GIANMARIA SIMON – Lo chiamerei Goliardo

L’album d’esordio di Gianmaria Simon “L’ennesimo Malecon”, pubblicato da Vrec su tutti i portali digitali con la bonus track cover di Leonard Cohen “Dance Me To The End of love”, viene ora distribuito in tutti i negozi italiani da Audioglobe. Per l’occasione l’artista ha rilasciato un nuovo videoclip sulla canzone “Lo Chiamerei Goliardo”, singolo attualmente in rotazione radiofonica. Il video vede la regia di Massimo Geloni e Alice Lamberti ed è stato girato a Fosdinovo in provincia di Massa. “Lo chiamerei Goliardo” è lultima traccia del disco e lascia completamente la parola  all’autore che, seduto sopra un albero, guarda benevolmente i propri personaggi lasciandoli alle loro ingarbugliate vite.

«L’album “L’ennesimo Malecon” è un “lungone dromensar”, cioè un lungo cammino (in lingua romanì). Racconta di chi non sa eguagliare il proprio destino, di chi fugge da un passato ingombrante, di chi tiene i sogni all’ingrasso attendendo un’occasione di riscatto. – afferma il cantautore originario di Sarzana (quella striscia di terra che non è ancora Toscana e non è già più Liguria) ma residente a Massa. La musica di Gianmaria Simon si nutre di molteplici suggestioni muovendosi fra suoni di fanfare slave e swing manouche, fra echi di milonghe e deserti americani col cuore vinto dall’ebbra fascinazione delle fumose “caves” esistenzialiste e dei cabaret berlinesi. Le canzoni sono popolate da un’umanità varia e bizzarra che si muove nella penombra dei vicoli, nei sobborghi malfamati, nelle bettole più sordide, fra le macerie della civiltà, lontano dal luccichìo del centro e, per dirlo con De Andrè, dall’amore bianco vestito. Le epoche e gli idiomi si accavallano e si confondono formando un racconto corale e prismatico.

Cenni biografici / Gianmaria Simon nasce nel 1976 a Sarzana (La spezia) ma da tempo è residente a Massa. Cresce sotto l’egida delle petrose e anarchiche alpi Apuane dove, a seguito di studi poco brillanti, si dedica a coltivare passioni tutt’altro che redditizie come la musica e la poesia. Impara a suonare la chitarra e compone le prime canzoni che mette a sedimentare in un cassetto. A diciotto anni indossa una salopette, suona blues del delta e dice di voler sposare una nera del Mississipi. In seguito viaggia in Germania e in Francia suonando per strada musica di Dylan e di Neil Young.  Una notte guardando The House di Šarūnas Bartas ascolta la più triste delle melodie suonata da una fisarmonica e decide di imparare la fisarmonica. Continua a scrivere versi seduto sopra un albero. Suona musica d’autore coi Bandido Maria, musica tradizionale coi Mus, gipsy rock con Mira Leon, combat folk coi Visibì, studia Bach al conservatorio. Dà quindi vita ai Trajet Karavani e le canzoni sopravvissute agli anni vedono finalmente la luce. Il progetto muta e si evolve e prende forma il primo album solista dal titolo “L’ennesimo Malecon”

 

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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