RUST OF MEMORY – Inkiostro

C’è una solitudine che pesa più del silenzio: è quella che si prova in mezzo alla gente, quando le parole si svuotano di senso e gli sguardi scivolano via. “Inkiostro”, il nuovo singolo dei Rust of Memory, è una ballata alternative rock delicata e sognante, capace di restituire con grazia quel senso di smarrimento che, a volte, ci prende all’improvviso.

Il brano racconta di quei giorni in cui tutto sembra fuori posto e si torna a casa portando addosso il peso della propria pelle, consapevoli che, anche nell’ombra, c’è ancora uno spazio segreto dove proteggere i sogni. Dove, nel buio, restiamo vigili e vivi.

“Inkiostro” è anche una riflessione sul tempo, immaginato come una clessidra i cui granelli non sono sabbia, ma ruggine: quella prodotta dagli ingranaggi del tempo che scorre. Una polvere che custodisce ricordi, che è memoria stessa. E senza memoria, radice del tempo, non può esserci prospettiva. Ed è in quella prospettiva, che per i Rust of Memory si nasconde il senso stesso dell’esistere.

La storia della band nasce da un incontro casuale: Mirko e Giulio si conoscono a una cena, si scoprono affini e iniziano a suonare. L’idea di un duo acustico si trasforma in qualcosa di più ampio con l’arrivo di Gabriele, amico di Giulio e legato — come lui — a una persona speciale che oggi non c’è più. Il cerchio si chiude con Gianmarco, entrato nel progetto con i suoi tempi, ma diventato da subito una parte fondamentale del suono e dell’identità del gruppo.

BIO

Il progetto Rust of Memory nasce con un obiettivo chiaro: condurre un viaggio emotivo fatto di musica e parole, in cui ogni emozione ha un posto legittimo. Le fragilità, la tristezza, la solitudine non sono limiti, ma il primo passo per accedere a passioni più forti — come la rabbia, il desiderio, la rinascita — e forse, trovarvi una catarsi.

“Vorremmo portarvi sulle montagne dell’anima, guadagnare la vetta e guardare verso il mare.”

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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