La musica d’autore tra Yoga e Meditazione
Le mie ricerche spesso assomigliano a una sorta di gironzolare qua e là, un gomitolo di percorsi ingarbugliati in cui, spesso, mi imbatto in esperienze singolari e inaspettate.
Nel mio girovagare mi sono imbattuta nel S.Y.M.M. – acronimo di Stretching, Yoga, Meditazione e Mantra ideato dal dott. Annunziato Gentiluomo nel 2011, dopo anni di studi e di sperimentazioni nel campo della bioenergetica e delle discipline bionaturali.
Confesso di muovermi in un ambito che non mi è così congeniale, ma il S.Y.M.M. ha in se un che di coinvolgente, contemplando un insieme di pratiche che mettono al centro la corporeità e che puntano all’integrazione dei vissuti emotivi e mentali di chi vi si avvicini. Il bello è che tutto ciò accade con l’ausilio della musica, elemento basilare nella sessione di S.Y.M.M. Dagli studi, ad esempio, del prof. Levitin, emerge come ascoltare buona musica abbia evidenti e significativi benefici per la salute mentale e fisica. Infatti, a livello fisico la musica migliora le funzioni del sistema immunitario, ad altri livelli riduce lo di stress. Inoltre la musica è risultata più efficace nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico e nel promuovere la produzione dell’ormone ossitocina – l’ormone dell’amore, felicità o appagamento.
Oh, di nuovo effetti benefici sulla salute da parte del mondo del pentagramma!
Lieta di questa notizia vado a cercare l’ideatore del metodo ed è così che il dott. Annunziato Gentiluomo scende nello specifico spiegandomi che:”la scelta dei brani di ogni lezione è fortemente orientata alla canzone d’autore, in particolare in lingua italiana, giacché desidero che lo stimolo musicale raggiunga il partecipante con tutta la sua potenza, strumentale e letterale”.
Musica d’autore e benessere, un binomio che mi piace un bel po’, soprattutto perché, mi spiega Gentiluomo:”
Essendo canzoni famosissime i partecipanti in primis vengono coinvolti emotivamente, giacché i testi rimandano a loro vissuti e/o al tempo in cui il brano era trasmesso in radio, periodo in cui qualcuno stava vivendo qualcosa di importante o significativo, o semplicemente era più spensierato”.
Una sorta di meraviglia tra musica e terapia che mi fa venire in mente la spensieratezza che ti coglie quando sei in auto e parte una canzone che ti piace e scatta qualcosa. Forse ho colto nel segno, infatti, prosegue l’ideatore della tecnica:”ogni canzone ha un suo mood che uso proprio per agire sulla volontà, sul piacere, sul radicamento, sull’empatia, sulla diversità, sulla comunicazione. Ad esempio, ricorro ad “Ancora ancora ancora” di Mina quando cerco di far entrare a contatto il partecipante con la propria sensualità, creando in lui la consapevolezza di quanto il proprio corpo sia veicolo di piacere e desideri essere toccato e amato”.
La cosa si fa ancor più interessante, soprattutto quando si parla di generi musicali e scopro che la musica pop è quella più efficace e viene preferita dal terapeuta alla new age o ai suoni della natura, soprattutto perché”la musica pop crea più immersione e aggancia la persona che si trova a cantare, esprimendo la sua voce e quindi chi è”.
Sono conquistata, soprattutto perché si tratta di un appuntamento salutare, aperto a tutti e in estrema sicurezza, con un solo prerequisito fondamentale: voglia di mettersi in gioco e permettere che tutto sia.
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