Luglio 2024. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.

Nel mese di luglio 2024 abbiamo recensito 47 ALBUM e presentato 132 VIDEO.

Nel 2024 abbiamo recensito finora 314 ALBUM e presentato 914 VIDEO.

ALBUM

3ONVEGA – Apax

Il trio milanese ha voluto fissare in un ep un momento creativo particolare nato durante l’incisione del prossimo secondo album. Ne nascono quattro brani rutilanti in cui confluiscono math rock, King Crimson, Tool, progressive, grazie anche a una tecnica esecutiva sopraffina e a una creatività debordante. Gli amanti di un contesto comunque inusuale e difficile da riprodurre adeguatamente a certi livelli, apprezzeranno.

ACOMEANDROMEDA – Omissis

Dodici anni dopo l ‘esordio “Occhio Comanda Colori”, torna la band pugliese con un nuovo lavoro, che ne testimonia la maturità e il gusto per una visione artistica eclettica. I brani scandagliano varie espressioni in un ambito genericamente alternative rock ma in cui troviamo momenti aspri e ostici che si alternano ad atmosfere rilassate, quasi oniriche, episodi acustici, elettronica, grunge e tanto altro. Un quadro complesso quanto intrigante e tutto da esplorare.

JEAN PAUL AGAMBI QUARTET – Hate Feeds Itself

Torna la band sparsa per l’Europa, tra Glasgow e Barcellona, composta da Elle e Flavio Ferri, con l’aggiunta di Simone Trovato e Alex Carmona. Un altro ep, che segue il precedente ” Atomic Urban Extravaganza”, di alcuni mesi fa, in cui si condensano umori metropolitani, tra funk impazzito, jazz, avanguardia, attitudine punk, caos sonoro, hip hop e altro. Pura avanguardia, interessantissima.

CRISTIAN ALBANI – Altrovunque

Interessante il percorso artistico del cantautore romagnolo che in un ep di cinque brani, raccolta antologica dei suoi singoli, ci mostra una personalità composita e poliedrica. Nella sua musica convergono varie influenze, in particolare dalla canzone d’autore italiana, mischiandosi con una visione più ampia che abbraccia suoni synth pop e new wave (“Ponte”) e venature folk, con un approccio interpretativo solenne, malinconico, intenso. Attendiamo ulteriori sviluppi.

ANALOGIC – Eva

Sorprendente per creatività e varietà l’esordio della band milanese, che attinge da mille influenze (rock, pop, canzone d’autore, sperimentazione, funk, jazz), talvolta mischiandole, altre volte affrontandole con uno spirito originale e maturo. Hanno l’ardire di confrontarsi con un classico come “Luglio, agosto, settembre nero” degli Area, uscendone vincenti, con una versione fedele all’originale ma condita da molta personalità. Anche se è in una ballata rock dal ritmo sostenuto come “Milano Magnetica” che toccano il vertice dell’album. Un disco molto interessante, maturo, compositivamente di alto livello.

ASSURD – O ‘mbruoglio

Cristina Vetrone, Lorella Monti, Chiara Carnevale e Fulvio Di Nocera firmano l’ottavo album del progetto Assurd, che inizialmente riprendeva i canti e le musiche delle tradizioni popolari del sud Italia, aggiungendo progressivamente composizioni originali. Il nuovo lavoro ne conferma l’altissima qualità interpretativa e la peculiarità di riuscire ad accoppiare suoni e influenze marcatamente tradizionali a un approccio moderno, che permette di affiancare il gusto della tammuriata alla E Zezi a melodie mediterranee e sapori mediorientali. Il tutto registrato e arrangiato con un gusto sopraffino. Eccellente.

BLUE PHELIX – Dimmi a che ora finisce l’amore

L’esordio del cantautore barese, cresciuto a Livorno, regala cinque brani intensi, caratterizzati da un’anima indiscutibilmente pop ma che non disdegna occhiate alla canzone d’autore. I brani sono molto bene arrangiati, la voce è ben calibrata, melodie accattivanti, pur se ammantate da una costante vena malinconica, che diventa un tratto distintivo della proposta. Attendiamo prossimo sviluppi.

BROTHERS NO MORE – s/t

La band italo-inglese di stanza a Salerno é all’esordio con un ep di cinque brani, in cui si muove tra sonorità di estrazione Brit (Smiths ma anche la ruvida epica cantautorale di Billy Bragg) ma soprattutto, compositivamente e nelle successioni melodiche, trae ispirazione dai mai dimenticati R.E.M. Una patina di post punk funge da collante al tutto. Un bel disco, un ottimo sound e la giusta attitudine, in attesa di una proposta più corposa. Bella partenza.

CHINO’ E IL MARE – In balìa

Il trio bolognese ha solo due anni di vita ma può già vantare una maturità artistica di grande spessore e una spiccata personalità nel creare un sound ben distinguibile. Da una parte le radici affondate nel cantautorato meno scontato che va da Colapesce/Dimartino e Diodato fino ai classici della tradizione italiana, dall’altra un gusto post rock che aleggia in sottofondo. Un inizio più che promettente.

CRASH BOX – Demo 1983

La band milanese è stata tra le più rappresentative dell’hardcore italiano degli anni Ottanta e proprio di quel suono e di quella scena seminale, unica al mondo, fotografarono al meglio le caratteristiche. Violenza sonora, velocità di esecuzione ma un’incredibile varietà di influenze e soprattutto testi di elevatissimo spessore lirico sin dall’inizio, da questo primo demo del 1983, riprodotto fedelmente con tutta la sua urgenza, spontaneità, rabbia. Un manifesto perfetto per “quegli anni importanti”.

DIVENTO – Faccia al vento

Album di debutto, di stampo cantautorale, a cui si aggiunge una vena pop rock che rende il tutto vivace e dinamico. L’approccio compositivo è diretto e minimale ma gli arrangiamenti sono spesso caratterizzati da soluzioni armoniche che arricchiscono la qualità del disco (vedi l’intensa ballata “Tra tutte le mie cose”, probabilmente la vetta dell’album, quasi dalle parti del Lucio Battisti degli anni Settanta o il grintoso rock di “Quanto tempo ancora”). La stoffa c’è, con qualche accorgimento e limatura, possiamo attenderci sviluppi di grande livello.

DUEMARI – In absentia Dei

L’ artista calabrese di stanza a Bologna, Rosario Siciliano, in arte DueMari, all’esordio discografico con il suo progetto solista, che segue numerose altre esperienze sonore. I cinque brani dell’ep guardano alla canzone d’autore italiana ma con riferimenti musicali che si orientano verso altri orizzonti (vedi l’electro reggae di “Eterna” o il pop elettronico nella struggente “Ninna nanna”). Una buona partenza.

ENTITY – Il naufragio della speranza

Secondo album per il gruppo sardo, capitanato dal tastierista Mauro Mulas, a undici anni dal precedente “Il falso centro”. Un lavoro ispirato ai temi dell’esplorazione della vita interiore, dell’irrazionale, della follia, del sogno. Il tema e’ infatti la vita interiore di un giovane artista che vede i propri sogni naufragare nella realtà. Il titolo dell’album e’ ispirato al celebre dipinto di Caspar David Friedrich. Siamo nell’ambito di un prog rock classico, in cui sono le tastiere a svolgere un ruolo prevalente, che si muove intorno agli schemi della tradizione anni Settanta, dai Genesis a ELP e alla nostra PFM, con un portamento solenne e dai riferimenti sinfonici. Il tutto eseguito e composto nel migliore dei modi, con un livello qualitativo notevole. Gli appassionati del genere apprezzeranno.

PAOLO FARINA – 10 pezzi facili

Il cantautore milanese lascia alle spalle un background più marcatamente rock e blues, per dedicarsi esplicitamente a “dieci pezzi facili”. Il suo pop cantautorale è efficace, ben fatto e, pur negli arrangiamenti minimali e scarni, è un affresco riuscito di ottime canzoni, tra cui spicca l’energica “Vieni qui”, probabile vetta dell’album. La stoffa c’è e in abbondanza, lo spessore compositivo pure, il risultato è ottimo.

FEAR THE BEARDS – Space whale

A sei anni dall’album d’esordio, torna la band ligure con un ep di cinque brani, in cui stoner, doom e grunge vanno perfettamente a braccetto, si fondono ma allo stesso tempo se ne distinguono le particolarità, creando, alla fine, un sound originale e personale. i brani sono ben composti ed eseguiti, per gli amanti del genere è una proposta di primissima qualità.

GANG – Fra silenzi e spari

I Gang hanno deciso di riprendersi le incisioni contenute negli album che vanno da “Le radici e le ali” del 1991 fino a “Controverso” del 2000, appartenenti a una major. Hanno così ri registrato alcuni di quei brani, ridando loro una nuova veste e colori aggiornati. Trovano nuova luce quelli che sono ormai classici della nuova canzone d’autore italiana militante, come “Johnny lo Zingaro”, “Comandante”, “Bandito senza tempo”, “Sesto San Giovanni”, “La pianura dei 7 fratelli”. Il primo capitolo di questa operazione, che prevede altri due futuri episodi, mantiene tutte le caratteristiche dell’opera dei fratelli Severini: passione, genuinità, sincerità, lucidità, sguardo avanti pur pescando nel loro passato, nelle loro radici. I Gang sono un’entità unica nel panorama italiano e lo confermano ancora una volta.

GARRAPATEROS – Vibra digital

Il quarto album della band bresciana affianca al consueto gusto “barricadero/patchanka” (Mano Negra e Manu Chao insegnano) sonorità che pescano con più frequenza nell’elettronica, drum and bass, modernizzando un sound che ha ormai i contorni della classicità. Il nuovo lavoro funziona, è convincente ed efficace, con ottime canzoni, tanta energia e freschezza. Ben fatto!

GIUDA – Louder than action / It’s not about the money

Tornano i lanciatissimi Giuda, in procinto di partire per un lungo tour americano, con un nuovo 45 giri che ne ribadisce la non facile capacità di comporre nuove canzoni, sempre fresche, potenti, efficaci, convincenti, mischiando glam, punk, rock ‘n’ roll, pub rock. Ovvero elementi classici, ampiamente esplorati e utilizzati nei decenni. Ma la band romana ci offre sempre una nuova visuale, eccitante, pulsante, nuova. Conquisteranno il mondo.

JOCONDOR – Empereor Bancalis

Il prolifico cantautore, inventore del Brock, rock di serie B non sempre definito, che spazia dal pop al metal, dalla disco al latin, con un taglio espressivo demenziale/satirico, firma un nuovo album che propone la suddetta miscela in nove brani, che guardano talvolta agli Skiantos, altre volte a Elio e le Storie Tese. Il tutto con un piglio lo-fi che rende il tutto ancora più credibile.

JUNE 1974 – You

Nuovo lavoro per Federico Romano, alla cui torrenziale discografia aggiunge un nuovo capitolo, dalle coordinate, come sempre, indefinibili e variegate. I dieci brani spaziano da atmosfere sospese, liquide, eteree a momenti pischedelici e shoegaze fino a sferzate elettriche e potenti (“The ghost of you”). Ospiti Sophie Leestrom, voce su tutte le canzoni con l’eccezione di ” Cadro’” e ” Lasciami” che canta Laura Beltrami. Un album avvolgente, ben fatto e di ottima qualità.

KAMAAK – Seven on Seven + 1

Un viaggio sonoro attraverso i sette peccati capitali, reinterpretati in altrettanti brani in cui un elegante sound da clubbing avvolge e pulsa, grazie anche ad atmosfere chill e lounge. Produce, una garanzia, Peppe Folliero del collettivo Daddy’s Groove. Risalta la qualità del prodotto, di livello internazionale, raffinato, incisivo, efficace.

L’ISOLA DEI CIPRESSI VIVENTI – Elettricità

Un esordio che spicca per personalità e originalità. Elettronica pulsante e dalle tinte oscure (pur se si concede talvolta a rimandi ai Subsonica più sperimentali), ritmi in battere mid tempo, “Angeli” (vetta dell’album con la corale “Pittore”) che assimila modalità espressive più easy e chill, produzione e qualità di registrazione superbe (a cura del veterano Ale Sportelli e del suo omonimo studio toscano). La particolarità che caratterizza l’album è la sua varietà stilistica pur se con un’unità creativa che lega ogni brano. Eccellente.

TOBIA LAMARE – Heart in a Meat Grinder

Artista poliedrico, con alle spalle quattro album e una lunga serie di attività e soddisfazioni, torna con dodici nuove canzoni che spaziano nell’ambito dell’alt rock, tra atmosfere di sapore Sixties, momenti elettronici, pop rock, umori soul, ballate acustiche che guardano a Bob Dylan. Ci sono davvero tanta ispirazione e creatività nell’album, il suono ha un gusto “vintage” (talvolta riporta alla mente le esperienze della Postcard Records e di band come gli Orange Juice, primi anni Ottanta). Un disco molto intrigante.

TONY LEMON – Love in the Morgue

Nuovo album per Tony Lemon (al secolo Antonio Limina) che riporta in primo piano atmosfere e sonorità care agli anni Ottanta dei primi Simple Minds, del David Bowie dei tempi ma con anche accenti più recenti (vedi Suede) e qualche pennellata alla Cure. In sostanza quell’ambito post wave oscuro e tenebroso, caratterizzato da linee melodiche comunque fruibili, molto curate e che ben si stagliano su ritmiche possenti e arrangiamenti solenni. Un album che soddisferà gli ancora numerosi amanti di quel periodo, creativo e ancora pulsante.

LILLIANS – I Wish I Lived This Life

Debutto per il trio punk rock con dieci brani corposi, tirati (pur con “pause” più meditative come in “Anxiety”), serrati. I riferimenti vanno da Green Day, Blink 182, Sum 41 a Bad Religion e Social Distortion. Il tutto suonato parecchio bene e con la giusta attitudine. una partenza più che promettente.

THE LINK QUARTET – Green Puma / Tropical dandy

Torna l’immarcescibile Link Quartet, oltre 30 anni di attività e una discografia lunga e corposa. Il nuovo singolo ne conferma la superba qualità compositiva nel sapersi destreggiare con personalità nell’ambito dell’Hammond Beat Jazz, dall’inconfondibile sapore cinematografico e con il classico retrogusto anni Sessanta. Il tutto suonato con grinta rock e una potenza che va a braccetto con la loro nota raffinatezza ed eleganza espressiva. Una garanzia.

LISA BEAT and the LIARS – Sheena is a beat rocker

La band marchigiana lascia il vecchio nome di Lisa Beat e i Bugiardi e torna con un delizioso singolo con tre brani che ne conferma il gusto sopraffino nel ricreare quelle atmosfere, figlie del rhythm and blues, che nei primi anni Sessanta si mischiavano con il neonato Beat. Bellissima la cover di “Sheena is a punk rock” dei Ramones, riportata “indietro” di una quindicina d’anni e altrettanto riusciti gli altri due episodi del prezioso vinile. Da avere!

MANCHA – Wipe Out

Molto interessante l’accostamento tra il pop contagioso di Leonardo Parmeggiani, in arte Mancha, e il mondo del surf che seppur non in maniera evidente entra talvolta a colorare i nove brani di questo più che ottimo lavoro. Soprattutto la coralità è non di rado debitrice alle melodie dei Beach Boys (“Calavera” ad esempio) ma è l’attitudine generale (a partire dal titolo che cita il classico dei Surfaris) ad essere molto “surf”. Il sound si muove tra indie rock, alternative, reminiscenze anni 80 tra Smiths e Housemartins (“Agata”), i testi sono ottimi, il disco funziona alla grande.

MEIFU – Haunted Dreams

Un potente dosaggio di doom/stoner nell’esordio del quartetto, che guarda anche al passato (Hawkwind in particolare) e inserisce fluttuanti e inquietanti melodie di gusto orientale, riportando alla mente le migliori esperienze della psichedelia turca degli anni Settanta. La voce femminile di Mari è un valore aggiunto a personalizzare ancora di più il suond della band. Ottima partenza.

MIXED FEELINGS – Fasi

L’ep del trio calabrese rivela un’ottima maturità compositiva, con brani ben costruiti e interpretati, in chiave britpop e dreampop, con un pizzico di attitudine sonora shoegaze. Il materiale è limitato ma fa presagire buone prospettive per il futuro.

MOBILI TRIGNANI – Webinair

Al quarto album, il duo abruzzese conferma la qualità di un proposta che attinge prevalentemente dalla canzone d’autore italiana ma in modo particolarmente vario e personale. Echi di Rino Gaetano ma anche del Lucio Battisti e Ivano Fossati più funk e danzerecci, vedi “Nin mi dice core (Quesse è)”, un abbraccio al reggae nella title track, il pop ricercato e mai banale alla Colapesce Dimartino, in una miscela vincente, divertente e originale. Ottimo.

OH – Italia 25

Enrico Teno Cappozzo torna con il nuovo progetto Oh, un cantautorato punk aspro e ruvido che mette a braccetto Giorgio Canali e Rino Gaetano in quattro brani che guardano a punk e grunge. L’approccio è aggressivo, disperato, duro e spietato, le canzoni non cedono ad alcun compromesso. Molto interessante e personale.

ORGAN SQUAD – Double zero files

Esordio esplosivo per il quartetto modenese che mette insieme tutte le sfaccettature di quella frizzante scena nata con l’Acid Jazz nei primi anni Ottanta, con band come James Taylor Quartet o Corduroy (a cui la band si avvicina parecchio). Hammond, sfumature jazz, gusto Lounge Music, gli anni sessanta delle colonne sonore, con funk, Meters, Booker T & the Mg’s, Jimmy Smith nel cuore. Ma ci sono anche riferimenti espliciti a Prisoners, mod sound, soul, rhythm and blues e una riuscitissima cover di “Hold on” dei Fleurs de Lys. Super!!!

PETROLIO – А М Я Ǝ ᑫ Ƨ 

Il progetto solista di Enrico Cerrato, prosegue l’intensa attività (concertistica e discografica) con un nuovo album con quattro lunghi brani. Petrolio si è sempre mosso tra musica sperimentale, colonne sonore, composizioni per il teatro. Il nuovo lavoro si divide tra atmosfere elettroniche dall’incedere solenne, liquide, che mettono insieme post wave e Tangerine Dream, sperimentazione e il kraut più etereo. Lavoro, come sempre, coraggioso e personale.

PIT – Teo

Il cantautore milanese Pietro Lisciandrano, in arte Pit, all’esordio sulla lunga distanza, dopo un ep e una lunga serie di singoli. Un album maturo e variegato, la cui matrice è in una canzone d’autore moderna, dalle tinte marcatamente pop ma che si sviluppa con anche accenti più rock e una spiccata personalità. Ottimi i testi, buona la qualità compositiva, un nome da annotare per, sicuri, sviluppi futuri, che si prospettano rosei.

POLARITIES / IGNACIO NISTIK – Sand

L’unione tra il produttore di musica elettronica che fa base a Barcellona, Umberto Di Lorenzo intestatario del progetto Polarities, si unisce al produttore musicale italiano e ingegnere del suono Ignazio Nisticò, noto come Ignacio Nistik. “Sand” comprende quattro brani elettronici che spaziano da ritmi dancefloor ad atmosfere liquide e “spaziali” (i due capitoli “Sand 1 e 2”). Il tratto è originale personale, creativo, qualitativamente realizzato in maniera perfetta.

PONI BOI – s/t

L’esordio della band marchigiana viaggia sui classici binari punk rock dei Ramones e flower punk dei nostrani Senzabenza. Undici canzoni per meno, abbondantemente, di mezzora di musica, ritmi serrati, chitarre distorte, melodie semplici e dirette. Niente di innovativo ma l’album è divertente, efficace e non mancherà di deliziare le orecchie degli appassionati (numerosi) del genere.

PRANK + GIORGIO LI CALZI – s/t

Un lavoro complesso e dalla difficile collocazione artistica, soprattutto perché spazia tra mille influenze e riferimenti. I Suicide di “Ghost rider” diventano un feroce brano dai contorni punk (con il vocoder che riporta alle sperimentazioni dei Kraftwerk), la partenza con “Fat man VS Bodybuilder” ci porta ai King Crimson di “Red” ma ci sono anche episodi jazz, post wave, math rock ed elementi originali che nascono dal gusto dell’improvvisazione. Il tutto suonato benissimo e con estrema pulizia. Ottimo.

RICKSON – La macchina del tempo

L’autore, cantante e polistrumentista Cesare Capuani, all’esordio, con lo pseudonimo di Rickson, con dodici brani che, partendo da una matrice chiaramente debitrice alla canzone d’autore nostrana, si muovono per intraprendere sentieri in cui si immergono in atmosfere pop psichedeliche. Il tutto permeato da una vena malinconica e da ritmi e umori dream pop. Scrittura personale e matura, ottime canzoni, curata la scelta dei suoni.

ROMA – Puff

Torna, dopo cinque anni di silenzio (parlammo del precedente “1982” qui: https://www.radiocoop.it/roma-1982/), rOMA, con un disco ancora una volta intenso ma che cambia direzione sonora e artistica rispetto al precedente, affidandosi a una sorta di omaggio alla classica canzone d’autore italiana, Rino Gaetano in particolare (ma non mancano sguardi a Lucio Dalla e al rock cantautorale più recente, vedi “Settembre non ci deluderà”, vertice dall’album). Un autore di grande qualità e dalla forte personalità.

SAD PONY GIRL – Guerilla ep

Otto brani su cassetta tra atmosfere sospese e algide, in cui entrano elementi shoegaze, post rock ma anche sonorità care ai Low, Cocteau Twins e alla psichedelia raffinata degli Opal. Un lavoro che non difetta certo di personalità e originalità e si pone in prima fila tra le proposte più interessanti degli ultimi tempi.

SANDFLOWER – Lieve

La band lombarda torna con un terzo album in cui è la potenza sonora a farla da padrona, tra hard, metal, crossover, alternative rock. I brani sono complessi (in particolare la suite conclusiva “Burattini del dio denaro” che raggiunge quasi dieci minuti di durata e ci riporta ai migliori Metallica) e variegati, eseguiti alla perfezione e arricchiti da una produzione di primissimo livello. Un disco maturo, pieno di spunti e intuizioni, più che ottimo.

SAX THIS CANDY – God Is My Witness

A otto anni dall’esordio, torna la band pescarese, dirigendo il timone verso nuove sonorità che pur attingendo da aspre matrici post punk/new wave, si ammantano di influenze inedite e particolari, assorbendo anche ritmi dance ed elettronica. Rimangono aggressività e approccio rude (vedi il punk rock di “Liquid love”) ma anche momenti a sé stanti (il funk punk di “Human Piggy Banks”). Un lavoro molto personale e originale, che merita spazio e diffusione, a tratti geniale e sorprendente. Ottimo davvero!

SINNERMAN – Atay

Il quintetto romano assimila alla perfezione il melting pot multiculturale della capitale, in un pulsante mix di suoni, ritmi, sensazioni, umori che arrivano tanto da lontano, quanto da vicino, tra afrobeat, ritmiche dance e ipnotiche, dub, funk, nu jazz, elettronica, sperimentazione, trance, sapori latini. Miscela esplosiva, innovativa, avvolgente. Da seguire.

SUD SOUND SYSTEM – Intelligenza naturale

Torna dopo sette anni la band salentina, ribadendo il valore artistico della loro lunga esperienza musicale e culturale. Con il prezioso aiuto di ospiti come Alborosie, Negramaro, Ensi, Puccia e Antonio Castrignanò si addentrano nel consueto melting pot di suoni, influenze, umori, sapori sonori, tra reggae, ragamuffin, rap, soul, funk. Una garanzia, confermata per l’ennesima volta.

ULTIMA HAINE – Diodenaro

Esordio con il botto per la band partenopea con un potentissimo disco in cui ritmiche grunge si uniscono a travolgenti riff chitarristici in stile Rage Against The Machine, perfetta costruzione di un sound debitore al cosiddetto crossover anni Novanta. Non manca una vocalità che concede non di rado spazio a modalità esecutive rap e la partecipazione di due grandi esponenti della scena alternative nostrana come Pierpaolo Capovilla e O Zulù. Ottima la produzione che esalta la possenza dei suoni e molto buono lo spessore compositivo, in grado di spaziare tra diverse atmosfere.

WIB – Katana

Dopo una carriera da DJ, l’artista marchigiano all’esordio con cinque brani autografi dall’impronta cantautorale con arrangiamenti che non disdegnano elementi elettronici e un’anima rock. La materia è ancora grezza ma c’è una buona qualità compositiva, si intuiscono ottime idee e la stoffa c’è. Con un po’ di maturità e rifiniture in più i prossimi passi potranno dargli molte soddisfazioni.

VIDEO

A FOREST MIGHTY BLACK – Birdman, ADRIACO – Dall’altra parte del mare, AFTERSAT – Luntano ‘a Te, AGRONOMIST – Tutti pazzi, SILVIA ALIBRANDI – I passi degli altri, ASIA – Rodeo, RICCARDO ANCILLOTTI – Katmandu, MANUEL ASPIDI – Wildfire, ASTRONAUTI – Viaggiatore statico, ATTILI – Better, BIANCA ATZEI ft. Tormento – Le canzoni di Vasco, AZI – 36, THE BACKLASH – As Real…, FRANCESCA BELLINO – Io vado avanti, EUGENIO BENNATO – Musica del mondo, MASSIMILIANO BIONDI – L’alba chiara, BLACK PHANTOM – Beast on the Loose, BLACKKNOTE – Vestito bianco, BIOVOID – Far Beyond (acoustic rehearsal), BRAIN PAIN – Brain Cream, SAMUELE CARA – Ultima spiaggia, MIMMO CAVALLO – L’estate che torna, ANNACHIARA CECERE – Flashback, CHINÒ E IL MARE – Palissandro, CLATHRUS ARCHERI – New world, CLAUDIO CLEMENTI – Ferro liquido, THE COCUMBEER FOOL – Bla Bla, CORTESE – Non mi dire, VIDIEMME – L’amore subacqueo, CRIFIU – Nausicaa, DADA’ – Succo d’ananas, DANCED TIL MIDNIGHT – Gravitate feat. Elize, DATE AT MIDNIGHT – Rendez-Vous, SAVINO ZABA – Cento suonati, LORENZO DEL PERO – Deponi le armi soldato, DELE’ – La Bachata (Napoli version) feat. Mario Forte, ROBERTA DI FALCO alias LA RAGAZZA MAGICA – La ragazza magica, SAMUELE DI NICOLO’ – Quattro braccia, DOMENICO DI PUORTO – Style, DONNO – Mi lascio andare, DUNE AURORA – Fire, ERISU – Ishtar, EXTRAPOLO feat EZEEO – EAI ( prod by DJ SIMI ), LUIGI FARINACCIO – Oggi il tuo respiro, FELDSPAR – Dead Friends Still Alive, NICOLA FERRARI – Falling star, FINECIELO – La città, FLYZIR – Freedom, FOUR SEASONS QUINTET – Palomar, FRAMMENTI – Weekend, LUIGI FRIOTTO – Mirecah, GATE66 – 747, GENNARONE – Mother’s tears, GEREMIA – Io, te, le stelle, ANTONIO GIAGONI – Perdere tempo, GÙLANA – Che bella l’estate, HAMBURG SPINNERS – Heisser Schlitten, I HATE MY VILLAGE – Erbaccia, IL SANTO – Malanova d’amuri, ILENYA – Buio, ISOTTA – Coming out, KAMAAK – Red Velvet, KOKO-JEAN & THE TONICS – Love child, LA TRISTE GABRIELLA – Rene, L’ENNESIMO – Tirrenica, LELAND DID IT – I’ve Made Big Decision, LEMO’ – Fitta la nebbia, LIFE IN THE WOODS – Caravan, LILCIU – Ultra-Pare, SOFIA LO – A mani vuote, LOBINA – Gin, LOR3N – Fulmine, VINNIE MARAKAS – Acqua frizzante, MARCO e PIPPO – Sensaltro, MARGO’ – Mare di pensieri, THEE MARLOES – Mungkin Saja, THEE MARLOES – Not today, FABIO MARTORANA – Mentre il tempo scorre lento, MEGAN IS MISSING -Antiposer, DANIEL MEGUELA – Fuori, SYLVIA MERITANO – Il tuo fiore mai, MEZZOSANGUE feat GAIA- Piove musica, MOONSHINE BOOZE – The shadow of my rose, ERIC MORMILE – Guerriero, MOTHER MARY MOOD – Rosemary, MR&MRS – Andalusia, MUSU – Hey Dj, ANTONELLO MISSO – Harley & Davidson Legend, NEBULA – La danza del serpente, NOBLESSE OBLIGE! – Odio l’estate (anche io), IGOR NOGAROTTO – Nel limite dell’impossibile, OBLIVIOUS – What About Us, OFFBEATS – Born for R’n’R, OLDEN – Gioia negli occhi, OMINI – 666, OSEA CODEGA – Air touch, OSSA DI CANE – OssaDicane, GATTO PANCERI – Te voglio, PANIC IN MARCH – Paranoia tip, PLEBBO – Corrono pensieri, RAFFAELE POGGIO – La canzone che parla di te, POST – January, JOHN QUALCOSA – Cani come figli, GINEVRA RAMOS e GIULIA SARA SALEMI – Dimelo, REBIC – Cade pure la città, REVERSED CHAKRA – Game of Chess, RIEL – Cielo di spine, ILENIA ROMANO – Arbore Femina, ROYAL DIVISION – Piogge acide, SAMIRA – Set me free, SAMUEL & CINATRA – Un’altra estate così, ANGELO SANTANGELO – Stupida illusione, SATELLITE INN – Carry On, Benjamin, SINEDADES – Ahora y acà, ERICK SOLA – Hangover, STEFANO SPAZZI – Casa mia, SPIGA – Lacrime rosse, RIVA STARR – Vicino O’ Mare, SUPERLUNA – Stelle binarie, SVEGLIAGINEVRA – Sul più bello, TRAIN TO ROOTS Feat. CLAUDIA ARU – In Limba, UNFAUNO – La mia parte intollerante, URBAN CAIRO – Dysphoria, VETH – Perché lo fai?, VIBRAVOID – Get to you (we cannot awake), VIDIEMME – L’amore subacqueo, STEFANO VIRGA – Bambina (remix), VORIANOVA – Tempi scueti, SOFIJA VUKIC – Nuova meta, SAVINO ZABA – Cento suonati, XCASO – Un brivido

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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