KICK – Viole
Voice, bass, lyrics, co-production – Chiara Amalia Bernardini
Guitar, electric piano, synth, sampler, co-production – Nicola Mora
Drums, percussion – Giovanni Caniato
Electric guitar – Marco Fasolo
Produced by Marco Fasolo
Recorded and mixed by Bruno Barcella and Alessio Lonati at T.U.P. Studio, Brescia
Mastered by Riccardo Zamboni Video by KICK
Listen on Spotify: Facebook: https://www.facebook.com/watch/kickof…
Instagram: https://www.instagram.com/kick.offizial/
Released by Anomic Records Published by Dischi Sotterranei
Dolcezza e rumore, luce e oscurità, anima e corpo. I KICK tornano con il nuovo album Light Figures, in uscita il 16 marzo 2022 per Anomic Records (Berlino, Germania), Dischi Sotterranei (Padova, Italia) e Sour Grapes (Manchester, Regno Unito), in digitale, vinile e musicassetta.
I KICK, da Brescia, sono Chiara Amalia Bernardini (voce, basso) e Nicola Mora (chitarre, piano elettrico, synth, campionatori). Il sound del duo unisce elementi ruvidi e altri più avvolgenti in quello che potrebbe essere definito idealmente “sweet noise”, ovvero uno stile tutto loro che concilia appunto il rumore con la morbidezza delle atmosfere, senza porsi limiti di genere.
La produzione di Light Figures, composto tra il 2019 e il 2020, in seguito registrato al T.U.P. Studio di Brescia, è stata curata assieme a Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village), noto per l’impronta internazionale conferita ai suoi lavori.
Secondo album per la band lombarda, Light Figures rivela melodie “deviate” e ritmiche spesso ossessive, rappresentando un naturale cambio di direzione rispetto a quanto pubblicato in precedenza, ovvero l’album d’esordio Mothers del 2016 e il fortunato EP Post-Truth del 2018: le sonorità si fanno meno elettroniche e di contro maggiormente analogiche, minimali e al contempo heavy. Un approccio che riflette un background eterogeneo, in grado di abbracciare l’ipnosi del trip hop così come l’asperità della no-wave newyorkese, sino ai caposaldi desert rock e stoner.
Light Figures è un disco fatto di dualismi, di opposti complementari. “Questo album vuole valorizzare le ‘ammaccature’ dell’anima, il ‘lato oscuro’ che caratterizza ciascuno di noi, e che tentiamo sovente di reprimere perché ne siamo spaventati. La comunicazione con il nostro lato oscuro è necessaria. Dobbiamo farcelo amico, ascoltarlo… uscirci a bere un bicchiere di vino una volta ogni tanto. Proprio come la luce e il buio, il nostro lato solare e quello più cupo sono strettamente connessi, e danno senso l’uno all’altro“.
Dopo Setting Tina (featuring Scott Reeder), Sirens Never Sleep e Rubberlover, Viole è il nuovo e quarto singolo tratto dall’album, disponibile su tutte le piattaforme digitali, ed è il primo brano in italiano dei KICK. Le tematiche bucoliche e oniriche del testo si sposano con sonorità cullanti e psichedeliche, impreziosite dai fiati di Beppe Scardino (C’mon Tigre, Calibro 35) e dalla parte di chitarra nella coda finale, scritta e suonata da Fasolo. Il relativo video è stato ideato, diretto, montato e post-prodotto dai KICK. Si tratta del loro primo tentativo alla regia. Attraverso un’estetica volutamente lo-fi e un montaggio semplice e diretto, il clip segue due filoni narrativi: in quello principale, un ragazzo colto nell’intimità della sua casa canta e suona la canzone; in quello secondario, invece, a farla da protagonista è la fantasia del ragazzo stesso, che immagina elementi come farfalle e petali di fiori e contesti appartenenti alla natura, a simboleggiare una primavera dello spirito. Il ragazzo del video è impersonato da Edoardo Serena, bassista della band italiana Listrea, e già modello per Gucci nella miniserie cinematografica co-diretta da Gus Van Sant.
Da sempre molto attivi anche dal vivo, sia in Italia sia all’estero, i KICK hanno scelto come immagine di copertina del nuovo album un simbolico scatto di Marco Pietracupa. “La fotografia raffigura una modella androgina, quasi angelica. Dietro di lei, si apre un mondo naturale e paradisiaco. C’è però qualcosa nel suo sguardo e nella sua nudità, in rimando a una dimensione corporea e terrena, che non troverebbe spazio nel Paradiso per come lo conosciamo. È una creatura complessa, la cui ambiguità rappresenta il superamento della dicotomia anima/corpo e dunque calza alla perfezione al concetto che sta alla base di Light Figures“.
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