DEEP PURPLE – Whoosh!
Non è lecito attendersi particolari rivoluzioni sonore da una band con 50 anni di attività alle spalle. Il nuovo lavoro è infatti un’onesta conferma delle conosciute capacità tecniche, raccoglie qualche ottimo brano tra un hard rock di facile fruizione, fughe nel rock ‘n’ roll più classico, spazio ad aperture di sapore prog, un omaggio a Jon Lord con la ripresa di un suo brano strumentale inciso nel 1968. Lavoro più che dignitoso che non mancherà di essere apprezzato dai fan di lunga data.
bah…se scrivere una recensione vuol dire buttar giu’ meno di quattro righe dal giudizio approssimativo e frazionario,,allora sarebbe meglio lasciar stare.
Sig.re Antonio Bacciocchi,leggo che lei sia un musicista ( a me sconosciuto tra l’altro ),mi stupisce leggere certe parole verso musicisti di cotanta grandezza,di pensiero cosi negativo e modesto apprezzamento.,mi sarei aspettato di meglio,magari non di giudizio ma di concetto o perlomeno il perche’ tecnico di tale pensiero espresso.
Che dire,la musica andrebbe ascoltata senza preconcetti o paletti imposti,errori che frequentemente vengono espressi a briglia sciolta senza pensare a cio che si scrive. A mio avviso ha perso un’occasione.
Try Aganin….Giovanni
Caro Giovanni. E’ prassi in questo sito scrivere recensioni brevi. In relazione al nuovo dei Deep Purple ho sottolineato che non mi aspettavo certo la band di In Rock o Machine Head e nemmeno quella di Perfect Strangers. Il valore dei Deep Purple, tra le band rock più rappresentative in assoluto (e che seguo in tempo reale da metà degli anni 70) non è messo in discussione. Discuto quello del nuovo album, un onesto nuovo capitolo della loro infinita carriera ma che non si può, a mio modesto parere, certamente definire eccellente né porlo tra i loro migliori momenti. Si ascolta volentieri, tanta classe ma, purtroppo, non lascerà il segno.
ASCOLTARE QUESTO ALBUM SI CAPISCE SOLO UNA COSA : I DEEP PURPLE SONO ANCORA VIVI !!!!!!!!!