Nuova Musica Italiana – 4 recensioni
MASSIMO VOLUME – Aspettando i barbari
Come sempre i Massimo Volume non fanno prigionieri. Il tono è acre, cupo, alle soglie del diluvio, della soluzione finale. Scorrono severe le basi musicali in sottofondo, recita implacabile la voce di Emidio Clementi, evocando a tratti (“Drymaxion song”) addirittura i fantasmi dei CCCP. Rispetto al passato fa la comparsa, non invasiva ma con decisione, una componente elettronica che ben si accompagna al classico duro post rock a cui ci abituati la band bolognese e su cui, nel consueto stile inconfondibile, scorrono, declamati, ora con rabbia, ora diretti allo stomaco, testi taglienti, crudi, evocativi. Un ottimo lavoro, come sempre importante e assolutamente da ascoltare.
WUNDERKAMMER – s/t
Esordio anomalo (già dal formato dell’ep in (sacro) vinile) per la neonata formazione piacentina, con alla spalle una lunga e ricca attività in varie band (dai Liquid Germs ai Morticia Lovers, Rookies, Titty Twister, Sir Jack & the Grandma Modes tra gli altri). I quattro brani assimilano sonorità kraut rock (care a Neu!, Can, Popol Vuh, primi Kraftwerk) ma li fondono con certi suoni dimenticati ma ancora freschissimi che furono dei primi Devo o di oscuri nomi come XRay Spex, Screamers o i nostrani GazNevada degli esordi. Produzione grezza e minimale ma che prelude ad un futuro brillante.
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STEVE & the JERKS and ANTEENAGERS M.C – Campo-logy
L’etichetta toscana Area Pirata raccoglie un serie di brani di uno dei personaggi cult dell’underground francese, Fred Campo, in una delle sue incarnazioni sonore.Siamo nei meandri del punk di stampo 77, ancora sporco di garage 60’s ma tagliato da coltellate sonore acide e aspre, dissonanti e ruvidissime. I 13 brani scorrono veloci e potenti, aggressivi e cattivi.
DISORCHESTRA – Umano e disumano
L’esordio della band abruzzese si muove in una ambito sonoro abbastanza definito quasi da costituire un genere, in Italia: quel post punk dalle tinte cantautorali che si colloca tra Marlene Kuntz e Massimo Volume, con echi di CSI e PGR e tocchi di post rock. Il tono generale è cupo e opprimente, i testi affrontano tematiche difficili e delicate ma “Umano e disumano” è un album di ottima fattura e il gruppo ne esce con un prodotto interessante, di qualità e spessore.
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