Nuova Musica Italiana – 6 recensioni
PALE TV – Penitenziali
La storia della band parte dal punk rock con gli Electric Nerves alla new wave con i Pale TV, poi diventati Pale e che incideranno (tra i primi nella penisola) un singolo e l’album “Blue Agents” (recentemente ristampato) nel 1981. L’attività live li porterà ad aprire il tour italiano dei Simple Minds nel 1983. Dopo un ultimo singolo lo scioglimento e l’album “Penitenziali” rimasto inedito fino ad oggi. La GoodFellas lo ristampa, riportando alla luce un prezioso documento d’epoca. Sette brani (4 dei quali in versione originale e 3 risuonati oggi con la formazione originale) che riportano alle atmosfere dei primi anni 80 tra Bowie, Roxy Music, Ultravox! confermando l’originalità della proposta e il rammarico per una preziosa risorsa persa nel 1983. Ma il tempo per recuperare c’è ancora.
MANY LOVES SKA JAZZ – Dreamlike
Il nome dice già tutto. La band leccese si addentra nel migliore dei modi nelle ballabili, solari, ariose atmosfere dello ska jazz strumentale ma con frequenti incursioni in altre sonorità come dixieland, musica caraibica, funk e un gusto particolare per le colonne sonore dei film polizieschi italiani anni 70. Il risultato è godibilissimo, ballabile, piacevole e consigliatissimo per ogni dancefloor che si rispetti.
MELISSA SWAM – Il mio reato
Da Siracusa un buon esordio sulla lunga distanza tra una vena marcatamente pop rock e un approccio più duro, elettrico e musicalmente aggressivo vicino a certe onde emo-core. Il tono è in generale piuttosto oscuro e serioso e non disdegna omaggi alle esperienze di bands come Muse, Placebo o i nostrani Afterhours e Verdena.
NERANEVE – Edere
La band romana è protagonista di un sound che assimila bene le migliori influenze pop rock d’Oltremanica ma spesso si avvicina a modalità compositive nostrane (da Negramaro a Subsonica fino a certo cantautorato personale come puo’ esserlo quello di Alex Britti o Max Gazzè). “Edere” è un album che ha tutte le carte in regola per poter puntare in alto.
ELETTRONOIR – E che non se ne parli più
Severo, impegnativo e complesso concept, di grande spessore musicale e, più genericamente, artistico per la band romana. Musicalmente ci si muove tra sonorità new wave di stampo 4AD e Cure con l’aggiunta di una forte componente lirica e di echi di cantautorato. Necessita un ascolto attento e approfondito (cosa difficile da pretendere di questi tempi) ma riserva grandi spunti e soddisfazioni.
GABRIELE SERPE – Uno
Arriva da Genova l’esordio del cantautore Serpe e l’influenza di De Andrè è (probabilmente) inevitabile anche se virata in chiave del tutto moderna, grazie anche ad arrangiamenti mirati e originali (vedi “La stanza del capo” ) che personalizzano parecchio il sound dell’autore. Sound che sorprende quando devia verso una dura new wave figlia di Massimo Volume (“Marmellata cerebrale”) o dei CSI (“La danza del fumo”).
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