FIORENZA CALOGERO – Avvertimento feat. Elena Ledda
Il video di “Avvertimento”, terzo estratto da “Vico Viviani”, il nuovo album di Fiorenza Calogero. Il brano vede la partecipazione di Elena Ledda, una delle voci più autorevoli della scena musicale tradizionale sarda e mediterranea. Sia il testo che la musica originali portano la firma di Raffaele Viviani, mentre la direzione musicale e gli arrangiamenti di questa versione sono curati da Marcello Vitale.
Con un video ambientato a Castellammare di Stabia, tra il porto e la frazione della Madonna della Libera, in una zona chiamata “Camarelle”, sul monte San Cataldo, “Avvertimento” è un brano che si rivolge ai giovani mettendoli in guardia dalla dura realtà della vita. Attraverso un linguaggio realistico e tagliente, Viviani avverte che l’esistenza non è fatta di sogni e illusioni, ma di sacrifici e privazioni. Il brano denuncia le ingiustizie e le difficoltà quotidiane, soprattutto per le classi più povere, offrendo un monito disincantato e crudo, in lingua napoletana, che riflette perfettamente lo stile di Viviani. Il ritmo e la melodia accentuano il senso di amarezza, rendendo il messaggio ancora più incisivo.
“Avvertimento” si inserisce nella tradizione di musica popolare partenopea, dove il canto diventa uno strumento per raccontare la vita del popolo, con le sue difficoltà e i sogni infranti. Nonostante la durezza delle parole, la canzone è un invito alla resistenza e alla consapevolezza, in linea con la poetica di Viviani, sempre attenta a dare voce a chi, nella società, è più vulnerabile.
Nata e cresciuta a Castellammare di Stabia, a pochi passi dalla strada che diede i natali a Viviani, Fiorenza Calogero è una delle voci più autentiche di Napoli. Con trent’anni di attività, tra teatro, cinema e concerti, ha esplorato il canto melodico e la tradizione orale, radicandosi nei linguaggi e nelle atmosfere tipiche della sua terra. La sua versatilità vocale, l’approccio sanguigno alla scrittura e l’espressività scenica la rendono una delle interpreti più profonde della canzone tradizionale italiana. Oggi è in tour con “Vico Viviani”, il suo ultimo album, pubblicato lo scorso 19 aprile e presentato in Italia e all’estero con un fitto calendario di concerti che ha toccato il Portogallo, il Marocco e la Spagna, e ha visto l’artista accompagnata, alla chitarra battente e alla direzione musicale, da Marcello Vitale.
Sabato 19 ottobre Fiorenza Calogero porterà “Vico Viviani” in concerto a Roma, al Teatro Eduardo De Filippo, per Officina Pasolini: un’intrigante esperienza di teatro-canzone, ideata e interpretata dall’artista stessa, che, attraverso la reinterpretazione dei principali capolavori di Viviani, vuole mettere in luce l’incredibile attualità e versatilità del grande commediografo stabiese. La direzione musicale, gli arrangiamenti e le rielaborazioni sono di Marcello Vitale, la regia dello spettacolo è di Gennaro Monti. Sul palco, anche Arcangelo Michele Caso al violoncello, Gianluca Marino alla chitarra, Gianluca Mercurio alle percussioni e Marcello Vitale alla chitarra battente.
“Vico Viviani” (Etichetta MigrazioniSonore/Distribuzione SoundFly 2024) è l’ultimo album ideato, prodotto e interpretato da Fiorenza Calogero, con la direzione musicale del Maestro Marcello Vitale, virtuoso e ricercatore della chitarra battente: non un convenzionale omaggio al commediografo stabiese, ma la dichiarazione amorevole e orgogliosa di un’appartenenza, la riscoperta pregnante di un’identità.
Settimo lavoro discografico dell’artista, “Vico Viviani” costituisce il perfetto connubio tra la tradizione scritta e quella orale. Le melodie raffinate dei brani, sapientemente armonizzate, si fondono con ritmi e linguaggi tipici della musica di tradizione orale. L’album rappresenta anche il crocevia di due personalità artistiche provenienti da esperienze musicali diverse, quella di Fiorenza Calogero, legata alla Canzone Classica Napoletana, e Marcello Vitale, che ha radici nella world music e nella musica antica, e ha curato la direzione musicale e gli arrangiamenti. La rielaborazione dei brani, inoltre, ha generato un ulteriore, affascinante incontro tra strumenti musicali appartenenti allo scenario odierno e quelli legati alla tradizione, la tammorra e la chitarra battente in primis.
La convinzione che le tematiche trattate da Raffaele Viviani siano ancora di estrema attualità ha spinto l’artista a utilizzare un linguaggio musicale contemporaneo, preservando al contempo il loro originale valore espressivo. Il sound assume una rilevanza particolare nell’esprimere temi ancora attuali, evocando la realtà descritta dal grande poeta contemporaneo: oggi gli “Zingari” non viaggiano in carovana, ma vivono in campi rom ai margini delle periferie e “Bammenella” non passeggia per Toledo ma attende i clienti vicino a un fuoco lungo la Domiziana. In “Si vide all’animale” la guerra viene rappresentata come un impulso innato dell’uomo a dominare il più debole.
Per il disco, Fiorenza ha coinvolto tantissimi artisti sia italiani che internazionali, tra cui Eugenio Bennato, Rosalia de Souza (Brasile), M’barka Ben Taleb (Tunisia), Elena Ledda (Sardegna), Maria Mazzotta (Salento), le Ebbanesis (Viviana Cangiano e Serena Pisa), Patrizia Spinosi, alcuni dei quali hanno tradotto nella loro lingua o nel loro dialetto le strofe originali di Viviani, e tantissimi musicisti di prestigio, come Jaques Morelenbaum, Elisabetta Serio, Ferruccio Spinetti, Luca Aquino, Maurizio Capone, Erasmo Petringa, Pericle Odierna, Ezio Lambiase, Francesca del Duca. La chitarra classica è stata affidata a Carmine Terraccianoe le percussioni e i tamburi a cornice a Gabriele Borrelli e Gianluca Mercurio. Collaborazioni che hanno permesso ai brani di assumere la stessa dimensione internazionale che da sempre caratterizza la Canzone Classica Napoletana.
L’album è stato anticipato il 22 marzo dal singolo e video di “Si vide all’animale”, feat. Eugenio Bennato, M’Barka Ben Taleb, e seguito il 14 giugno dal video di “Rumba dos Meninos”, feat. Rosalia De Souza e Jaques Morelenbaum, una versione originale del celebre brano di Raffaele Viviani, “La Rumba degli Scugnizzi”, nata dal desiderio di creare un parallelismo tra gli scugnizzi napoletani e i bambini delle favelas alla periferia delle città brasiliane.
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