Il meglio del 2024 dalla redazione di RadioCoop
Le preferenze della redazione di RadioCoop per il 2024.
VITTORIA ROSSI
Arooj Aftab – Night Reign
TRAИƧA, various artists (a cura di Red Hot Org)
Tyler, The Creator – Chromakopia
JPEG MAFIA – I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU
Jamie XX – In Waves
Geordie Greep – The New Sound
Idles – TANGK
Arab Strap – I’m totally fine with it 👍 don’t give a fuck anymore 👍
KNEECAP – Fine Art
Angélica Garcia – Gemelo
Julia Holter – Something in the room she moves
Show Me The Body – CORPUS II
The Cure – Songs of a lost world
I Hate My Village – Nevermind The Tempo
+ 2 EP:
Slow Burn EP di Baby Rose e BADBADNOTGOOD
Rituale moderno EP di Archivio Futuro
Restando in tema musica, un bel libro letto quest’anno è stato “Islampunk” (“Taqwacores”) di Michael Muhammad Knight, scoperto grazie alla trasmissione radio La musica tra le righe. Il romanzo, ambientato a New York negli anni ’90, racconta la vita di uno studente mussulmano diviso tra con la fede nell’islam e la fede nel punk. Nel 2024 è uscito al cinema in proiezione speciale il docu-film “Benson – La vita è il nemico”, un omaggio apprezzatissimo all’iconico Richard Benson. Infine, miglior concerto dell’anno: Arab Strap, visti quest’estate a Milano.
CARLO MAFFINI
La mia selezione è in ordine alfabetico partendo da una giovane Billie Eilish, per la quale ho sempre avuto un debole, arrivando a Toco, cantautore brasiliano residente in Italia che mi piace per la sua allegra energia.
Nel mezzo c’è spazio per i miei generi preferiti, soul, funk, dance e pop arrivando alle ultime “fatiche” di Kiwanuka, al sempre presente e bravissimo Cesare Cremonini (unico italiano) oltre ai miei idoli degli anni ’80 Tears for fears con un live e 4 inediti, Galliano e la bellissima voce di Dee C. Lee storica cantante degli Style Council.
Fink è sempre una sorpresa, The Blessed Madonna un mito, Frisina e Dining Rooms immancabili nelle mie playlist, Michelle David strepitosa, Empire the Sun con un ottimo rientro nelle scene musicali e nuovi e vecchi talenti che vi invito a scoprire se vi sentite in sintonia con il sottoscritto.
Buone feste amici!
Billie Eilish – Hit Me Hard And Soft
Cesare Cremonini – Alaska Baby
Cotonete – Victoire de la musique
Dee C. Lee – Just Something
Galliano – Halfway Somewhere
Empire of The Sun – Ask The God
Fink – Beauty In Your Wake
Gerardo Frisina – Joyful Sound
Joel Sarakula – Soft Focus
Judith Hill – Letters From a Black Widow
Marcus King – Mood Swing
Michael Kiwanuka – Small Changes
Michelle David & The True Tones – Brothers & Sisters
MT Jones – Put Me Through
Real Estate – Daniel
Tears for Fears – Songs For A Nervous Planet
The Blessed Madonna – Godspeed
The Dining Rooms – Songs To Make Love To
The New Mastersounds – Old School
Toco – Riviera
NICOLO’ ROSSI
2024
un anno che ne ha racchiusi tanti
MA non perdiamoci ecco il top o quantomeno l’ok dell’anno
ALBUM MUSICALI
Arab Strap – I’m Totally Fine with IT Don’t Give a Fuck Anymore
Kendrick Lamar – GNX
BONUS: Songs: Ohia – Live: Vanquishers (R.i.p. Jason Molina)
LIVE:
Arab Strap @ Triennale (nonostante il polline abbia attentato al cantante)
The Body+Dis Fig, The Uniform (e un gruppo di apertura che ammetto di aver perso) @ Arci Bellezza
Sun Kil Moon @ Parma
BONUS: presentazione album Generic Animal @ Parma
(su questi concerti potrei esser un po’ di parte per questioni personali chi sa sa)
FILM:
The Substance, Coralie Fargeat
Los Colonos, Felipe Galvez
The First Slam Dunk, Takehiko Inoue
BONUS: Let It Bring Hope: Bohemians v Palestine
CANALI YOUTUBE:
Burialgoods – in particolare, i video “brothers may I have some oats\loops”
Rap Shar3 | راب شارع – rap dal mondo arabo, storie di resistenza, spiritualità e trap bro
Canzoni dimenticate – bellissimo archivio di canzoni oggettivamente ed indiscutibilmente dimenticate (alcune più alcune meno, alcune a ragione altre meno)
BONUS: Charlie Cook – un tizio che fa cover di canzoni sparando. Già.
Consiglio anche di leggere “Isole dell’Abbandono” di Cal Flynn, “Monica” di Daniel Clowes e di seguire l’account di iconografie xxi.
PAOLO MUZIO
Con il 2024 ormai agli sgoccioli, è tempo di fare il punto su tutto ciò che ha reso quest’anno memorabile. O almeno di provare a ricordarlo con un pizzico di ironia.
E allora, tra musica, cinema e televisione, ecco a voi il mio personalissimo meglio (o peggio?) del 2024:
Musica
Non è una novità di quest’anno, ma per me è stata una rivelazione. Parliamo di “Sugli sugli bane bane” delle Figlie del Vento, anno 1973. Un autentico capolavoro di insensatezza musicale che, in tempi di playlist curate da algoritmi sofisticati, dimostra che il nonsense può ancora essere una gioia per le nostre orecchie. Consigliatissimo anche il video, che aggiunge un tocco visivo a questa esperienza surreale.
Se il 2024 è stato l’anno delle riscoperte, questa canzone si merita un posto d’onore nella lista delle “Cose che non sapevi di voler conoscere”.
Cinema
Tra i film che hanno lasciato un segno quest’anno, spicca “C’è anche domani“, la pellicola tratta dall’autobiografia di San Ennio Doris, patrono dei banchieri.
Un progetto ambizioso che ha visto un Massimo Ghini in stato di grazia, capace di trasformare bilanci bancari e aneddoti di vita in momenti di pura emozione cinematografica.
Chi lo avrebbe mai detto che i family banker potessero commuovere? Una visione imprescindibile per chi cerca ispirazione o semplicemente ama le storie di successo (con tasso d’interesse variabile).
Televisione
Nulla di particolarmente degno di nota da segnalare quest’anno, ma non disperiamo. Il 2025 si preannuncia promettente con l’uscita di “Ilary“, sequel della docuserie “Unica”.
Questa volta, seguiremo Ilary Blasi mentre ridisegna la sua vita post-divorzio, tra crescita personale, opportunità di carriera e, naturalmente, un nuovo amore. Sarà un altro caso di binge-watching obbligatorio? Solo il tempo ce lo dirà, ma noi siamo fiduciosi.
Nel frattempo, rimaniamo in attesa, telecomando alla mano.
LAURA AROSSA
Film
1. Perfect Days (Wim Wenders)
2. Povere Creature (Yorgos Lanthimos)
3. Kinds of Kindness (Yorgos Lanthimos)
4. La zona d’interesse (Jonathan Glazer)
5. The Substance (Coralie Fargeat)
6. Past Lives (Celine Song)
7. La stanza accanto (Pedro Almodovar)
8. Megalopolis (Francis Ford Coppola)
9. Il ragazzo e l’airone (Hayao Miyazaki)
10. The first Slam Dunk (Takehiko Inoue)
11. The Apprentice – alle origini di Trump (Ali Abbasi)
12. Vermiglio (Maura Delpero)
13. L’innocenza (Kore’eda Hirokazu)
14. Tatami (Guy Nattiv e Zar Amir)
LUCA PARIZZI
Per me è stato un anno veramente scarso musicalmente parlando, ho sentito pochissima roba interessante. Salvo qualche eccezione, cose gradevoli ma niente più (per me).
Ecco qualche brano che ha girato spesso nelle mie playlist:
https://open.spotify.com/track/3HErXAS9DiVd8C9x6CJTYd?si=0b8e5db01a034107
Album preferito nel 2024
ANTONIO BACCIOCCHI
TOP 10
THE PRISONERS – Morning star
A trent’anni dall’ultimo album torna una band seminale, per quanto oscura e immeritatamente trascurata, autrice di quattro fenomenali album e di una carriera fulminea quanto lucente ed esplosiva. Furono precursori del Britpop con un sound che mischiava Small Faces, garage, beat, psichedelia, con l’energia del pub rock e del punk. La carriera successiva allo scioglimento ci ha dato grandi soddisfazioni con James Taylor Quartet, Solarflares, Prime Movers, Gaolers, Galileo 7. L’inaspettata reunion ci riconferma, con gli stessi favolosi ingredienti, una band ancora fresca, pulsante, creativa, con quattordici brani nuovi, semplicemente eccezionali.
JUDITH HILL – Letters From A Black Widow
Una storia tremenda quella a cui fa riferimento il titolo. Judith Hill è stata a lungo definita “Black widow” a causa delle sue collaborazioni con Michael Jackson e Prince poco prima che morissero, facendo partire una campagna diffamatoria e infamante, rinfocolate dagli hater da social. Il suo curriculum è ricchissimo di backing vocals per varie star della musica, da Rod Stewart a Robbie Williams, John Legend, Dave Stewart. Il nuovo, quinto, album è un capolavoro in cui troviamo soul, funk, blues, gospel, jazz, sperimentazione, rock, elettronica, hip hop, con la sua voce spettacolare a tenere le fila. A tratti ricorda Macy Gray o Erikah Badu, a volte Prince e altre Sly and the Family Stone o perfino Aretha Franklin ma la personalità e l’ecletticità che sprigionano l’album sono uniche e originalissime.
The X – Smoke & Fiction<
Nell’ultimo album della loro lunga e gloriosa carriera gli X fanno gli X, esattamente come ce li aspettiamo e come ci piacciono. Dieci canzoni, meno di mezzora di musica. Talmente belle da sincera commozione. Grazie per tutta la bellezza e per il vostro eterno Wild Gift!
BLACK CROWES – Happiness bastards
Il ritorno dei Robinson Bros non tradisce le attese. Consueto southern rock tinto di funk, soul, Stones, Stax, 70’s hard, blues. Ma quanta classe, energia, groove. Hanno pochi rivali in questo ambito.
THE LIBERTINES – All quiet on the eastern esplanade
Lasciate finalmente da parte le banalità da gossip, Pete Doherty, Carl Barat e soci dimostrano di avere ancora tanto da dire e lo fanno con un ottimo album, pieno di belle canzoni. Alcune punkeggianti come “Oh shit”, “Be young” o “Run run run”, altre immerse in malinconiche atmosfere semiacustiche, bluesy o swinganti (“Baron’s claw”) o con un tocco reggae. Il capolavoro è però “Merry Old England” un incrocio tra Paul Weller, Joe Strummer, Kinks e Billy Bragg. Un album di cui ci si può anche innamorare.
MOOON – III
Terzo album per la band olandese, immersa come sempre in atmosfere freakbeat, garage, psichedeliche, profondamente Sixties (con qualche puntata nel decennio successivo). Divertenti, a tratti travolgenti.
THE HEAVY HEAVY – One Of A Kind
Spettacolare esordio per la band di Brighton che pesca a piene mani nei fine Sixties più cool, tra melodie alla Jefferson Airplane, Turtles, Monkees, ballate West Coast (vedi CSN&Y), immancabili riferimenti Beatlesiani. Ma ci sono anche Velvet Underground, The Band, il Dylan di metà decennio, Byrds e tanto altro, incluse folate Britpop/shoegaze. Irresistibile.
PRIMAL SCREAM – Come ahead
La band di Bobby Gillespie torna con il botto.
“Come ahead” è pieno di groove funk, soul, disco da dancefloor.
Ma anche blues, gospel, malinconia, technopunk (formidabile “Love ain’t enough” e …Stone Roses meet Bobby Gillespie (“Circus of life”).
Disco riuscito, immediatamente riconoscibile, modernissimo ma con l’anima nel (recente) passato.
DEXY’S – The Feminine Divine + Dexys Classics: Live!
Formidabile live con 19 brani in cui la band raccoglie l’intero, recente e ottimo, “Feminine divine” e poi ci delizia con versioni stupende, elaborate, piene di soul, groove e raffinatezza di alcuni classici, da “Geno” a “Come on Eileen”, passando attraverso “Jackie Wilson said”, “Plan B”, “Tell me when my light turns green”. Si chiude con la struggente canzone popolare irlandese “Carrickfergus”. Registrazione impeccabile, band spaziale, kevin Rowland vocalmente superbo. Un gioiello.
KNEECAPP – Fine art
Il trio di Belfast firma il secondo album , un assalto sonoro hip hop / funk, che guarda soprattutto ai Beastie Boys, cantato in inglese e gaelico, ma con influenze anche da The Streets, Slowthai e gli immancabili Sleaford Mods.
Giovani, incazzati, sfacciati.
Ci sono anche Grian Chatten dei Fontaines D.C. e altri ospiti, rumori, suoni, interludi.
Sound of the suburbs.
Commenti recenti