BLADE – Stress

https://youtu.be/b9xZXuCpfME?si=2VEt0avIJf-6_aER

Ha conquistato la critica con l’emozionalità dei suoi testi e ha affascinato il pubblico con le sonorità innovative delle sue release ed ora, a distanza di 4 mesi dal successo di “Shakira”, il giovane e talentuoso rapper e cantautore cernuschese d’adozione cremasca Blade, torna in radio e nei digital store con “Stress”, il suo nuovo singolo che promette di superare ogni aspettativa.

Una canzone che si insinua nell’anima, un abbraccio di note che avvolge la mente di passionalità e riflessione, trascinando l’ascoltatore in un viaggio interiore grazie alla potente delicatezza della verità. “Stress” è una poesia urban in movimento, una danza di liriche e barre che creano un intreccio magistrale di suoni e significati per trasformare una canzone in esperienza, riconfermando l’attitudine alla dimensione conscious dell’artista, una dimensione in cui le parole si corroborano di valore e la musica diventa la chiave per aprire le porte del cuore. Ed è proprio nell’indiscussa capacità di trasmettere messaggi importanti su sonorità di presa immediata che Blade ci consegna lezioni profonde con l’istantaneità dei suoi pezzi, rendendo le complessità di una generazione, la sua, più accessibili e decifrabili a tutti.

“Stress” è un’immersione interiore, una lente d’ingrandimento puntata sui pensieri più oscuri e sui sogni più luminosi, dove il peso delle ambizioni, delle sfide e dei trascorsi personali prende forma attraverso parole affilate e melodie struggenti, affrontando temi attualissimi come l’ansia, il disagio giovanile e il desiderio di fuggire dai problemi per costruirsi una vita diversa senza cedere al materialismo come anestetico alle difficoltà e ai sentimenti, senza lasciarsi sedurre da una lunga serie di tentazioni che potrebbero causare ulteriore malessere.

«Mi prendo tutto, a tutti i costi, silenzio, stiamo nascosti»: il rifiuto di piegarsi agli ostacoli e alle incertezze di un cammino che, sin dall’apertura, presenta Blade come un guerriero la cui unica armatura sono le sue profonde cicatrici, un combattente spinto dalla necessità di rimanere sveglio nel ring della vita per non soccombere al peso delle sue stesse ambizioni. In una società in cui l’apparenza e l’immagine sono armi contro l’insoddisfazione, il dolore e l’overthinking – «una felpa di marca non mi veste meglio, mi aiuta a rimanere un po’ più sveglio» -, ma anche barriere che ci separano dai nostri reali obiettivi – «adesso ho addosso tutti questi guai» -, la voce di Blade diventa un grido di disperazione e desiderio, una fiamma che brucia per accendere un futuro migliore.

Ed è nella sezione centrale del brano – «sto fumando per non stare in stress, sto fumando sulla Torre Eiffel, aspetto soltanto che tutto ciò si avveri», che la frustrazione si converte in fiducia, le cicatrici in potenti ricordi della strada percorsa, la via di fuga dal tormento in un angolo di pace in cui realizzare sogni e desideri nascosti.

Un’odissea emotiva che esplora un vasto spettro di sensazioni e riflessioni, e che nell’abilità di Blade di catturare l’essenza umana, è in grado di farci sentire ogni suo battito di cuore, ogni suo pensiero, conducendoci a riflettere sulle nostre vite. “Stress” è un inno all’introspezione, all’onestà, e alla speranza.

In un mondo in cui spesso i messaggi importanti si perdono nel rumore di fondo, Blade riesce a far emergere la sua voce, facendo risuonare la sua verità e abbandonando le maschere tipiche di un’epoca e di un genere che molto spesso le indossa non per goliardia, ma per il timore di mostrare la propria fragilità e venire attaccato. “Stress”, accompagnato dal videoclip ufficiale girato nel quartiere milanese CityLife sotto l’attenta direzione di Olucasp , è un invito a ritrovare in se stessi umanità e sano amor proprio, una chiamata a sollevare la testa per inseguire i propri sogni, nonostante le insidie e le intemperie della vita.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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