ILENIA ROMANO – Arbore Femina

E’ uscito il singolo (accompagnato dal videoclip) “ARBORE FEMINA”, il brano etno-pop in chiave elettro-acustica di Ilenia Romano, cantante sarda che esordisce come cantautrice dopo anni di studio e ricerca.

Composto e cantato in lingua logudorese, variante settentrionale del sardo propria del paese di origine per linea materna, Ittiri, nella regione storica del Coros nel Logudoro, il brano anticipa l’omonimo album (Moonlight Records/Ird) in uscita il 20 settembre: undici tracce in cui il mondo acustico e quello elettronico si fondono per abbracciare la tradizione linguistica e trovare soluzioni sonore originali.

L’incontro con Christian Marras determina la realizzazione della produzione artistica, curata in maniera maniacale e fedele all’intuizione iniziale dell’autrice, coinvolgendo musicisti affermati del panorama world italiano ed internazionale: Vincenzo Zitello (archi e arpe), Marco Fadda (batterie e percussioni); lo stesso Marras suona chapman stick, synth e si occupa della programmazione, portando sulla scena musicale contemporanea una formazione originale.

I testi sono cantati in sardo, lingua insulare per eccellenza, nella variante Logudorese che si distingue per la sua spiccata fisionomia nell’insieme di varietà presenti nella regione e che si distribuiscono lungo un continuum di parlate comprensibili reciprocamente, ma praticata sempre più in condizione di diglossia, tanto che la sua essenza sembra diventata un ricordo, “la lingua dei nonni”.

Di questo vuole raccontare Arbore Femina, e lo fa a partire dall’idioma utilizzato, che le è stato tramandato per via materna, e da un simbolo universale e molto forte come l’albero, da sempre centrale nelle storie dell’umanità che raccontano l’origine della vita.

Il brano ARBORE FEMINA, di cui Ilenia Romano è autrice di musica e testo, è un racconto introspettivo che, attraverso parole dense di pensiero, vuole condividere la necessità di trovare dentro sé stessi l’amore incondizionato.

Attraverso la metafora dell’albero quale asse cosmico, conduce ad un grembo perduto che collega la dimensione sotterranea delle radici, quella terrena del tronco e quella celeste che protende verso il cielo.

Con “Arbore Femina” l’autrice attribuisce a questo simbolo la condizione archetipica della maternità, dunque dell’Amore, e coglie la sua verticalità per innalzarsi verso ciò che è Bellezza della vita: tutte le cose che ci elevano come esseri umani e ci restituiscono meraviglia universale senza riserve, e, tra le più importanti, vi è certamente l’Arte.

Comprendere la propria identità e la propria integrità è l’obiettivo di un viaggio evolutivo, e come tale richiede tempo. Soltanto attraverso la lingua che ho appreso dalla mia nonna materna– spiega l’autrice – è stato possibile dare a questi concetti la possibilità di essere espressi materialmente nella maniera più autentica in assoluto.

IL VIDEO

Protagonista della clip, un video racconto che porta sulla scena del making of di una creazione artistica, Ilenia Romano canta e conduce all’interno di una stanza, archivio e laboratorio di pensieri, rivelando quelli più intensi, e tramite un trascendente cordone ombelicale richiama il perduto grembo originario, per poi rendersi conto che esso è sempre dentro di noi poiché siamo custodi delle storie e dei legami che ci trattengono verso le nostre radici ma anche verso l’alto, per darci possibilità di espansione così come fa un albero con tutte le sue parti.

L’albero, simbolo di creazione per eccellenza, acquisisce la condizione archetipica della maternità, dunque dell’Amore, e viene rappresentato sullo sfondo della parete, mentre lentamente si percepisce quale sia la tecnica creativa utilizzata: svelando i particolari e i personaggi dietro le quinte, ovvero coloro che prendono parte alla realizzazione dell’opera, rilancia verso un set sul set.

L’opera prende vita da sé stessa e al tempo stesso da ciò che l’ha generata: è il nuovo che subentra al passato, è il miracolo della GENERAZIONE, creazione e discendenza sono due concetti che si sovrappongono e si uniscono.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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