“12 anni” è un brano dallo sguardo innocente ma deciso di un quasi ragazzo di fronte alla stupidità della guerra ed è anche un chiamare “per nome” ciò che la guerra è, anche in maniera cruda e diretta.
Cosa può pensare un dodicenne che si trova improvvisamente in mezzo ad una guerra? Quali domande si pone? Non sarà certo interessato agli avvenimenti geopolitici o economici che stanno dietro ad una guerra, ma saranno cose molto più semplici come gli amici, il pallone, i giochi, i genitori ad essere prioritari nella sua vita in quel momento.
Il brano parte chitarra elettrica e voce e prende forma all’ingresso della ritmica e dell’armonica. C’è un coro centrale e finale che assomiglia molto alle canzoni cantate dai bambini-ragazzini, fino ad arrivare alla sorprendente strofa finale in cui si rivela qualcosa di più oscuro e pesante di quello che si poteva immaginare. E’ una canzone leggera che tratta un argomento pesante.
Spiega l’artista a proposito del brano: “Ho sempre amato i film o i libri in cui c’è una linea di confine sottile tra età dell’innocenza ed età adulta. 12 anni è una canzone che si muove tra la leggerezza della adolescenza che si scontra contro un lato orribile dell’essere adulti. Il protagonista di 12 anni per tanti motivi non è interessato a capire la ragione, se mai una ragione ci può essere, della guerra, ma vuole capire perché è improvvisamente cambiata la sua quotidianità nelle cose più semplici e vive. Alla fine non può che chiamare la guerra con il suo “nome” apostrofandola come la cosa peggiore che ci possa essere.”
Il videoclip di “12 anni” ha come protagonista un giovane ragazzo, interpretato da Marco Francisconi, che si ritrova ad affrontare un fatto più grande di lui e cerca di farlo in modo consapevole, senza che gli adulti sappiano spiegare. Può sembrare di combattere con i soldatini, di vestirsi da soldato, a volte pure di ridere ed urlare, ma alla fine a sorpresa nell’ultima scena arriva un finale che forse nessuno aveva previsto. La musica alla fine diventa uno dei pochi “luoghi sicuri” di questo mondo di adulti, anche se a volte non sempre basta.
La regia di Massimo Morri contribuisce al contrasto tra innocenza ed età adulta nella scelta dei colori e della location, Podere Salmastro di Cesenatico, che rendono il videoclip come un piccolo viaggio all’interno della testa e del cuore di un dodicenne. |
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