LEMO’ – Fitta la nebbia

“Fitta la nebbia”, il quinto singolo di Lemó estratto dal suo album d’esordio “Chi l’avrebbe mai detto!”.

“Fitta la nebbia” è un  blues vecchia maniera per una storia d’amore bislacca, il cui protagonista ricorda le movenze di un Jeffrey Lebowski dei fratelli Coen (Il Grande Lebowski), citando Dalla (Disperato Erotico Stomp) e De André (Quello che non ho).

Spiega l’artista a proposito del brano: “Un blues tutto suonato come si faceva un tempo, elettrico e distorto come certe storie d’amore ”. Il videoclip di “Fitta la nebbia” è un viaggio on the road a bordo di un Duetto del ’73 rosso fiammante, tra le palme e il mare di una Taranto vestita di luce californiana.

“Chi l’avrebbe mai detto!” è un album che contiene undici brani nati dall’ascolto, sin da bambino, del miglior cantautorato italiano (Dalla, De André, De Gregori e, più di recente, Capossella e Testa).

Registrato tra la Puglia e Roma, il disco vede la partecipazione di musicisti d‘eccezione come Martino De Cesare (Concato, Eugenio Bennato) e Giancarlo Bianchetti (Vinicio Capossela, Gianmaria Testa) alle chitarre, Vincenzo Abbracciante alla fisarmonica (Lucio Dalla, Richard Galliano), Gabriele Mirabassi al clarinetto (Mina, Ivano Fossati), Ferruccio Spinetti (contrabbassista degli Avion Travel e di Musica Nuda), Giovanni Astorino al violoncello (Caparezza), e ancora Antonio Vinci (pianoforte ed Hammond) e Pierpaolo Giandomenico (basso elettrico), con la direzione musicale di Francesco Lomagistro (batteria e percussioni).

Biografia

Claudio Paris, in arte Lemó, nasce a Taranto a metà Anni Settanta e vive a Bologna. 

Anche se la sua vita ha preso tutt’altra strada, non ha mai abbandonato la sua immensa passione per la musica, nata quando era poco più che adolescente grazie all’ascolto del miglior cantautorato italiano; una passione che lo ha recentemente portato a pubblicare il suo primo progetto discografico, che sta riscuotendo ampi consensi di pubblico e di critica e che parla di guanti spaiati, diseguaglianze colmabili, amori troppo presto o troppo tardi, e ancora di Pavese e di Maradona.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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