HERSELF – My pills

“My Pills“ anticipa il nuovo album che vedrà la luce il 1° Marzo con il titolo “Spoken Unsaid” eche verrà stampato in edizione limitata di 300 copie in vinile 180gr.
La canzone è caratterizzata da un mood malinconico e vagamente dreamy.
Si configura come un ulteriore passo nel songwriting intimista e folk tipico dell’artista, ma stavolta con un focus maggiore su una scrittura sempre meno naive e più incline al letterario.
Siamo nelle coordinate di una ballata triste e acida, che potrebbe riecheggiare i drammi intimisti di un Roger Waters, o la disillusione “leggera” di David Bergman.
Un suono a cavallo tra gli inlgesismi ‘60 e la canzone impegnata dei folk heroes degli anni 70.

Il video narra di perdita e tormento, e di una temporanea fuga dalla realtà. Assistiamo al tentativo del protagonista di assimilarsi disperatamente a una persona amata, attraverso una sorta di rituale che decide di documentare con la telecamera. Non è chiaro il motivo, né sappiamo chi fosse per lui questa donna… avrebbe potuto essere un’amante? Forse una sorella? O un’amica?… è morta? Scomparsa dalla sua vita, e per quale motivo? Sembra non essere importante, il motivo. Il focus punta un soggetto nel tentativo disperato di abbandonare la propria vita per divenire – letteralmente! – un’altra, anche se per pochi istanti, prima che l’illusione inevitabilmente si frantumi e la cupa realtà inghiotta tutto.

Credits Video: Written and Directed by: Sergio Angot With: Adam Brody Director of Photography: Mark Swaffield Camera Assistant: Barry Hoffman Assistant Director: Ignacio Crespo Location: Jumping Sofa Studio – Archway Special Thanks to: Jennifer Evans, Aga Hryn, Il Benna, Heather Murphy, Mauro Falcioni, Fay Collins.

Breve Bio Herself.
A 5 anni di distanza da “Rigel Playground”, Herself, moniker sotto cui si cela il polistrumentista palermitano Gioele Valenti, si accinge quindi alla prosecuzione della sua ormai fitta e consumata carriera che negli anni ne ha decretato il carattere da puro outsider.
 
Molto attivo sulla scena neopsichedelica nordeuropea in diverse formazioni (Josefin Ohrn, Lay Llamas), Gioele Valenti gira l’Europa con due delle sue creature musicali, JuJu e Herself.

Il lavoro di Herself viene salutato dalla critica, sin dagli esordi in casa Jestrai (prima label dei Verdena), come un armonico meltin’ pot tra Sparklehorse, Gravenhurst e Will Oldham. 
Con un pugno di dischi alle spalle, il songwriting di Gioele Valenti sa di folk apocalittico a bassa fedeltà, derive crooner e pop adamantino, e sebbene affondi le sue radici nella tradizione della forma canzone, la sua musica osa spesso nel territorio di una sperimentazione sottile ed equilibrata.

L’ultimo lavoro Rigel  Playground (2018 Urtovox rec.) predisponeva l’ascoltatore ad un viaggio fatto di folk cosmico, in cui gli inglesismi della tradizione si sposavano con una vena alt, come se Beatles e Sparklehorse avessero incontrato i tormenti di Nick Drake e l’intimismo di Mike Scott.

Avvezzo da sempre alle collaborazioni (negli anni, Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, John Fallon dei The SteppesCapra Informis degli svedesi GOAT ecc…), ospite illustre in quell’album fu Jonathan Donahue, front man degli americani Mercury Rev, band di assoluto rilievo nell’indie internazionale, che oltre ad aver prestato la voce sul singolo The Beast of Love, ha – a detta dello stesso Herself – informato l’essenza dell’intero disco. Non a caso, i Mercury Rev hanno scelto Herself per accompagnarli durante il loro ultimo tour italiano nel 2019.
 
JuJu è invece un progetto di psichedelica pan-mediterranea, in cui convergono gli stilemi del rock lisergico a cavallo tra ’80 e ’90, pulsioni krautrock ed elementi di tribalismo africano.
Con questa formazione, Gioele Valenti ha pubblicato 4 dischi (il debutto self-titled, ‘Our Mother Was A Plant’, ‘Maps And Territory’, ‘Fuzz Club Session’, ‘La Que Sabe’) e un quinto di imminente uscita, tutti per l’etichetta inglese Fuzz Club Records, label di punta del movimento neopsichedelico nordeuropeo.
Con JuJuValenti è stato impegnato negli ultimi anni in una nutrita attività live, che l’ha portato ad esibirsi in festival come il Liverpool Psych Fest, il Fuzz Club Eindhoven, il Dunajam, e in locali come il Supersonic di Parigi, la Roundhouse di Londra o il Muziekgietereij di Maastricht.
 
Credits ”My Pills”:
Scritta, suonata, registrata e mixata da Gioele Valenti.
Mastering by Carl Saff
Formazione Live ”Herself”: Gioele Valenti (voce chitarra), Ornella Centriglia (piano e sinth), Aldo Ammirata (violoncello e basso), Andrea Chentres (batteria).

Booking by A Giant Leap agency

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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