Al quarto album Giacomo Toni firma un piccolo gioiello di personalità e maturità. Lui lo chiama “piano punk” e la definizione si avvicina bene a quanto ci è dato ascoltare in “Nafta”. Ma il tutto è ben più articolato e completo. Un approccio cabarettistico che richiama uno strano mix di Capossela, Jannacci, Clem Sacco e Gazzè ma che non è immune da folate che sembrano arrivare dal Teatro degli Orrori o dai mai troppo lodati Sparks. Album potente, aggressivo, arrembante, crudo, amaramente ironico, caustico, abrasivo. Notevole.
Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.
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