E’ uscito il videoclip di “Di sole e d’azzurro”, secondo brano estratto dall’album “Dolcissime Radici” della cantante barese Giovanna Carone, pubblicato per Digressione Music. Il video, per la regia di Giuseppe Rosato, propone un intrigante gioco di rimandi con le sequenze delle sessions di registrazione del disco intercalate da immagini dense di poesia. L’elegante timbro vocale della cantante pugliese, incorniciato dal raffinato arrangiamento, esalta il lirismo del testo firmato da Zucchero e le complesse strutture musicali del brano, portato al successo da Giorgia, che gioca su un continuo cambio di registri vocali. Il videoclip è disponibile al seguente link https://youtu.be/677ZYOMqQYs.
“Dolcissime Radici” ha raccolto ampi consensi di pubblico e critica, giungendo ai vertici delle chart internazionali dei network MerginArts negli Stati Uniti d’America e Global Village in Australia, oltre a raccogliere passaggi e presentazioni radiofoniche di prestigio, tra cui quello nel corso della nota trasmissione radiofonica Mundofonías.
Il disco raccoglie undici brani che compendiano l’articolato background artistico e formativo di Giovanna Carone e spazia attraverso sette secoli di storia della musica, dal Trecento alla musica barocca per toccare la moderna canzone d’autore. Filo conduttore del disco è il personale percorso di ricerca dell’artista pugliese intorno alla lingua italiana e alla sua evoluzione in relazione alla musica e alla poesia.
Ad accompagnare la cantante barese in questa nuova avventura musicale è un gruppo a geometrie variabili composto da alcuni tra i migliori strumentisti della scena musicale italiana: Leo Gadaleta (arrangiamenti, violino acustico ed elettrico, piano Rhodes, chitarra classica, chitarra synth e chitarra portoghese, samples ed elettronica), Vince Abbracciante (fisarmonica), Pippo D’Ambrosio (percussioni), Nando Di Modugno(chitarra classica ed elettrica), Guido Morini (clavicembalo, pianoforte), Roberto Ottaviano (sax soprano), Mirko Signorile (pianoforte) e Giorgio Vendola (contrabasso).
Dal punto di vista prettamente musicale l’album si muove tra il jazz e la musica contemporanea con addentellati che rimandano alla musica del Seicento italiano e quella cameristica.
Aperto dalla splendida rilettura di “O vezzosetta dalla chioma d’oro” di Andrea Falconieri – primo singolo estratto dal disco – il disco è un susseguirsi continuo di perle che vanno da “Lamento di Apollo” di Francesco Cavalli a “Giovine Vagha” e “Ecco la primavera” di Landini, passa per “Se l’aura spira” di Frescobaldi per toccare la canzone napoletana con “Passione” di Libero Bovio e i Cantacronache con “Un paese vuol dire” di Mario Pogliotti. L’approdo è alla canzone d’autore è sorprendente con “Un giorno dopo l’altro” di Luigi Tenco e “Un anno d’amore” di Mogol ma soprattutto con le brillanti versioni di “Di sole e d’azzurro” di Zucchero Fornaciari e “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” di Max Gazzè.
“Di sole e di azzurro”
Regia di Giuseppe Rosato
Da un’idea di Giovanna Carone
Arrangiamenti di Leo Gadaleta
Giovanna Carone voce Vince Abbracciante fisarmonica Pippo D’Ambrosio percussioni Nando Di Modugno chitarra classica ed elettrica Leo Gadaleta violino acustico ed elettrico, piano rhodes, chitarra classica, chitarra synth e chitarra portoghese, samples ed elettronica Guido Morini clavicembalo, pianoforte Roberto Ottaviano sax soprano Mirko Signorile pianoforte Giorgio Vendola contrabasso
Tracklist
1. O vezzosetta dalla chioma d’oro
2. Passione
3. Lamento di Apollo
4. Un paese vuol dire non essere soli
5. Giovine vaga
6. Un giorno dopo l’altro
7. Ecco la primavera
8. Fantasia – Se l’aura spira
9. Un anno d’amore
10. Di sole e d’azzurro
11. La leggenda di Cristalda e Pizzomunno
Le mie dolcissime radici…
Cercavo un nome per il disco ed è arrivato per caso, con stupore e come un regalo inatteso, mentre cantavo il Lamento di Apollo di Francesco Cavalli. Dolcissime le mie radici e non solo. C’è una radice comune nei brani che ho scelto. È la nostra lingua meravigliosa, il sapore della parola ricercata, i bassi ostinati, la morbidezza della melodia italiana, la poesia. Senza tempo, nel tempo. Sono cresciuta attraverso la musica strumentale, mi sono innamorata del canto “da grande” e ho imparato ad usare la voce nella complessità della musica polifonica, nella parola cantata della musica del ‘600. Se l’aura spira di G. Frescobaldi è una delle prime arie a voce sola che ho imparato e Giovine e vagha di F. Landini, ascoltata da una ispirata cantante tedesca durante un corso sul Trecento italiano tenuto da P. Memelsdorff, mi ha rapita al primo ascolto. Ho scoperto per caso la voce naturale attraverso il repertorio yiddish e ho continuato a cercarla in altre lingue. Dovevo per necessità approdare all’italiano. Sono partita da qui. Ho provato a cantare con leggerezza, a contaminare i miei amori, cercare connessioni tra i bassi ostinati del barocco e quelli della nostra musica leggera. Con naturalezza tutto si è incontrato e reinventato. Ho cercato un complice e Leo Gadaleta, amico e musicista sapiente ed entusiasta, mi ha accolta, sostenuta, accompagnata, sollecitata ad avere una meta, a volte senza meta. E in fondo, ha fatto anche suo questo progetto. Non smetterò mai di ringraziarlo. Guido Morini, Mirko Signorile, Nando Di Modugno, Vince Abbracciante, Pippo D’Ambrosio, Giorgio Vendola e Roberto Ottaviano hanno arricchito, colorato e definito con la loro arte il percorso. Sono onorata della loro fiducia e disponibilità. Fra loro ci sono affetti cari e musicisti che hanno segnato in modo importante il mio cammino musicale.
Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.
Commenti recenti