DANSO KEY – Concave / convexe
DANSO KEY sono un trio formatosi nel 2012, proveniente da tre mondi musicali differenti e di base a Berlino: Stellan Veloce al basso e al violoncello elettrico, che vive a Berlino dove lavora come compositore indipendente; Elisa Abela, alla batteria, di origini catanesi, ma che ha girato mezzo mondo per suonare sia chitarra che sax in diverse formazioni; Eli Nancy Natali, alla voce e chitarra, cresce tra Sydney, Ginevra e Roma e attiva anche come cantautrice solista dal 2006 ad oggi.La band si forma tra Roma e Berlino e l’8 marzo 2013 rilascia per la siciliana Viceversa Record l’album d’esordio “Golpe” che accompagna il trio in un tour che attraversa non solo l’Italia, ma anche Germania, Svizzera e Austria. Il progetto DANSO KEY presenta un genere musicale alquanto sperimentale, ma comunque revival, che prende e punta a una larga fetta degli anni ’90: massicce distorsioni NOISE si mescolano a spunti GRUNGE più crudi e a una buona dose di ardore WAVE, che ricorda sia i MORPHINE che la classe di PJ HARVEY. Il loro sound è accattivante, alle volte affascinante e in altre occasioni molto più crudo e diretto. Il violoncello elettrico di Stellan Veloce costruisce imponenti trame sonore che si scontrano violentemente con la strumentazione più classica presente nella musica delle DANSO KEY – chitarra e batteria- creando così un genere imprevedibile, mai banale e, a tratti, volutamente scoordinato. La voce di Eli Nancy Natali si trasforma canzone dopo canzone, restando vellutata e più rapida quando canta in francese, come ad esempio nella traccia cover di Dalida “JE ME REPOSE”; mentre si rivela più grintosa e legata a una scena più misteriosa e Wave (“NIGHT-TIMED DAY”) quando canta o recita in inglese. Elisa Abela, invece, realizza una base ritmica azzardata, seducente e perfettamente coordinata alle vocals, mentre si scontra col violoncello elettrico regalando all’orecchio dell’ascoltatore delle strutture distorte e sorprendenti. La band è in grado di unirsi e spaccarsi; di creare un arrangiamento che si compone e, contemporaneamente, si autodistrugge; di ritrovarsi insieme nel coro dei ritornelli, ma seguendo vocalizzi poco uniformi e ciascuno di essi con una propria individualità. L’album “LAVA”, insomma, risulta come un vero tumulto, interiore e non, in grado di catturare e sorprendere chi lo ascolta: un lavoro discografico multiforme, ben pensato e, soprattutto, ben eseguito. Ad anticipare quest’incredibile album sarà il singolo NIGHT-TIMED DAY: il testo contiene una lunga citazione de “La foresta della Notte (Nightwood)” di Djuna Barnes, insieme ad una frase presa da una recensione fatta al primo album di DK “Golpe” nella quale viene suggerito che, durante l’ascolto, si ha l’impressione che “piove, c’è il sole ma potrebbe anche grandinare”. |
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