GIORGIENESS – Maledetta
https://www.youtube.com/watch?v=6GeY36L963k
Sul video:
“Come per il servizio fotografico fatto a distanza con Giulia Bartolini, per il video Maledetta volevo trovare un’idea che potesse farmi ricordare di questa quarantena anche come qualcosa di stimolante, un momento in cui dare spazio alle idee e alla creatività. Qualcosa che rendesse questo tempo meno sospeso, meno triste. Qualcosa che, seppur costretta in uno scatolone, mi aiutasse a viaggiare, almeno con la fantasia. Ho parlato con Silvano Richini, regista e amico, dicendogli che simbolicamente mi sarebbe piaciuto arrivare a casa degli altri attraverso uno schermo. Lui ha colto la palla al balzo ed è tornato da me con questa idea: avrebbe costruito una casa di cartone in cui mi sarei mossa attraverso un telefono, in piano sequenza. Per caso ho riguardato i video della mia vacanza preferita e li ho trovati perfetti per raccontare la canzone: ecco, così è nato il video di Maledetta” – Giorgieness
Sul brano:
Prodotto da Ramiro Levy (voce e chitarra della band brasiliana Selton), Marco Olivi (Ghemon, Ex Otago), e Davide Napoleone (Michele Bravi, Booda, Gaia Gozzi), il brano consacra la nuova fase artistica di Giorgia D’Eraclea, anima e voce del progetto nato nel 2011 e pronto a tornare alla ribalta dopo un periodo di lontananza dalla scena discografica. “Maledetta” è una ballad moderna che esplode in un climax di sonorità intense e vibranti in cui trova dimora un testo autobiografico capace di instaurare una sinergia immediata con l’ascoltatore. A farne da base è un tessuto acustico ed elettronico, a tratti ruvido, che trasporta il “verbo al futuro” proiettato “tra presente e per sempre”.
“Era fine estate, sul tappeto dove sono cresciuta a casa di mia madre” spiega Giorgia D’Eraclea. “Non scrivevo da un mese, immagazzinavo vita, paesaggi, salsedine, sorrisi, persone, volti amici, vita”. “Fuori dalla veranda, il mondo al tramonto. Dentro, alcune delle persone a cui tengo di più. Ho pensato a tutte le volte che ci si delude senza farsi male, ai cambiamenti necessari, a quanto poco ci conosciamo, al falso mito della coerenza che spesso è una scusa per non saltare nel vuoto, a come la vita mi ricordi un treno sul quale qualcuno scende e qualcuno sale, ma senza fermate, anzi, solo una, si spera il più lontano possibile. Sono cambiata tanto in questo lungo silenzio, quanto mi è servito lo capisco solo ora”, prosegue la cantautrice, che aggiunge: “Ho plasmato la rabbia in determinazione, il rumore in vento leggero, distorto quanto basta. Più di tutto ho trovato la voce che ha il mio viso di oggi e l’ho usata tutta, senza paura di parlare piano”. “Maledetta sono io, maledetta sei tu, maledetti siamo noi ogni volta che portiamo qualcuno al limite, senza superarlo, sapendo chiedere scusa. Maledetta è la vo
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