Un esordio molto particolare quello di Mosè Santamaria, soprattutto in relazione ai riferimenti che, se è vero che posso essere riconducibili al mondo genericamente “pop”, vanno a pescare tra nomi abbastanza desueti come quelli di Eugenio Finardi, Tricarico,il Ruggeri del periodo Decibel o Cristicchi, tra canzone d’autore (stramba e dalle coordinate indefinite), un substrato di elettronica e un approccio comunque moderno e personale alla materia sonora e lirica. L’album è agile (meno di quaranta minuti per nove canzoni) e vario e lascia spazio ad ampi margini di elaborazione e sviluppo di quanto proposto in #Risorseumane
Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.
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