Ottobre 2023. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.

Nel mese di ottobre 2023 abbiamo recensito 43 ALBUM e presentato 120 VIDEO.

Dall’inizio dell’anno RadioCoop ha recensito 402 ALBUM, 259 SINGOLI e presentato 892 VIDEO.

ALBUM

73 HERTZ – La strada

La band marchigiana all’esordio con un album di solido rock tinto da forti influenze hard ma che non disdegna puntate in momenti meno duri, con ballate dai ritmi meno convulsi e dalle modalità più riflessive e malinconiche. Mentre in altri episodi (come “Libero”) indulge verso atmosfere più care al grunge. Un disco ben composto, suonato con competenza e ottima tecnica che lascia presagire infuocati live. Promosso a pieni voti.

MARIO ACQUAVIVA – Attention please

Quella di Acquaviva è una storia che parte da lontano, fin dagli anni Settanta e che trova nei primi Ottanta la sublimazione, con un buon successo di classifica con tanto di partecipazione alla finale del Festivalbar, ad altre trasmissioni ed eventi. Una serie di circostanze lo porta ad abbandonare poco tempo dopo la carriera musicale. A cui torna ora con un ep di quattro brani, pieni di groove funk soul e di profondo lirismo. Coadiuvato da uno stuolo di musicisti di primissimo piano come Filippo Bentivoglio e Stefano Sposetti, produttori del lavoro, Paolo Costa, Lele Melotti, Giorgio Cocilovo, Amedeo Bianchi e Daniele Moretto, con i cori di Daniela Margini, Catia Pontiggia e Valentina Romano. Una ripartenza eccellente.

JEAN PAUL AGAMBI QUARTET – Atomic Urban Extravaganza

Concepito e realizzato tra Glasgow e Barcellona, città in cui risiedono i membri della band, Elle, Flavio Ferri, Simone Trovato. I tre brani dell’ep, pubblicato dalla prestigiosa nell’etichetta False Idols di Tricky, orbitano intorno a un sound metropolitano e tribale, dalle forti influenze jazz funk e punk jazz con elementi hip hop, che talvolta riportano alla mente i Morphine, i Material, Soul Coughing o Jamie Branch. Le premesse per sviluppi futuri di primissima qualità ci sono tutte.

THE BEATERSBAND – 52 ways to murder

Prosegue il progetto della band toscana, che (partendo palesemente dalla lezione dei Ramones a cui sono spesso stilisticamente molto vicini) trasforma il classico sound melodico di anni Cinquanta e Sessanta in corposi brani punk rock. Questo ep di quattro irresistibili brani ne è un’ottima dimostrazione.

ROBERTO BENATTI – Aspettando Ribot

L’esordio del cantautore lombardo ci porta in un mondo autobiografico e personale, Milano centrico o quasi, con l’apporto minimale di chitarra acustica e voce e una modalità esecutiva e interpretativa che riporta al primo Fabrizio De Andrè, pur se con un approccio molto sarcastico e ironico. Il quadro finale dipinto dai dodici brani è dolce/amaro e terribilmente attuale. Una buona partenza, particolarmente originale.

BOTTAZZI – Vol 1

Un prodigioso salto agli anni Settanta funk/blaxploitation strumentali, colonne sonore di inguardabili B movies polizieschi m anche un pizzico di latin soul del primo Santana. I brani sono frutto di session live in studio che danno lo spunto per improvvisazioni, sperimentazioni, sapori jazz fusion. Il tutto con una grande verve, tanta creatività, freschezza, urgenza espressiva.

BRIGHT MAGUS – Jungle corner

Eccellente esordio per un quintetto che riesce a fondere magicamente jazz, blues, funk, elementi afro e momenti più sperimentali che riportano spesso a “On the corner” di Miles Davis, ispirazione che ricorre sovente nei sei lunghi brani dell’album. Esecuzione magistrale (anche in considerazione delle modalità di registrazione, rigorosamente live in studio), composizioni ricche di spunti ed elaborazioni di gran classe. Ospite speciale Enrico Gabrielli dei Calibro 35.

GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO – Pericolo giallo

E’ una fortuna che esista Giorgio Canali, che le sue sue canzoni rimangano sempre così urticanti, cattive, lucide, poeta moderno che non ha paura a confrontarsi a chiare lettere con una realtà sempre più difficile e amara da vivere. I testi sono come sempre eccellenti, le canzoni crude e abrasive ma di una bellezza struggente. Disco italiano dell’anno.

THE CANDYDATES – Wild lovely race

Un ottimo ep per il quartetto livornese, i cui componenti hanno già varie esperienze con altre band di buona caratura. Quattro canzoni di robusto rock chitarristico (inclusa la conclusiva ballad di sapore blues) che, a tratti, riportano ai REM o ai Replacements. Le canzoni filano via veloci, lasciando un gusto saporito e intenso. Bravi!

CANI SCIORRI – Atletica 75

La band piemontese firma il nono album di una carriera iniziata nel 2001, proseguendo il cammino su un bulldozer che spazza via tutto quello che gli si para di fronte, con un muro sonoro che attinge da punk, hardcore, post hardcore, rock ‘n’roll più ruvido, echi grunge. I brani sono sempre ben strutturati e arrangiati, spesso ritmicamente complessi e ricchi di soluzioni originali. Ancora una volta un ottimo lavoro.

CASUAL BOOTS – Rainbow night

Il duo (chitarra/voce e batteria) marchigiano firma il secondo ep di quattro brani dopo l’esordio di inizio anno. Ottimo pop rock che guarda a band come Squeeze o Smiths, attraverso brani semplici e diretti, di stampo garage beat ma con una carica punk rock alla Buzzcocks (“Car wash”). Il risultato è più che piacevole e il sound inusuale aiuta a renderlo particolarmente appetibile.

THE CELIBATE RIFLES – The Turgid Miasma of Existence

Il terzo album della band australiana, pubblicato nel 1986, rivive nella ristampa della nostra Area Pirata Records e fotografa il momento precedente all’esplosione internazionale. Il sound è grezzo, aspro, abrasivo, ancora vicino a una dimensione punk ma lascia intravedere gli sviluppi imminenti che consegneranno la band di Sidney alla storia del rock di Oz ma non solo.

COLLETTIVO MANGIATUTTO – ‘A cianna blobsoundz – indagine patafisica su una festa di quartiere

Questo non è un disco.
Questa non è un’inchiesta.
Questo è un gioco.
Questo è per gli umani del futuro, ma non è solo memoria.
Questo è un abbraccio al quartiere.
Questo è uno scherzo alla città.
Questo siamo noi, questo
 è nostro.

Frammenti registrati in presa diretta sabato 10 settembre 2022, durante la festa di Villapiana Antifascista e Antirazzista (Savona).

Un album anomalo, un esperimento (riuscito) di commistione di parole in libertà, prese tra la gente del quartiere, rimescolate in un cut-up e musicate in acustico. Ne salta fuori una suggestiva fotografia verbale e sonora di uno spezzone di vita vissuta e attuale.

Si può ascoltare qui: https://mangiatutto.bandcamp.com/album/a-cianna-blobsoundz-indagine-patafisica-su-una-festa-di-quartiere.

MARTA DELL’ANNO – Tempo di Metamorfosi, di Sante e di Madonne

Compositrice, autrice, violista e cantante, foggiana di origine ma parigina di adozione, Marta Dell’anno ha un lungo curriculum artistico e un’attività concertistica intensissima. Il nuovo (settimo) album la coglie in una piena maturità stilistica che le permette di spaziare in un numero molto ampio di influenze e riferimenti dal jazz, al folk, blues (spettacolare la versione di “Black coffee”), canzone d’autore, sperimentazione. Un lavoro che riporta alla felice esperienza di Debora Petrina ma che ha dalla sua una tale personalità e unicità da scostarla da qualunque ragionevole paragone.Ottimo e interessantissimo.

ODORICO DEL CORSO – Quando chiudi gli occhi

Dopo la felice esperienza con la The Spleen Orchestra, Odorico Del Corso ha intrapreso una carriera cantautorale solista che approda ora al secondo album. Otto brani dagli arrangiamenti scarni e delicati per una scrittura lieve, raffinata, debitrice alla lezione di Francesco De Gregori in primis ma che non disdegna pennellate compositive alla Lucio Dalla. Il tono è malinconico e autunnale ma l’ascolto molto gradevole e contemplativo. Un buon lavoro.

LARRY CORTONI & the NASTY FOUR – Live in Good Company

Dopo Home Alone, suo debutto da solista, torna con Live in Good CompanyLorenzo Cortoni, accompagnato dai Nasty Four. Otto brani registrati dal vivo che ne esaltano l’approccio diretto e ruvido a base di rock ‘n’roll, influenze blues e rhythm and blues, chiaramente debitore alla sua dimensione più “roots” cara a personaggi come Bruce Springsteen e John Cougar, che da sempre cavalcano sui sentieri più polverosi dell’America rurale e profonda. Le canzoni funzionano, l’attitudine è quella giusta, l’album più che godibile.

ELECTRIC MACHETE – High Penetration Formula

Difficile credere a chi sostiene di essere influenzato sia dai Black Sabbath che dai maestri del funk Meters. Personalmente aggiungerei anche i riff dei primi Led Zeppelin (vedi l’incipit di “Processionarie”), l’attitudine dei Blue Cheer e una buona dose del miglior stoner, quello più ruvido e meno psichedelico e, perché no?, l’irruenza di certi brani degli Hellacopters. Però c’è sempre quel groove funk, black, che imperversa nella ritmica o nella chitarra che apre “Go to hell” e che prosegue con un riff che, con le dovute modifiche, potremmo trovare in un album di funk dei 70 o dei Grand Funk Railroad (vedi tra i tanti “Black licorice”). Alla fine la band marchigiana ha tirato fuori un disco fantastico, suonato benissimo, con un sound originale e una personalità unica. Notevoli!

FLAMING FINGERS – s/t

Il quintetto salentino ci regala un album pieno di sapori sonori. La matrice jazz si tinge delle più svariate influenze, dallo swing al Be Bop, alle atmosfere mediterranee, tinte dalla tradizione locale fino a sguardi alla sempre più vicina Africa e al funk di “Per questo e quest’altro”. L’esecuzione è brillante e frizzante, la band viaggia a mille, l’ascolto gradevolissimo anche per chi non mastica abitualmente gli ambiti jazz.

GAZZARA PLAYS GENESIS – Selling England By The Pound

Per festeggiare il cinquantesimo anniversario della pubblicazione, il tastierista romano riprende, in chiave strumentale, pianistica, classica, il capolavoro dei Genesis “Selling England By The Pound” (come già aveva fatto per un altro grande album della band di Peter Gabriel, “Foxtrot”). L’idea e la realizzazione sono perfette, danno una nuova luce all’opera, la rinnovano e ne fanno apprezzare particolari inediti. Come sempre un lavoro di altissima fattura e qualità.

KOTIOMKIN – Le Casalingue – The Satanic Rites of Cobram

Il duo abruzzese si dedica alla realizzazione di colonne sonore strumentali di film inesistenti, abbracciando quell’immaginario del cinema italiano di genere “erotico-vampirico” degli anni ’60-’70-’80. In questo secondo album proseguono il loro percorso condendolo con sonorità estreme, tra doom e stoner, sperimentazione e picchi noise. Interessante, suggestivo e sicuramente anomalo e riuscito.

LEBRON JOHNSON – Anonymous

Un esordio di sorprendente maturità stilistica e creativa, avvalorata da una pregevole produzione a cura di Riccardo Rinaldi aka Ohm Guru. Sound di matrice soul/funk ma che non esita ad addentrarsi in ambiti rock blues hendrixiani (vedi la title track o “All about you”) o nell’afro funk di “Olofofo”. L’album scorre piacevole e ricco di ottime suggestioni, suonato a livelli di eccellenza e con una voce di primissimo valore.

MASSIMILIANO LAROCCA – Daimon

Il cantautore toscano firma il sesto album solista, ancora una volta affiancato dalla sapiente produzione di Hugo Race, che ben si addice al taglio semi acustico, dai toni dark blues che caratterizza i dieci brani autografi. Ci sono pennellate jazz, riferimenti vari alla migliore tradizione della canzone d’autore nostrana e alla scuola francese dei Sessanta. Il tutto arrangiato in chiave moderna, con atmosfere avvolgenti, suadenti, autunnali che si pongono tra Leonard Cohen, Nick Cave, Serge Gainsbourg e Umberto Bindi. Suoni eccellenti, album di alto livello.

LE JARDIN DES BRUITS – Cuore di cane

Un ottimo secondo album che segue di sei anni l’esordio con “Assoluzione” e che conferma la felice fusione di un tratto compositivo di stampo cantautorale (che guarda ai primi Litfiba e alla post wave autorale di nomi come Andrea Chimenti, Mauro Ermanno Giovanardi, Virginiana Miller, Massimo Volume) e una verve più alternative rock, dura, chitarristica. La miscela è delle migliori, espressa con efficacia, con una particolare attenzione ai testi (espressivi e profondi, mai banali) e arrangiamenti precisi e maturi. Promossi a pieni voti.

LUCA & the TAUTOLOGISTS – Paris Airport ’77

La carriera di Luca Andrea Crippa è ricchissima di esperienze in ambito artistico, sia come musicista che come promoter. Arriva ora l’album d’esordio con quattordici brani di rock classico, di sapore chitarristico, che esplora varie influenze dell’ambito, fino a toccare i limiti del prog, pur muovendosi prevalentemente tra country e southern rock con un mood che talvolta talvolta ricorda le inflessioni compositive di JJ Cale. Il disco è complesso, lungo, elaborato e merita ripetuti ascolti. Ottimo.

LUPOFIUMELEGGENDA – (Dialoghi italiano)

LupoFiumeLeggenda è il progetto di Nicolò Verti con già all’attivo un album e un ep. I sei brani incrociano, in un contesto cantautorale pop moderno e attuale che attinge dalla scrittura di Luca Carboni e talvolta anche di Cesare Cremonini, una verve fresca e spontanea. E’ un ep che mette molta carne al fuoco da un punto di vista compositivo ma soprattutto evidenzia una personalità esuberante, sarcastica e spiazzante. Un nome da tenere d’occhio.

GIANNI MARCHETTI – Milano, Il Clan Dei Calabresi M2 / Milano, Il Clan Dei CalabresiM3

CARLO PES con I MARC 4 – Un Uomo Dalla Pelle Dura

La Four Flies Records ristampa per la prima volta su due 45 giri in edizione limitata, estratti dalle colonne sonore di due film polizieschi anni 70.
Tra funk grooves, una favolosa samba, sferzate e un tocco prog (nel primo dei due), due preziosi gioielli in vinile da non perdere.

MASSILANCIASASSI / FRATELLI BORGAZZI – Split ep 7′ + CD

Un Cd con tre brani a testa e un singolo diviso con un brano ciascuno, in 300 copie. Il tutto all’insegna, per entrambi i nomi, di un pop disimpegnato, ironico, spregiudicato e sarcastico, molto piacevole ma soprattutto originale e personale. La confezione grafica di Paolo Proserpio è ricchissima e ricercata graficamente, aspetto ormai abitualmente trascurato nelle produzioni discografiche e che nobilita ancora di più questa produzione.

MONTELUNA – Questi danni

Il quartetto piemontese all’esordio con un album breve e urgente in cui punk e post hardcore si mischiano alla perfezione, con un manto di emo a coprire il tutto. Sei brani dalle ritmiche veloci, chitarra abrasiva, voce che ben si inserisce nel contesto, canzoni di grande espressività emotiva. Una partenza significativa che si pone sul sentiero di band come Fine Before You Came ma in cui si sentono anche echi della leggendaria band hardcore dei Kina. Ottimo.

MUTONIA – Malèssere

Primo album in italiano per il trio romano, con dodici brani di costante grande impatto elettrico e una potente ritmica, che guardano esplicitamente a grunge, Afterhours, Maneskin, Hives e citano in “Musica pesante” i Blur di “Song 2”. Il disco scorre velocemente (i brani raramente raggiungono i tre minuti di durata), regala momenti travolgenti e l’ascolto è più che gradevole.

SABRINA NAPOLEONE – Cristalli sognanti

Il terzo album in carriera coglie la cantautrice genovese al massimo della creatività ed espressività. I nove brani partono dalla canzone d’autore ma si sviluppano in un labirinto di contaminazioni (soprattutto con la musica elettronica in varie sue filiazioni, dalla techno alla dark wave) supportati da una vocalità molto personale (pur se debitrice in certe parti da influenze che arrivano dalle ultime prove discografiche di Nada). La costruzione dei brani è sempre molto accurata, ricca di suggestioni sonore e varie collaborazioni vocali, con arrangiamenti originali edi sapore avantagarde. Un percorso coraggioso, distintivo, in cui sperimentazione e tradizione cantautorale si fondono alla perfezione, creando un ibrido nuovo e stimolante.

PAPIK / NICOLE MAGOLIE – Montecarlo diamonds

La grande voce della cantante e modella sudafricana Nicole Magolie, accompagnata dalla musica, mente e produzione del “mago” Papik. Il risultato è un elegante e raffinatissimo album di inediti a base di un sofisticato mix di disco, funk, soul, lounge, nu jazz, ammantato da una gradevole patina bluesy (vedi “I’m letting go – Tenderly” che ci riporta tra le braccia dei Fugees). Dieci brani di pregevole fattura, ognuno di enorme potenziale commerciale. Siamo a livelli di pura eccellenza.

DANIELA PES – Spira

Vincitore della Targa Tenco 2023 per l’opera prima, l’esordio, prodotto da Iosonouncane, dell’artista e cantautrice sarda è un coraggioso, originale, personalissimo connubio di tradizione, elettronica, trance, drone music, jazz, avanguardia. C’è un approccio quasi classico nel suo porsi, al contrario, in chiave completamente innovativa. L’approccio compositivo ed esecutivo è solenne, arcaico (cantato in una lingua inesistente, che incrocia dialetto gallurese, italiano e altri inventati), sorta di messa pagana che trae linfa da radici lontane ma parla una lingua futurista. Un album destinato a rimanere.

PETRAMANTE – Ortica

Terzo album per la band umbra a dieci anni dal precedente lavoro. La matrice cantautorale, che è fondamenta dell’opera, si dipana in varie altre influenze, tra pop, screzi rock, riferimenti a Battiato e a Nada (ospite nel brano “Il male necessario”). E’ di grande valore lo spessore compositivo, variegato, profondo, colto. Gli arrangiamenti sono raffinati ed eleganti, l’esecuzione (soprattutto nelle parti vocali) perfetta.

PHEROMONES – s/t

Un ottimo esordio per la band trentina che ama guardare alla lezione del punk contaminato di gruppi come Sonic Youth, Bikini Kill, Breeders, Le Tigre attingendo da sonorità noise ma con linee melodiche pop (che talvolta riportano ai primissimi Blondie). Gli otto brani funzionano nella loro urgenza e spontaneità, pur essendo spesso piuttosto elaborati ritmicamente e costruiti con particolare originalità. Una partenza più che riuscita.

SAMI RIVER – Sitcom triste

L’esordio del cantautore torinese lo coglie alle prese con dodici brani frizzanti, pulsanti, orecchiabili, in cui un pop dai ritmi sostenuti si ammanta di tinte punk e più dure. A tratti ci sono tracce del primo Achille Lauro e Lucio Corsi. Un disco ben prodotto, essenziale e con ottime potenzialità commerciali.

SELFLORE – L’immagine che ho di me

Esordio per il quartetto milanese dopo un paio di singoli. Un muro chitarristico, voce screamo, riferimenti che attingono dal post hardcore dei Fine Before You Came fino ai semi piantati in passato dai Fugazi, con un’impronta emo e shoegaze. I sei brani sono ostici ma hanno linee melodiche sempre azzeccate che stemperano le sonorità abrasive della band. Per gli appassionati del genere più che ottimo.

THE SWANGERS – Bye Bye

La band emiliana riesce a mischiare con equilibrio, eleganza e competenza una serie di influenze affini, dal grunge a sonorità quasi garage punk, momenti psichedelici, un più generico alternative rock chitarristico, dalle parti dei Pixies. Le canzoni sono sempre ottimamente costruite in fase compositiva e bene arrangiate. Il risultato finale è efficace e di alto livello (peraltro ben reso nella dimensione live). Da seguire con attenzione.

TAFF – Guilt

Cinque brani dolenti e solenni che si infiltrano alla perfezione nella tradizione dark wave degli anni Ottanta (dai Bauhaus a Sisters of Mercy). Il tutto basato su una voce filtrata e cavernosa, synth ed elementi percussivi. Il risultato è inquietante e minaccioso, conturbante e ostico. Sicuramente una delizia per i cultori di questi suoni.

THE HEAT Inc. – Asleep In The Ejector Seat

Esordio potentissimo per la band anglo italiana, a base di un sound che attinge dal lato più ruvido e duro dell’Iggy Pop solista (era “Instinct”), dalle ritmiche solide e compatte dei Ramones, senza trascurare il chitarrismo degli Stones anni 70. I brani sono duri, feroci, con arrangiamenti semplici ma allo stesso tempo curati e sempre perfettamente calibrati. Chiude una ballad semi acustica tra Johnny Cash e Rolling Stones a stemperare il clima infuocato dei nove brani precedenti. Ottimo!

TOMMI E.G.O. – Vita selvaggia

L’alter ego di Tommi e Gli Onesti Cittadini, già leader delle PornoRiviste, in un nuovo progetto nato in collaborazione con Danti (Two Fingerz) e Biggie Paul che si dipana lungo sette brani che attingono alla tradizione punk rock con marcate linee melodiche e una forte impronta rock. Sonorità curatissime, brani pulsanti e travolgenti, un lavoro più ottimo.

TUTTE LE COSE INUTILI – Avrai sempre un posto nel mio hard disk

Il duo chitarra, voce e batteria Dal 2011 ha pubblicato tre dischi, tre libri e suonato in oltre 350 concerti in tutta Italia. Il nuovo album arriva a cinque anni dal precedente e ne conferma la maturità e originalità stilistica, improntata a un cantautorato ruvido che sconfina in un’attitudine punk. Ottimi i testi, a perfetto compendio di un progetto particolare e personale.

THE VANISHED PEOPLE – School trip

Sono travolgenti, innovativi, eclettici, sorprendenti questi due giovani abruzzesi trapiantati a Milano. Giocano con campionamenti, ritmiche furiose di gusto metal (che riportano allo spettacolare lavoro del Dj belga Igorrr), per poi passare a suadenti funk, insert orchestrali, sprazzi prog. I sei brani dell’ep sono un caleidoscopio creativo di rara genialità. Eccellenti.

VIDEO

1989. – Gatti Neri, 23 FABIO ABATE – Ti sei scordato tutto quello che t’ho dato, AND BEYOND THE INFINITE BACK – Back on the road to the next world, AIRAM – Per ora respiro, ALIS RAY – Padroni del niente, ALTERPOP – Io Fermerei Il Tempo, ALTOMARE – Notte brava, ANANDA MIDA – Swamp Thing, ARBITRI ELEGANTIAE – Settembre 29 ’44, ANDREA ASCOLESE – Vertigo, ASTERIA – Petardi, ATROPINA CLAN – Domenica ubriaca, STEFANO ATTUARIO feat. Ray Heffernan – Liberi Respiri (And The Silence In Between), 𝐁ELLUJNO – 𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐨𝐮𝐧𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐅𝐮𝐫𝐲, BENTO – I need your help , BIANCA – Quiero contar, BLESSED – Lacrime rosse, BORO con ARTIE 5ive – Cadillac, BRI – Wherever you go, FRANCESCO CAMATTINI – Il cambiamento, SERGIO CAMMARIERE – Valzer di Chimere, CANNIBALI COMMESTIBILI – Dio sta invecchiando male, ALICE CARONNA – In piedi, NICOLÒ CAVALCHINI – Serie A, SERGIO CASABIANCA – De visu, ROBERTO CASALINO – Sei migliore o no, ANNACHIARA CECERE – Dimmi adesso, MATTEO CIMA – Cape Town, CIRCUS PUNK – Solo una riga sottile, CORTESE – Ipermetropia, THE CROWSROADS – Last Glimpse Of You, BEPPE CUNICO – Non-Dystopic Future, ALESSIA CURCIO – Come sto senza di te, DADISCO – Monster, DANOMAY – Funziona, DELALIBRA – Needle, MARTA DE LLUVIA – La festa che non c’era, DONA – Non farti male (reggae town), DO.SA.MI CUCCARESE DOMENICO – Questo mio tango è per te, EDGAR ALLAN POP – Il posto più bello del mondo, ELEkTRA – Radici Nucleari, ELISON – Savana, THE EVERETTES – Good life, FEEL IN THE VOID – Guardaci Adesso, NICOLA FERRARI – Come back to me, FIFTH TOWN – Heartbreak highway, TONY FINCH MARINO – Feel Your Movements, THE FLOW – Love Love Love, PAOLO FUSCHI – This old world, MASSIMO GALASSI – Welcome to Misery, JAMES GALLAG – Like magic!, GUATEMALA – Bravi tutti, GIANFRANCO GFN – Doctor Wind, ANTONIO GIAGONI – Peter Pan, GIANTHEO – Madre Terra, GIOVEPOLO – Luminol, PAMELA GUGLIELMETTI – La quarta casa, JABONI – Rain, JENIME – Waves, I MERCOLEDI’ – Amico mio, IL CICLO DI BETHE – Ferretti e Zamboni divisi a Berlino, IOFORTUNATO – Rosse di fumo, DELIO LAMBIASE – Capitano, capitano, MASSIMILIANO LAROCCA – Non saremo più gli stessi, LEGNO – Luminosissimi, LIBA – Bunker, SEBASTIANO LILLO – Loving duende, LOLLO – Todos para ti, LOVESICK – Goin’ down, MAIIAH & the ANGELS of LIBRA – Please Come Home, MOONLABYTE – R.E.C., MT JONES – Wasting My Time, MAKALU’ – Kitty (Prod. Tower Beatz), THEE MARLOES – True love, FRANCESCO MARZIO – Cattedrali, MOLECOLA – Biosintesi IGOR MULAS – Su dimmi, MR PERRINO – In Zona, NDOX ÉLECTRIQUE – Lëk Ndau Mbay, OPHELIA LIA – Self Love, ORDAHLIA NERA – Elizabeth Ann Short, ORDER OF MINERVA – World on fire, ANDREA PACINI – Un quinto di secondo, OSLO TAPES – Deja Neu, MATTEO PALERMO – Il rito della fiaba, VANIA PALUMBO – E glossa ti’ mana (La Lingua Madre), LUCIANO PANAMA – Le ossa, PANETTO – Dimmi che può bastare, PERFECT VIEW – Family, RAGAZZEPUNK – Stella di Hollywood, RAMES – Un giorno come un altro, RE-X – Carattere di merda, SIMONE ROMANO – Dante, ROMANO BROS – Il ragno, STEFANIA ROSATI – Vestimi di te, UGO ROSSI feat Bob Mintzer – The local festival, ROYAL DIVISION – Hollywood, ROXENNE – Pyroxene, SAMURAI JAY, DANI – Ci pensi mai?, DARIO SANSONE – Bella Ciao, NINO SCAFFIDI – Conchiglia , SHAD SHADOWS – Rush, SIGMOON FROID – Cruciverba, FRANCO SIMONE e MYRIAM HERNANDEZ – Ecco, SSD PROJECT (Ft. Azzurra) – I can do it tonight, ALESSANDRO SPINA – Comprarsi un loculo, SUBARU – Tram, SVIET MARGOT – Distante da chi, TA GA DA – The Weather Song, DAVIDE TALUCCI – Maryjoe, GERARDO TANGO – La danza del fuoco, TEMPLE OF JULY – Artificial Paradise, TOLIMAN – Ablaze, SILVIA VALTIERI – Avvinami, VIRTUS (prod by PAKKIA CREW) – Chatty advisor, VOODOO DRUMMER – Erik Satie in 7/8 + Milo mou kokkino, STEFANO ZAZZERA – Freaks

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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