GLI INCUBI DI FREUD – E poi non ridi più
Ridere è una cosa serissima”. Ridere nel 21esimo secolo è purtroppo la prima forma di attacco passivo aggressivo. In un ballo allegro, che vortica sempre più in una distopia distorta di suoni, Gli incubi di Freud, vi ricordano quanto sia bello e serio ridere. Pop rock ballabile e risibile, un tormentone estivo ma in pieno inverno per evitare di essere derisi per una scelta banale. Spirito caliente in pensiero socratico. “Seven days in the sun” dei Feeder ma scritta da un giovane Samuele Bersani.
Gli Incubi di Freud sono una distopia solista e cooperativa di alternative talkative rock di Joshua
McFarrow, “paziente zero” (nonché voce, basso, musica, testi, video, idee, crisi esistenziali) di Ripe San Ginesio (remota provincia maceratese)
Gli altri pazienti/musicisti viaggiano lungo l’inesistente asse Treia/Porto Sant’Elpidio.
La band si completa così con Alessandro Camela alla batteria, Andrea “K” Piermarteri alla chitarra ritmica e Massimiliano Camela alla chitarra solista.
Non è casuale l’utilizzo di termini psicoterapeutici (come deducibile dal nome del progetto): il concept e le tematiche del gruppo nascono dall’esperienza in prima persona del cantante, dando seguito alle sedute in studio attraverso la musica.
“Gli incubi di Freud nascono dalla precisa necessità di fare introspezione pubblica con la schiettezza propria della musica, ambito che mi permette di muovermi senza gli abituali impacci di timido impacciato introverso quale sono senza un microfono sotto al mento.” afferma Joshua.
vedrà la luce nei club del maceratese e dell’anconetano solo nella primavera del 2023 con l’attuale formazione. Edizioni Musicali Magilla Spettacoli.
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