Nuova Musica Italiana – 6 recensioni
JOHNNY MOX – Obstinate sermons
Notevole il secondo album di Johnny Mox, a due ann idall’esordio con il già ottimo “We=trouble”. Un muro sonoro, spesso sperimentale con evidenti connessioni al punk e alle esperienze più estreme dei primi Atari Teenage Riot ma anche Sonic Youth o Rage Against the Machine (vedi “Praise the stubborn”) ma che si affianca sorprendentemente e in modo assolutamente armonico con un’anima blues, gospel, soul, spiritual (tra Tom Waits e Nick Cave). Notevole !
JERRY MOVERS – Maschere e illusioni
La band bergamasca si presenta con il nuovo lavoro con alle spalle già tre album (di cui uno live). Punk rock con forti venature hardcore serratissimo che parte da Green Day, Blink 182, Social Distortion passando attraverso la lezione italiana di Punkreas in particolare pur se con un approccio più crudo, veloce e e ruvido che li avvicinano più ai Derozer. Ben suonato e ottimamente prodotto.
CAROLINA DA SIENA – Klotho
Un lavoro intenso, diretto e senza fronzoli quello della cantautrice pugliese che riecheggia un’immaginaria versione “punk/riot girl” di Carmen Consoli o Cristina Donà, trovando in Ani Di Franco e PJ Harvey plausibili riferimenti ispiratori. Un cantautorato aspro caratterizzato da ritmiche e sonorità particolarmente mirate ed originali. “Klotho” è un’opera estremamente personale e altrettanto riuscita.
FOUR TRAMPS – Tramps and thieves
Solidissimo blues rock in arrivo da Reggio Emilia per l’esordio del quartetto. I riferimenti sono palesemente legati alla tradizione rock 60’s e 70’s da Rolling Stones a Free, via ZZTop, Johnny Winter, Black Crowes e Jack White. Ma il collante rimane il blues più torrido, elettrico e ruvido che rende questo album genuino al 100%.
POOR MAN STYLE – Rabbia Dub Style
Quarto album per la band torinese e come sempre all’insegna di un poderoso mix di reggae, dub, tracce rocksteady, ragamuffin. Il tutto arricchito da testi “combat” mai banali, sempre ficcanti e pungenti, di forte critica sociale.
FOUR GREEN BOTTLES – Step
Il quartetto di Padova si destreggia a dovere tra suoni alt rock, emo, e più tradizionalmente “rock” (come nell’unico brano canatato in italiano, “Ora che”. Sound compatto e roccioso, ottimo il cantato, prodotto sicuramente interessante.
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