is It So Or Not, i KĀMA confermano il loro stile inconfondibile: contaminato, colto, nel segno dell’alt-rock più audace e contemporaneo.
Band Bio
Tutto nasce dall’Utopia, contro ogni prolissità del reale
I KĀMA si sono formati nel 2020 con base presso i Suonofficina Studios a Roseto degli Abruzzi.
Dopo numerose date in concerto e quattro anni di gestazione artistica, Propaganda è
l’album di debutto, distribuito dall’etichetta inglese State51: nove tracce contaminate da post-punk, elettronica, suggestioni jazz e musica contemporanea, tessute con fitte collaborazioni, tra cui quella con Fabrizio Bosso.
Il loro sound ipnotico e i videoclip d’autore svelano le influenze dei Radiohead, l’elettronica pulsante dei Depeche Mode, la new wave dei Joy Division e New Order, l’anima di Franco Battiato, la scultura rumoristica di Glenn Branca e degli Einstürzende Neubauten, la tribalità dei Dead Can Dance, il minimalismo statunitense, il free jazz di Ornette Coleman e l’aggressività di John Zorn, il lirismo degli Smiths, gli ambienti meditativi di Brian Eno e Jon Hassell.
Line Up:
Cristoforo Magi (voce e chitarra)
Paolo Maggitti (basso e synth)
Antonio Donadeo (batteria e percussioni)
Luigi Maggitti (chitarra solista)



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