“Satana”, il nuovo singolo dei Liv Charcot.
“Satana” è un brano che parla di depressione, una canzone cantata da dentro, che costringe l’ascoltatore al buio e al confronto. Il titolo si riferisce metaforicamente alla figura Satana come incarnazione del male, una sofferenza interiore che, come un buco nero, è in grado di risucchiare tutto, soprattutto noi stessi.
Le sue sonorità sono cupe, il riverbero della voce fa da contrasto a uno spazio che sembra chiuso, isolato, interno. La chitarra, nel frattempo, non ha mezze misure: o culla e ipnotizza insieme al pianoforte o squarcia la tela dell’ascolto mentre la batteria continua imperterrita a pulsare. La canzone rimanda a certe sonorità anni ‘90, soprattutto nell’esplosione centrale, che lascia intendere la possibilità di usare quel baratro come benzina per una spinta, per poi richiudersi in una specie di battito cardiaco che va a morire nel finale, in un pianto impossibile.
Il singolo è stato prodotto da Lorenzo “Moka” Tommasini presso lo studio Macinarino Recording con la preproduzione di Nicola Porcianipresso lo Studio20. Nel brano hanno suonato Lorenzo Cominelli(voce e basso), Tommaso Simoni (chitarra), Dario Gentili (batteria), Giulio Fagiolini (pianoforte) e Lorenzo Tommasini (synthesizer).
Spiega la band a proposito del brano: “Tutti noi abbiamo qualcosa che ci ha profondamente cambiato ma che non condividiamo mai con nessuno: un episodio, un vissuto, una frase pronunciata da una persona. Qualcosa di cui col tempo rimane ben poco nella memoria, talvolta solo un fotogramma, o un dettaglio insignificante. Ma ci sono momenti nella vita in cui questo indelebile frammento è sufficiente a risucchiare la nostra mente in una buia voragine da cui pare impossibile risalire, e da cui il mondo sembra diverso da quello che è realmente. Questo è Satana, questo è il buco nero che ci accompagna nella vita, contro cui, a volte, ci capita di dover combattere”.
Il videoclip di “Satana” per la regia di Emilia Trevisani (DoNotSprayIntoEyes) è stato interamente realizzato grazie alla ricostruzione di immagini in 3D, animate in un ambiente virtuale generativo.
Il video descrive come il subconscio dell’io narrante prende corpo in una dimensione onirica viva e in costante trasformazione, in un viaggio interiore tra desideri e incubi. Esattamente come fa la nostra mente, quando al di fuori del nostro controllo genera un’immagine, per poi distorcerla e deformarla fino a farla diventare qualcosa di completamente diverso.
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