“ANNO ZERO” è un disco che richiama sonorità Post-Grunge e Dark, con influenze che spaziano dagli Alice In Chains a Marilyn Manson, con dei richiami anche al metal melodico moderno e al rock americano (Pearl Jam). Un viaggio nella mente umana partendo dai drammi esistenziali simulati di “A Family Drama”, alla libertà sensoriale punk di “I Like”, alla tentata ribellione verso il sistema di “Stop”, alla voglia di isolamento di “Free River”. A seguire si scende più in profondità nella follia di Devo Nod, con i brani “Now I Feel It”, “Kill Me, Fuck” e “Gacy” che parlano di depressione e malattie mentali. Si rinasce con “Nightfire” e “The Road” dove sembra esserci una speranza come in tutte le storie, ma la speranza si chiude con “Let Me Die”, qui il mondo è finito, Devo è l’ultimo rimasto sulla terra e a quel punto è giusto che il disco si fermi.
Spiega l’artista a proposito del nuovo disco: «“Anno Zero” per me significa rinascita, ripartenza. Ognuno la veda a modo proprio. Tutti i pezzi trattano argomenti di rinascita o cambiamento, ma non è un vero e proprio “concept album”. Durante la pandemia, ovvero quando ho concepito l’idea dell’album, mi sono immaginato che prima o poi sarebbe ripartito tutto, e così anche la mia carriera di musicista. Il sound è molto dark, con chitarroni metal e bellissimi assoli Hard-rock. Non mancano le ballad d’atmosfera come “Now I feel it” o “Nightfire” e “Let me die”. Penso che accontenterà un po’ tutti i palati, dal metallaro all’ascoltatore comune. Il fatto che io non possa essere collocato in un genere preciso sicuramente mi penalizza molto, ma io adoro questo aspetto”».
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