DOUGLAS STUART – La storia di Shuggie Bain
Una storia di degrado, violenza, brutalità, disfacimento.
Morale, sociale e fisico.
Ma é una storia piena di struggente, disperata dolcezza.
Non c’é un lieto fine, se non un vago barlume di speranza nelle ultime righe.
Le periferie annerite dal carbone, distrutte da disoccupazione, cattiveria e alcolismo, della Glasgow decadente dei primi anni 80, sono lo sfondo di una tragica (parzialmente autobiografica) vicenda che accompagna il rapporto tra la madre Agnes e il figlioletto Shuggie, in un infernale connubio di sopraffazione, dipendenza, abusi.
Il piccolo Shuggie, emarginato e sbeffeggiato per la latente omosessualità, sopravviverà a stento, circondato in continuazione dai suoi fantasmi.
Un romanzo fulminante, che non risparmia il gusto realistico, acre e sgradevole, di una condizione sociale ancora maledettamente e prospetticamente attuale.
Grande libro (Premio Booker Prize 2020) destinato a diventare un piccolo classico.
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