ALESSIO BONDI’ – Ghidara

https://www.youtube.com/watch?v=2zxdM8jUnyk&feature=youtu.be

L’idea del videoclip di “Ghidara” nasce da un’intuizione del produttore Fabio Rizzo, ossia creare un collegamento tra il mio funk e lo street-style della mia città. _
Da qualche anno a Palermo impazza la moda del bike tuning: biciclette su cui è montato uno stereo capace di volumi spaventosi, tali da spaccare le finestre. _
I protagonisti sono ragazzini di periferia che si aggirano sopratutto nei quartieri bene della città, per pompare il loro disagio, generando fastidio, disgusto ma anche tanta curiosità. _
Un espediente perfetto per raccontare una passione violenta, il feticismo per un oggetto, che nel testo della canzone è un corpo di chitarra (o di donna a seconda dell’interpretazione) mentre nel video è questo biciclo che ormai ha poco in comune con la mia prima bicicletta._

Il videoclip è stato affidato alla regia di Giovanni Totaro, giovane promessa del documentario italiano, che fin da subito, ha dovuto scontrarsi con mille disavventure dovute al fatto che quella del bike tuning è una vera e propria gang che fa riferimento ad un capo che parla in _
rappresentanza di tutti gli altri e solo per messaggi vocali whatsapp, cosa che ha reso ogni trattativa lunga e scivolosa._

Dopo varie difficoltà Totaro è riuscito ad assoldare i nostri due protagonisti, a far realizzare delle bici ad hoc per il video e a fare le riprese.

Volevamo che fosse una storia di invidia e sentimento, tematiche, che, a certe latitudini, sono molto sentite.

La sfida più importante è stata quella di fondere il linguaggio del videoclip musicale col documentario e credo che Giovanni sia riuscito molto bene a far coesistere i due linguaggi in un’unica narrazione. _
Dal “pimping” della bici al clash di decibel fino all’epilogo finale. Il racconto di una periferia, dimenticata da tutti, _
che urla per affermare la propria esistenza attraverso le casse di navicella spaziale su due ruote.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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