ACOMEANDROMEDA – Salveremo il mondo
“Salveremo il mondo” è il nuovo singolo degli AcomeandromedA, alternative rock band pugliese attiva dal lontano 2008 e riunitasi nel 2022 dopo qualche anno di stop.
Mixato dal mitico Giulio“Ragno”Favero(Teatro Degli Orrori, Zu, One Dimensional Man), il brano è la prima anticipazione dal nuovo album del quintetto in uscita nel 2024 per la ruspante label indipendente pugliese Dischi Uappissimi (Leland Did It, Lazzaretto, Bouvier, Checco Curci).
Un ritorno a casa quasi metaforico dopo tanti anni di attività, esperienze e preziosi confronti artistici (l’incontro con Max Casacci dei Subsonica, la collaborazione musicale con la popstar taiwanese Waa Wei Ruxuan) e tournée in Italia e fuori dai confini (con importanti date a Roma, Bosnia Erzegovina e Liverpool).
“Salveremo il mondo” suona come una sveglia, una scossa, un allarme che pone l’accento sull’urgenza di guardare con verità e amore le ferite della propria storia, per scoprire che la dignità umana non va né acquistata né svenduta, ma semplicemente incarnata pienamente attraverso piccole scelte quotidiane di coraggio e lucidità.
Ad accompagnare il brano, un originalissimo videoclip diretto da Baltovideomakerche ‘cattura’ un po’ di esseri umani nell’atto catartico di tuffarsi da una scogliera di una caletta vicino Monopoli. A svelarci un po’ retroscena e curiosità è lo stesso regista pugliese:
“Salveremo il mondo è un video che mi ha permesso, in quanto regista, di entrare in contatto con una parte intima di molte persone, diversissime. I protagonisti non sapevano cosa avremmo fatto: prima del tuffo per qualche minuto restavo insieme a loro e gli chiedevo di ricordare e pensare all’ultimo momento in cui avevano avuto veramente paura; dopo gli mostravo lo scoglio da cui dovevano lanciarsi. Ognuno ha paure e vissuti differenti, ma quell’infinito istante fra la terra e il mare diventa quella che per me è l’energia che può salvare il mondo.”
Una cavalcata ipnotica per “un grido crudo, tagliente e romantico che invita tutti ad assumerci per quello che siamo: esseri umani.”
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