Bruce Springsteen, e la Cover più Tamarra della storia
Qualcuno anni fa aveva definito Ronald Reagan “più Americano dell’America stessa”, proprio per sottolineare quella capacità di incarnare lo spirito di questo paese, non tanto come un’iconografia, ma come logo. Parafrasando questo assunto, può essere interessante andare a scovare altri Americani/logo, magari in altri ambiti. Perché c’è modo e modo di essere Americani. Bruce Springsteen, ad esempio, lo urla al mondo con tutto l’orgoglio che ugola e polmoni gli consentono, trasudando “americanità” da ogni poro, con Born in the USA.
L’album in questione non è solo una produzione musicale, ma un’operazione commerciale in grande stile, a partire dalla copertina per la quale si reclutò la grande fotografa Annie Leibovitz, classe 1949, responsabile del dipartimento fotografico della rivista Rolling Stones. Quando nel 1983 la fotografa lascerà la rivista, lo farà con all’attivo 142 copertine, di cui alcune leggendarie, come quella vede John Lennon nudo, avvolto intorno a Yoko Ono, scattata nel 1980 poche ore prima dell’omicidio dell’ex Beatles.
Insieme alla grande fotografa, si misero in fila tutte le idee possibili, compresa una collaborazione con Keith Haring, cui fu chiesto di dipingere una bandiera statunitense, alla sua maniera, su un muro di un garage.
L’idea della bandiera come sfondo rimase, ma si optò per un’immagine più classica. Ma non di puro sciovinismo si trattava, per cui la bandiera doveva rimanere lo sfondo su cui innestare lo spirito dell’album. Scorrendo centinaia di foto, lo stesso Bruce Springsteen prese in uggia la sua faccia, non è quindi un caso che l’intera produzione optasse per il suo fondoschiena. Fu più o meno così che nacque la copertina con il posteriore di Bruce: i suoi jeans consumati, la maglietta bianca ed il berretto da baseball infilato in una tasca, il prototipo del truzzo che attizza. Molti videro in questa scelta uno sberleffo verso la bandiera che fa da sfondo, altri storsero il naso sia per la copertina, sia per il titolo… era il 1984 anno di elezioni presidenziali e vinse l’altro Americano/logo, quello di cui abbiamo parlato all’inizio, anche lui… Born in the USA.
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