ERIC MORMILE – Quanta luce

Dopo aver mostrato la sua versatilità su YouTube con l’interpretazione di cover capaci di spaziare dall’ heavy metal di “Bark at the Moon” di O. Osbourne al pop raffinato e malinconico di “Inseguendo il Vento” di Mango, il cantautore, insegnante di educazione musicale e polistrumentista partenopeo Eric Mormile approda in radio e nei digital store con “Quanta Luce”, il suo singolo d’esordio in grado di avvalorarne eclettismo e minuziosa ricerca sonora.

Il brano, articolato su un travolgente elettro rock ispirato alla corrente new wave/synth pop dei primi anni ’80, mette in luce l’abilità compositiva ed esecutiva dell’artista e rappresenta una vera e propria esortazione a non cedere e non sopperire alla ristrettezza percettiva che ancora oggi, troppo spesso, ci conduce ad etichettare ciò che non comprendiamo istantaneamente come “diverso”, con un’accezione negativa e ghettizzante.

Nato dalla carica immaginifica dello stesso Eric, che ha saputo tradurre e trasformare un’esperienza diretta ostile del passato in un innovativo dipinto di ritmo e cromie interpretative, “Quanta Luce” racconta l’emarginazione sociale incoraggiando coloro che vengono classificati come “strani”, e per questo esclusi ed isolati, a non reprimere il loro bagliore interiore, poiché, per quanto arduo e complesso appaia seguire il proprio faro animico, soprattutto in alcune fasi della vita come quella dell’adolescenza, non è mai un errore essere autentici, ma, al contrario, risulta essere l’unica via per scoprire e apprezzare se stessi.

Non soltanto un trascorso vissuto in prima persona, ma anche una forte empatia scaturita dall’attenta analisi che, da insegnante, l’ha portato ad osservare quanto, in alcune classi, tutt’oggi, i giovani e le giovani che fuggono dall’omologazione di pensieri, azioni e atteggiamenti, esprimendo se stessi in maniera libera e spesso controcorrente, vengano definiti dai pari – e non solo – come persone da escludere, marginalizzandole in una solitudine dietro la quale non sempre è facile farsi scudo traendone riparo.

«”Quanta Luce” – dichiara Eric Mormile – nasce dal vissuto di tutti i giorni, dalla mia stessa pelle all’osservazione degli altri. L’ho scritto durante uno dei primi anni da docente in educazione musicale: sono capitato nella mia vecchia scuola media, un classico istituto di quartiere con vere e proprie classi-ghetto, classi medie e classi eccellenti. Ho potuto notare, a distanza di anni, come le cose, purtroppo, non siano cambiate: la situazione di alcuni alunni era quella di emarginazione totale….Il motivo? Si trattava di giovani intelligenti, brillanti e per questo additati ‘’diversi’’ dalla mediocrità sociale che vivono e viviamo quotidianamente. Lì, ho capito che in un quartiere come quello in cui vivo le cose non potranno mai cambiare se non proviamo a cambiarle noi adulti. Questi alunni, con cui ho fortemente empatizzato, hanno ispirato il brano ed io vorrei ispirare loro e tutti coloro che vivono una condizione di isolamento sociale come frutto di discriminazione e ristrettezza mentale, a combattere la visione distorta del nostro tempo tale per cui le peculiarità soggettive diventano un male per la collettività, dicendo loro di continuare a far brillare la loro luce, il loro modo di essere, senza preoccuparsi del giudizio altrui, perché crescendo si accorgeranno che chi rimarrà davvero abbagliato dalla purezza del loro chiarore, li capirà all’istante e li accetterà ed apprezzerà senza provare a cambiarli».

Proprio da questo focus di inclusione e accettazione, la scelta di scrivere e interpretare il pezzo in lingua napoletana, come lo stesso Eric spiega:

«Con il tipo di musica che propongo ed il linguaggio che utilizzo per esprimerla, sono di fatto anche io un ‘’diverso’’, e per questo non mi aspetto di essere capito, ma proprio perché credo nel valore della diversità come punto di forza e nelle parole di questa canzone, ho deciso di presentarmi al mondo nel mio dialetto per pura esigenza personale espressiva e per onestà stilistica. Questo è il mio punto di partenza, una presentazione: io sono questo qui, piacere!»

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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