Nuova Musica Italiana – 4 recensioni
MISFATTO – Heleonor Rosencrutz
E’ una lunga storia quella dei Misfatto, band nata nella provincia di Piacenza alla fine degli anni 80 e passata attraverso una lunga serie di cambiamenti, sia di formazione che stilistici. A tessere il filo conduttore del gruppo, l’anima del progetto, Gabriele Finotti, da sempre compositore e guida del complesso. Partiti con un sound palesemente debitore al punk rock, i Misfatto si sono progressivamente evoluti (attraverso un buon numero di album) in un sound sempre più personale dove confluiscono rock classico, folate grunge e crossover (“Rosencrutz” affianca Soundgarden a Rage againtst the machine) , alcune lontane reminiscenze di avant punk (dalle parti degli Husker Du più melodici), pop dalle movenze a tratti epiche e sinfoniche. “Heleonor Rosencrutz” (dall’elegante e curata confezione e dalla registrazione e produzione impeccabili) è ispirato dal romanzo firmato da Gabriele Finotti “La chiesa senza tetto, 35 sogni a Lisbona”, un giallo psichedelico e onirico dagli intrecci complessi, dove narrativa e poesia si uniscono in quella che sarebbe una perfetta e visionaria sceneggiatura per un appassionante film, tra misteri massonici, attualità, verità nascoste.
GASPARAZZO – Mo’ mo’
Combat folk, rock, punk, ma soprattutto ritmiche caraibici in levare tra reggae, ska e patchanka per il sesto album del gruppo emiliano.“Mo’ mo’”, aperto da “Rovesciala” inno dei Mondiali AntiRazzisti, prosegue all’insegno del divertimento accoppiato all’impegno di testi mai banali e sempre di grande spessore pur quando viene sapientemente utilizzata l’ironia.
RETROLOVER – Coscienza di sè
I veronesi hanno alle spalle una consistente carriera discografica e concertistica che conferisce al nuovo album la giusta padronanza e maturità artistica con cui affrontano un sound che affianca un approccio “sonico” e rumoristico a gusto per la melodia e per scarne e suggestive ballate (“Neve”). Ci sono (vaghi) accenni ad Afterhours e Teatro degli Orrori ma la scrittura si conserva originale e personale.
WU MING CONTINGENT – Bioscop
I Wu Ming proseguono il percorso che fu già di ENRICO BRIZZI e YUGUERRA nel 2011 con “La vita quotidiana in Italia”. Duro sound, ipnotico e ossessivo che unisce post punk, la new wave più abrasiva (dalle parti dei PIL e Massimo Volume) su cui si parla di alcuni personaggi “minori” ma altamente iconici (dal calciatore Socrates allo scrittore Peter Kolosimo) fino alla rilettura moderna di “Revolution will not be televised” di Gil Scott Heron.
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