CARLOTTA SILLANO – Moderata fonte

Moderata Fonte è il nuovo singolo diCarlotta Sillanoche anticipa il nuovo album, il primo in italiano, Nella natura vuota dei simboli appassitiin uscita venerdì 15 novembre per Incipit records/Egea, e prodotto da Taketo Gohara (già produttore di Vinicio Capossela, Mauro Pagani, Elisa, Verdena e molti altri).

Moderata Fonte è un brano dove l’avventura della conoscenza si incarna nell’immagine iper-contemporanea dell’omonima poetessa cinquecentesca, all’anagrafe Modesta Pozzi de’Zorzi.

“Mi sono immaginata cosa significasse in quell’epoca essere una giovane donna che intraprende il percorso della conoscenza, quando questa avventura si muoveva su scale diverse e ancora molto era da scoprire: le terre emerse o la posizione del Sole rispetto alla Terra. C’è una strofa mancante nel brano, che era parte del testo inizialmente e che forse esplicita il concetto: Cosa me ne faccio/dell’acqua corrente/se non ho più sete/se non manca niente/se hanno scritto tutto/il seme, il fiore, il frutto/ se c’è l’occasione e poi non la sfrutto.”

Il video è stato girato in Valsesia, nel museo di scienze naturali Pietro Calderini di Varallo e in alcuni luoghi limitrofi. Racconta una storia un po’ alla Mary Shelley: è ambientato in uno spazio di scienza e di cultura, con busti di poeti e navigatori, dove la natura è collezionata e studiata. “Nel museo c’è anche un essere umano, forse un esperimento, un oggetto di studio, che viene poi messo in gabbia e liberato nella natura reale. Anche in questo caso, l’idea era quella di raccontare un immaginario, riprendendo un topos letterario classico: il rapporto tra scienziato ed esperimento, creatore e creatura. È anche riferimento al titolo dell’album, che racconta di natura e simboli e della natura dei simboli, con un percorso non lineare che attraversa depositi di ricordi, vite vissute e immaginate.

C’è questa malinconia di fondo nella canzone – la “bile nera” nell’antica teoria degli umori umani – una sorta di nostalgia per un’epoca che posso solo immaginare. La canzone è anche un tributo a una figura quasi mitologica (a partire dall’arguta scelta del nome d’arte) e, insieme, una sorta di invocazione alla Musa. La coda del brano è una lettera a Moderata Fonte e contiene una citazione di uno dei suoi testi. Si dichiarano una serie di desideri: il suo giardino, il suo hairstyle incredibile, “il poter celeste/il poter terreno/ogni stato e moto/ogni sito e seno”.

 “Nella natura vuota dei simboli appassiti” verrà presentato dal vivo in tre imperdibili appuntamenti: 
30 novembre – Vercelli – Teatro Civico
12 dicembre – Torino – Spazio211
13 dicembre – Milano – Detune

L’artista vercellese ha all’attivo 3 dischi in lingua inglese sotto il moniker Carlot-ta, dove sperimentazione musicale e una poetica colta si intrecciano creando canzoni dall’anima pop, capaci di stupire e raccontare grandi poeti del passato, luoghi sacri e profani. Il suo debut album ha ottenuto il Premio Ciampi per il miglior album d’esordio ed è stato nominato nella cinquina delle Targhe Tenco come miglior opera prima.

Con il sostegno del Ministero interno della Cultura e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” 2023.

BIO
Carlotta Sillano nasce a Vercelli nel 1990. Suona il pianoforte, la chitarra e gli strumenti a tastiera. La sua musica è stata descritta come la sintesi tra una certa complessità formale e un puro spirito pop. Costruisce un immaginario sfaccettato e personale che descrive paesaggi oscuri e rocciosi, attinge alla letteratura classica, alla mitologia, parla di amore e morte in modo tragico, ironico e divertito.
Ha pubblicato tre album con il nome d’arte Carlot-ta: Make me a picture of the sun (2011), 9 canzoni che utilizzano testi poetici di autori noti – Emily Dickinson, T.S. Eliot, Charles Baudelaire, William Blake e che ha ottenuto il Premio Ciampi per il miglior album d’esordio, il Premio MEI Supersound come miglior disco dell’anno ed è stato nominato nella cinquina delle Targhe Tenco come miglior opera prima; Songs of mountain stream (2014), un disco dedicato alle Alpi occidentali, prodotto da Rob Ellis (PJ Harvey, Marianne Faithfull, Anna Calvi) e Murmure (2018), un esperimento per organo a canne, voce e percussioni prodotto da Paul Evans (Bedroom community). Alla pubblicazione del disco ha fatto seguito un tour che ha attraversato chiese, templi, auditori.
Ha all’attivo centinaia di concerti e performance (Premio Tenco, Jazzmi, Torino Jazz Festival , Veneto jazz, MiTo, Auditorium Parco della musica, jz:rf, Festival dei due mondi, ecc). Le sue musiche sono state utilizzate per il cinema, per il teatro e per spot pubblicitari. Dal 2021 collabora con la compagnia teatrale italo-australiana Cuocolo/Bosetti IRAA Theatre. Fa parte del collettivo multidisciplinare Ant mill, nato nell’ambito di Fondazione Pistoletto.
Parallelamente all’attività musicale, ha conseguito un dottorato di ricerca in Digital Humanities all’Università degli studi di Genova. Si occupa di progetti di ricerca connessi al tema del rapporto tra suoni e luoghi geografici. Dirige il festival di musica e narrazioni La notte del re di biss, a Civiasco, in Valsesia.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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