GIULIANO DOTTORI – Forever giovane

Ideazione e Montaggio: Michele Rho
Post produzione: MRK productions
Video realizzato con materiale d’archivio coperto da Creative Commons

“Forever Giovane” fa parte dell’album “L’Arte Della Guerra Vol.2”

L’Arte Della Guerra Vol.2” riparte dallo stesso concept, un vero e proprio unico disco diviso in due volumi che escono ad un anno di distanza. I due volumi sono molto diversi tra loro, ma perfettamente complementari, anche dal punto di vista dei testi.

Se nel Vol.1 il concept dell’Arte Della Guerra si rivolgeva all’intimità e all’interiorità dell’autore, il Vol.2 affronta lo stesso tema ma rivolto al mondo esterno, quello della quotidianità, e delle piccole e grandi battaglie che ognuno di noi deve imparare a vivere, ad elaborare, ad affrontare. Ecco quindi che in Fiorire, che vede co-protagonista Dimartino, si racconta la rinascita necessaria dopo la sconfitta quotidiana, prendendo come metafora la natura e i suoi ritmi. Forever Giovane racconta di un’emozione comune a tutti, quella del passare del tempo e della necessità di fare della ciclicità della vita una grande consapevolezza. Andare Via è la fuga, la voglia di scappare, in cerca di qualcosa che non conosciamo ma che già sembra la soluzione ai nostri problemi, per poi rendersi conto che in fondo si sta spesso fermi nelle proprie convinzioni. Ma probabilmente più di tutti è Siamo tutti degli Eroi il brano più rappresentativo del disco, un paragone metaforico fra le grandi imprese dei nostri nonni e genitori e le sfide, solo all’apparenza più semplici e banali, che oggi ognuno deve affrontare e che a loro modo creano veri e propri eroi del nostro tempo. Il passaggio del testo “in Africa mio padre c’è stato per davvero“, introduce una velata riflessione sulla superficialità di molte persone nel sentirsi compassionevoli verso un mondo che in realtà conoscono quasi sempre solo dal punto di vista di un resort per turisti, e che contribuisce ad alimentare il mito della fuga. Il Pavimento Del Mattino, forse uno dei capitoli più interessanti dell’album, anche grazie al featuring rap/soul di Ghemon, è invece un “brano impressionistico“, che usando come metafora il micro mondo di un condominio, racconta il risveglio mattutino di alcuni personaggi, le loro paure, il fluire del tempo, la solitudine tipica delle grandi città.

In generale questo album rappresenta un modo nuovo e inedito di scrivere testi di Giuliano Dottori, meno intimisti e più descrittivi, meno adagiati sulle emozioni personali e più narrativi.

Ma è soprattutto dal punto di vista musicale che L’Arte Della Guerra Vol.2 introduce moltissime novità nel repertorio di Giuliano Dottori. Questo disco è, di fatto, un ponte tra Cuba e la Grecia, passando per l’Africa centrale. Per la prima volta Giuliano ha scritto queste canzoni sulla chitarra classica, strumento che lo ha portato a introdurre già in partenza sfumature diverse, a volte afro cubane, a volte balcaniche, a volte folk. Il lavoro svolto sulle canzoni insieme ai suoi musicisti di sempre, Mauro Sansone (batteria) e Marco Ferrara (basso), ha arricchito ulteriormente l’aspetto “etnico” del disco, grazie soprattutto alle tante esperienze stilistiche che entrambi hanno avuto in questo senso.

Un’ulteriore e forte suggestione che ha portato il disco ad avere questa sonorità è stato anche l’album “Des Visages Des Figures” dei Noir Desir, che per caso è saltato fuori poco prima di affrontare la produzione. Questo disco si è aggiunto alle influenze che ormai da qualche anno Giuliano Dottori tiene in grande considerazione, come Jonathan Wilson (con il quale ha condiviso il palco nel 2013), Patrick Watson e Grizzly Bear.

L’Arte Della Guerra Vol.2, come era già successo per il Vol.1, è stato finanziato da una campagna di crowdfunding. Giuliano Dottori ha ormai adottato questa modalità come modus operandi, attratto dall’aspetto di “responsabilità reciproca” che si instaura fra artista e pubblico, in cui entrambi si fanno carico della qualità del disco e della sua esistenza e diffusione. Un modello (anche concettuale) che negli Stati Uniti ha portato a grandi successi discografici (e anche cinematografici) e che in Italia si sta lentamente diffondendo, soprattutto a livello culturale, e di cui Giuliano si pone come promotore.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.