JACOPO PEROSINO – Il curatore
Il video de “Il curatore”, il brano di Jacopo Perosino, primo estratto dall’album B.I.S. uscito di recente.
Un clip particolare, per il qualè è stata utilizzata la tecnica del found footage (un metraggio preesistente). Il perché della scelta lo spiega lo stesso Perosino: “Il brano parla di personaggi/fantasmi notturni in grado di salvarti, curarti o trascinarti a fondo e, su tutti, di un fantomatico curatore fallimentare che nulla ha a che spartire con l’istituto giuridico. Ma in fondo questa canzone è il buco nel muro attraverso il quale spio quelle notti e quei tempi ben impressi nella memoria mia e dei miei complici storici, i miei migliori/peggiori amici.
E tra questi c’è anche Gianvincenzo Pugliese che ancora una volta da immagine, colore e luce alle mie dissertazioni in musica e con cui, oltre ad un sodalizio artistico di vecchia data, mi lega una solida amicizia. Nonostante le sue capacità registiche, nessuna invenzione poteva restituirmi il sapore dell’adolescenza scanzonata in cui affonda le radici questa canzone meglio delle immagini miracolosamente salvate dalle grinfie del tempo. Per questo abbiamo scelto di usare con onestà quello che resta di una vacanza tra amici, di ricordarci che anche attraverso un glitch su una vecchia cassetta, sì può sfiorare quella magia che rinnova gli sguardi e che un po’ ci sa di cinema. E poi i miei amici sono un gran cast, va detto”.
L’ALBUM
Si intitola B.I.S. come “baciarsi in silenzio”, ma potrebbe significare anche “basta ingiustizie sociali” oppure “buy instead of stream-download” o ancora “bere in solitudine”.
Ma il titolo si riferisce anche al fatto che è il secondo album del cantautore piemontese Jacopo Perosino. “Il bis – spiega – è un momento importante per un artista: arriva in coda allo spettacolo, prima di congedarsi, quando il pubblico vuole sentire suonare ancora una canzone e all’interprete tocca sfoderare le migliori carte del mazzo, le più sofferte. Il bis nel concerto è l’ostensione della carne artistica, l’Ecce homo in musica. Se non lo chiedono, se non lo vogliono, è stato tutto vano”.
Undici brani, undici storie, che girano intorno al tema della paura. Di amare, di morire, di lottare, di fallire, di spezzare catene ataviche, di perdere la motivazione; di tradire ideali, radici, compagni. Perosino racconta dei suoi eroi, taluni famosi ed universali talaltri sconosciuti e un poco freak, che “però – dice lui – mi hanno salvato inconsapevolmente la vita”. “Volevo un disco passionario, politico, nel quale riversare tutta la solitudine del singolo che vaga in cerca del suo completamento perfetto, l’altra metà della mela, la sintesi dell’incontro tra la materia spirituale e quella corporale, una dimensione doppia che talvolta si moltiplica e si fa massa per abbattere muri e spezzare catene. Tra queste storie vi sono anche pagine autobiografiche, intese come autobiografia delle emozioni piuttosto che cronaca di fatti reali e personali che non credo siano così interessanti quanto le piccole suggestioni, alcuni colori e certe ombre. Ho provato a catturarle con onestà, lasciando perdere il reale per raccontare qualcosa di vero”.
L’album, prodotto da Marco Corrao con lo spesso Perosino, segna anche un cambio di passo musicale rispetto al primo lavoro discografico; le sonorità sono più asciutte e acide, con l’intervento dell’elettronica a creare ambientazioni lo-fi e underground. I suoni traggono ispirazione dalle musiche del Nord e del Sud America, che non si mescolano ma si guardano a distanza, ben radicate nei rispettivi paesaggi. Da una parte il blues, il folk, il jazz, il funky, l’r&b, il trip hop e dall’altra la bossa nova, la rumba, la milonga.
La coerenza estetica è stata raggiunta attraverso la creazione di stanze sonore sintetiche, così da disegnare l’arrangiamento come un incontro tra due anime, quella analogica e quella elettronica. Il nord e il sud. il passato e il presente”.
B.I.S è uscito per Suoni Indelebili, dinamica e innovativa etichetta siciliana, un branch di Indelebili Communication, nata da un idea di Adriano Lo Presti, Marco Corrao, Davide Campisi e Andrea Ensabella. Un giornalista, un produttore artistico, un musicista ed un sound designer che mettono le proprie capacità e le proprie competenze a servizio di un suono caratteristico, riconoscibile, sempre alla ricerca della bellezza contenuta nell’espressione artistica musicale, un Suono Indelebile.
CHI E’ JACOPO PEROSINO
Cresce ad Asti con una palla da basket in mano. Quando non gioca, suona. Jacopo Perosino, classe 1988, esordisce nel 2011 al festival “A sud di nessun nord” con alcuni varietà e improvvisazioni di teatro-canzone. Il 2012 è anche l’anno in cui avvia il collettivo musical- teatrale Noàis, con il quale produrrà un disco e alcuni spettacoli, assieme ad alcuni musicisti e performer del panorama locale.
Nel frattempo scrive un monologo per il teatro, “Figli del 68”, che va in scena ad AstiTeatro 35. Nel 2014 produce e registra con il collettivo Noàis e Archensiel Studio di Paolo Penna un album intitolato Lanterne (Punto Rec Studios edizioni). Il disco ottiene alcune recensioni importanti e consensi ed è inserito nei 40 candidati per la “Targa Tenco per la Migliore Opera Prima”.
Alterna la musica al teatro, con la stesura, le musiche e l’interpretazione del recital “Femmes dans la rue”, storie di donne coraggiose e poco ricordate.
Nel 2015 vince con il brano inedito “Levante” il premio “Colline di Torino- InediTo”, nella sezione testo-canzone, al Salone del Libro di Torino.
Tra il 2015 e il 2016 si esibisce con i Noàis in importanti rassegne nazionali quali Collisioni, Aria di Festival, ResetFestival, Tenco Ascolta, fino a concludere il tour promozionale in Germania allo storico Rondellkonzerte Music Festival.
Nel 2019 esce il suo primo album solista, Retrò, che si avvale della collaborazione di Paolo Penna (già chitarre e arrangiamenti Noàis) e di Giulio Rosa (Roy Paci, Vinicio Capossela, Bandakadabra, ecc.). La produzione artistica viene curata da Fabrizio “Cit” Chiapello allo storico Transeuropa Recording Studios di Torino.
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