Ottobre 2025. Il riassunto del mese

Come ogni mese procediamo a un riassunto delle recensioni e dei video pubblicati.

Nel mese di ottobre 2025 abbiamo recensito 46 album e presentato 124 video.

Nel 2025 abbiamo finora recensito 397 ALBUM e presentato 1001 VIDEO.

ALBUM

AFRODREAM – Guiss Guiss

Il collettivo multiculturale di base a Torino (con musicisti provenienti dal Senegal, Camerun, Argentina e Italia) firma il secondo album. Il sound base è tipicamente afrobeat ma introita numerosi elementi folk, il tipico incedere afrofunk e una costante anima jazz. La band suona alla perfezione, i brani hanno un tempo sempre piuttosto sostenuto, pur non disdegnando momenti più soul blues (la conclusiva “Ou Va Le vent”). Ritmo, anima, groove. Eccellente.

AGA – Spot

Il compositore e artista romagnolo aggiunge un nuovo tassello alla sua attività discografica, con un ep di cinque brani, in cui si muove agevolmente tra atmosfere elettroniche che guardano all’esperienza ambient di Brian Eno ma anche alla post wave più pop dei New Order. La sua esperienza ventennale ne fa una certezza qualitativa e creativa, per chi apprezza l’ambito sonoro, in questo caso a un livello più che alto.

LEONARDO ANGELUCCI – Plurale come due

Il secondo album del cantautore romano è un sapiente condensato di differenti riferimenti, dall’iniziale rock dagli umori quasi punk di “Aeroplano”, al ritmato surf rock di “Faccio surf”, ai suoni post punk di “Tarassaco”. In mezzo vari spunti cantautorali, spesso vicini all’estetica sonora di Daniele Silvestri ma sempre con un taglio personale e mai prevedibili. Un lavoro convincente, in cui lo spessore compositivo ben si unisce a buoni ed efficaci arrangiamenti.

BEBALONCAR – Love To Death

Il trio bolognese ha già marchiato a fuoco la scena underground italiana con due album di grande valore che hanno coraggiosamente mischiato elementi poco utilizzati ai nostri giorni. In particolare i Velvet Underground più oscuri e malati, richiami shoegaze, Jesus and Mary Chain ma anche la psichedelia meno scontata e “floreale” degli anni Sessanta. Il nuovo lavoro, che chiude una trilogia incentrata sulla profondità e il tormento dell’animo umano, allarga gli orizzonti verso folk e dream pop, palesando un maggiore ottimismo sonoro, guardando più spesso agli amati anni Sessanta (vedi l’unica cover, Pretty Colors dei Just Us, del 1966). Di nuovo un disco di grande spessore, originalità, personalità. Imperdibile.

BENTREES – Silver Veins

Il duo sardo, composto da Riccardo Podda (voce e chitarra) e Mauro Cocco (batteria), firma il terzo album di una carriera già ricca di riconoscimenti arrivati dalla scena stoner italiana ed europea. Non si tratta però solo di sonorità heavy e travolgenti, perché la band ama arricchire il suo sound con una forte vena psichedelica anni Settanta, tocchi blues, un tratto spesso Hendrixiano e un approccio molto cerebrale alla composizione ed esecuzione (vedi “Beyond The Mind” vetta del disco). Ne risulta un album di notevole spessore e grande valore, destinato non solo al pubblico di riferimento ma a un platea ben più ampia.

BOP GUN – Vol. 1

L’album d’esordio della band bolognese parla un linguaggio noto ma sempre accattivante e coinvolgente ovvero quello del funk arricchito da pennellate jazz e da occasionali intermezzi rocksteady/reggae (“Black a cop”), con un particolare legame al mondo delle colonne sonore anni Settanta. Il riferimento più immediato e ovvio va alla collaudata esperienza dei Calibro 35 ma in questo caso c’è una buona dose di originalità e personalità, oltre a una capacità compositiva ed esecutiva di gusto raffinato.

COBOL PONGIDE – Kosmodrom

La band romana si distingue immediatamente con un album particolarissimo, già dall’ispirazione principale e più evidente ovvero l’Alberto Camerini “Arlecchino elettronico” degli anni Ottanta. Non mancano elementi meno pop come sguardi a Devo, synth pop, Kraftwerk ma il mix è particolarmente intrigante e gustoso. L’album supera l’ora di musica per diciassette brani e soffre un po’ di questa voluta bulimia compositiva ma il risultato finale è più che godibile.

COLLETTIVO MANGIATUTTO – Futuro paguro

Mangiatutto/MNGTTT non è una band, è un Collettivo. I suoi militanti provengono da universi sonori e culturali distanti e in conflitto. Tra di loro si nasconde anche qualche musicista, ma questo è un puro caso. Una presentazione che chiarisce, molto approssimativamente, quello che ci possiamo aspettare da un disco del genere. In realtà ogni brano è una sorpresa, in un anarcoide continuo saltare da un genere all’altro, dalla canzone stralunata e “storta” a potentissimi combat folk (“Marxietta”), pennellate jazz, ritmiche funk, brani arrembanti (“Motorik”) e tanto altro, in un caleidoscopio di colori artistici che è raro trovare in un disco.

CORPOCELESTE – Mani che tirano in ogni direzione

Secondo capitolo per il cantautore romano, con un ep di quattro brani autografi, caratterizzati da una predilezione per le atmosfere modern pop, con un retaggio nella canzone d’autore più easy nostrana. Le composizioni sono bene arrangiate e prodotte, con una romantica malinconia di fondo che li rende più fascinosi. Interessante.

ANDREA LASZLO DE SIMONE – Una lunghissima ombra

Un lavoro di difficile collocazione, accompagnato, non a caso, da un lungometraggio, di cui “Una lunghissima ombra” è l’ideale colonna sonora. Onirica, sognante, fluttuante, tra suoni e approccio ambient, canzone d’autore (da Lucio Battisti a Claudio Rocchi), psichedelia, prog, Radiohead. Ma c’è molto di più rispetto ai riferimenti elencati ed è una personalità da tempo definita e che spicca tra le migliori e più significative nella scena autoriale italiana. Un ascolto è d’obbligo.

DELTA V – Fatti ostili

Il settimo album dei Delta V fa immediatamente centro, restando ancorato alle proprie radici, come sempre perfettamente in equilibrio tra pop ed elettronica ma con un’anima post wave e tematiche conturbanti, fino a diventare quasi disturbanti (vedi il passaggio in Nazisti dell’Illinois “Leggi le classifiche, brucia le classifiche, non accontentarti mai, al limite spara al dj”). Album raffinato e curato, ricchissimo di spunti, avvolgente e ammaliante. L’augurio è di avere il giusto risalto, in un’epoca artistica in cui la mediocrità la fa da padrona.

DEPOOKAN – Sang et Cendre

Una storia particolare, quanto intrigante, fascinosa e misteriosa, quella del duo composto da Susy (Luana) Berni e Nicola Cavina. Un album nel 1994 e poi trent’anni di silenzio. Il ritorno è quanto mai interessante e si caratterizza per un suono decisamente originale e distintivo che poggia le fondamenta su basi di matrice folk celtica ma che si arricchiscono di elementi dark, al limite del gotico, melodie mediorientali, sperimentazione, elettronica. Il lavoro è molto curato e bene arrangiato, trasuda creatività e passione, regalandoci un album di sicura attrattiva.

DIONIZA – A nervi sciolti

Dioniza è il progetto solista di Domiziana Pelati, cantautrice parmigiana. Un lavoro di nove brani autografi che ben si destreggia tra atmosfere ammalianti di gusto pop, con interessanti evoluzioni melodiche e una post wave rock che non disdegna orizzonti aspri e graffianti (vedi “Sadalmelik!”, ai limiti con il garage punk) e atmosfere evocative e psichedeliche. Buon album ricco di personalità.

DOR – The Dream In Which I Die

Tornano, a due anni di distanza, i Dor, una tra le band meno definibili e incasellabili della scena italiana, sospesi tra un folk contaminato, dall’incedere spesso solenne, a cui si aggiungono brani dalla movenze dark blues (“The Light Keeper”, vertice dell’album), sperimentalismi, dissonanze, umori post rock e tanto altro. Un lavoro complesso, che necessita un approfondito ascolto, grazie soprattutto ai numerosi elementi sonori e artistici che lo caratterizzano. Molto interessante.

EDDA – Messe sporche

Non ha bisogno di particolari presentazioni l’ex voce dei Ritmo Tribale, tornato sulla scena musicale con un’attività solista ricchissima di soddisfazioni e riconoscimenti e che ora aggiunge il settimo album a una discografia di sempre alto livello qualitativo. Il nuovo lavoro torna al rock, più duro e arrembante, con sguardi al rock blues, fino ad arrivare al punk e al blues più malinconico. La classe è quella che conosciamo, lo stile che lo ha sempre contraddistinto rende “Messe sporche” un altro eccellente tassello di un’avventura sonora di grandissimo spessore.

FLOWERS FOR BOYS – Se questo è crescere

La band pugliese all’esordio con un album grintoso e arrembante, duro e dalle tinte epiche, tra post punk, emo e alt-rock. Le canzoni sono sempre composte e costruite con molta cura e sapienza, maturità e professionalità. Ottima la cura dei suoni, ben calibrati e perfetti per l’ambito sonoro scelto, esecuzione impeccabile, voce potente e distintiva. Gli appassionati del genere ne saranno più che soddisfatti.

THE GHIBLIS – High Noon Mirage

Sembra facile fare un album di surf strumentale nel 2025. Il problema è non essere prevedibili, in un contesto che (apparentemente) non offre molte vie d’uscita. I piacentini Ghiblis, invece, hanno studiato a fondo la materia e riescono a tirare fuor un album più che godibile, vario, ricco di influenze e riferimenti (dal rock ‘n’ roll al rhythm and blues, exotica, lounge, perfino perfino la canzone tradizionale napoletana, nella conclusiva “Napoli in farmacia”). Più che ottimo.

GIOBIA – X-Aeon

Al settimo album i Giobia hanno raggiunto un livello qualitativo e di maturità altissimo, che li pone ai vertici del pur non sempre ben definibile ambito dello “Space Rock”. Gli elementi sono conosciuti: psichedelia, heavy, stoner, Hawkwind, kraut rock, i Pink Floyd dei Settanta, visioni cosmiche, menti spalancate da iniezioni lisergiche. La maestria con cui la band si cala in questo, tanto colorato quanto oscuro, vortice è comune a pochi e conferma ancora una volta, l’eccellenza della loro proposta. Un album eccellente.

IL CICLO DI BETHE – Evo barbarico. Volume 1: Memorie

“Evo barbarico” non segue il ciclo ‘album-promozione-supporto analogico’: è uno stato musicale di rivoluzione permanente, un cantiere sonoro aperto, un manifesto in costante mutazione, un percorso in tre uscite – un viaggio sonoro e concettuale che si estenderà per tutto l’anno, fuori dalle logiche del mercato discografico tradizionale. La presentazione del nuovo album riassume in maniera tanto esaustiva quanto intrigante un progetto ambizioso ma che già dal primo capitolo mostra la qualità della proposta. Un sound che si muove tra elettronica, post punk, gusto per la sperimentazione, tocchi stoner psichedelici e altre deviazioni artistico/sonore che rendono il risultato finale più che riuscito ed efficace. Ad aiutarli un ricco parterre di ospiti. In attesa dei prossimi capitoli.

FRANCESCA INCUDINE – Radica

Torna, a 7 anni dalla vittoria della Targa Tenco, la cantautrice siciliana con un album tanto forte, quanto avvolgente in una grazia che profuma di antico, di vecchi canti popolari ricchi di saggezza e spesso di malinconia e disincanto. Il tratto compositivo è vicino alla migliore canzone d’autore italiana (da Fabrizio De André a Teresa De Sio), l’uso del siciliano che sa essere deciso ma anche melodicamente ammaliante, è un’aggiunta espressiva. Storie personali si intrecciano a quelle dedicate a donne militanti, culminando con una bellissima ripresa di “Cara maestra” di Luigi Tenco.

LA GOVERNANTE – E’ solo la fine del mondo

Un album interessante che riesce a fondere con notevole maestria atmosfere indie pop, attuali e moderne, con un retaggio che guarda alla synth wave degli anni Ottanta (dai Visage agli Ultravox di “Vienna”, con pennellate alla Battiato e Krisma). Geniali i titoli di canzoni come “Dormivi a un party” o “Le canzoni felici di Morrissey”…Un lavoro personale, atipico, intrigante.

THE LANCASTERS – The Word of the Mistral

Nuovo eccellente lavoro per la band bresciana che non esita ad attingere dalla migliore tradizione rock blues targata anni Settanta (Stones, Led Zep, Trapeze, Grand Funk Railroad). Suonano benissimo, con una perfetta padronanza della materia e la capacità di comporre canzoni a livelli altissimi e di grande pregio. Non c’è alcun afflato nostalgico o revivalista ma solo un grande album di rock sanguigno, blues, ricco di freschezza, attualissimo.

LISA BEAT AND THE LIARS – Gimme Another Try

La band marchigiana prosegue il suo sempre più interessante cammino artistico, attraverso atmosfere e suoni di matrice anni Sessanta ma che progressivamente si sono evoluti verso altri orizzonti, pur con le radici sempre salde nella tradizione da loro più amata. Nei tre brani del nuovo ep troviamo echi Beatlesiani, surf, garage rock, freakbeat e una deliziosa e riuscita cover di un classico del synth pop degli anni 80, come “Face to Face, Haert to Heart” dei Twins, ripreso con piglio da spaghetti western.e un substrato post wave. Come sempre un prezioso gioiello in vinile.

LITTLE PIECES OF MARMELADE – Mexican Sugar Dance

Un album complesso e sorprendente per la sua varietà di stili, ad opera del duo marchigiano. Il sound è quasi sempre aspro e abrasivo, raramente incline a compromessi melodici, spesso amante di dissonanze e scansioni ritmiche atipiche. La gamma di riferimenti parte da un predilezione per il mondo grunge ma si muove volentieri verso la genialità di Jack White e le sue innumerevoli incarnazioni, non disdegnando blues, noise e pennellate psichedeliche. Un mondo artistico da esplorare, ricchissimo di spunti e guizzi creativi sorprendenti.

JAYWOLF – On the Road Again

Diario di viaggio e manifesto esistenziale, il nuovo album del cantautore forlivese JayWolf, nome d’arte di Simone Fesani, scava nelle radici a lui più care, dal country al blues, non disdegnando southern rock (“Fly Away From Me”), perfino hard rock (l’iniziale “Devil’s Wound” suona molto vicina ai primi Ac/Dc). Un lavoro diretto, sincero, schietto che non si appiattisce mai su una direzione prevedibile ma riesce, nonostante il voluto e palese attaccamento a un genere ben preciso, a spaziare in atmosfere variegate. Ben suonato, ottimamente prodotto, canzoni di grande spessore compositivo.

JUNE 1974 – Fragile

Torna con l’ennesimo prodotto di una lunghissima discografia, il progetto di Federico Romano, arricchito in questo nuovo lavoro dalla voce di Sophie Leestrom. Dieci brani dall’incedere solenne, quasi liturgico, che assemblano liricità della voce con sonorità metal e un approccio spesso di stampo progressive, in una miscela affascinante e ammaliante.

KARMA VOYAGE – Lands Beyond Eden

La band veneziana approda al secondo album (all’attivo anche un ep) con dieci brani dall’incedere solenne, ammantati di romanticismo funereo e malinconico. Ci sono anche una forte anima psichedelica e una totale immersione nella new wave anni Ottanta, ai confini con il dark. E’ un percorso originale e personale, soprattutto se proposto ai nostri giorni, in cui può sembrare che il contesto sia desueto e “fuori tempo”. Proprio per questo ancora più intrigante e affascinante. Consigliato.

KOLOSSO – Over

Un progetto stimolante, di ampio respiro, modernissimo, nato nel 2023 sotto la guida del polistrumentista e produttore Davide “Kidd” Angelica (già al fianco di Inoki, Deda, Voodoo Sound Club e altri), riunendo alcuni dei musicisti più visionari della scena underground bolognese. Un sound che abbraccia una gamma di stili particolarmente ampia, che passa dal jazz al funk, dall’hip hop al nu-soul al grime. Il tutto si miscela a un uso perfetto dell’elettronica e a una serie di ospiti che valorizzano composizioni curatissime e di grande impatto espressivo (vedi Awon in “Never Too Much”, vetta dell’album). Più che ottimo.

KORMORANO – Nove e 15

Il batterista dei Mellow Mood, in veste solista con un album molto intenso e coinvolgente, in cui reggae, canzone d’autore, sapori mediterranei e folk si uniscono in una miscela divertente e ballabile, con, però, testi in cui non lesina tematiche di denuncia sociale e politica. Brillano gli arrangiamenti, raffinati ed eleganti e un’esecuzione pressoché perfetta. Album di grande qualità, dal respiro ampio e dalle notevoli potenzialità commerciali.

MANLEVA – Con la mano alzata, parte 2

Il nuovo EP della band bolognese conclude il percorso iniziato con la prima parte del progetto “Con la mano alzata”. Sei brani in cui il rock si fonde con particolare efficacia a melodie pop, con un uso mirato e riuscito dell’elettronica. La produzione, particolarmente accurata, arricchisce il sound di potenza e, allo stesso tempo, raffinatezza. Un lavoro con grandi potenzialità.

METAXA – Il rock non muore mai

La band torinese si è sciolta nel 1997 ma uno dei componenti, Luciano Galea, li ha fatti rivivere attraverso l’ Intelligenza Artificiale, in un progetto che sfrutta le nuove tecnologie in un contesto artistico come quello del rock classico, in cui l’apporto “umano” è essenziale e vitale. Eppure il lavoro ha portato a un buon risultato, dove l’”anima” non manca. Si avvicendano sonorità pomp rock che a tratti riportano ai Timoria e intense ballate mid tempo che esondano nell’hard. Progetto molto interessante.

ANDY MICARELLI – Andyamo

Quinto album per il musicista e autore che palesa, in virtù di una lunga carriera nell’ambito, maturità compositiva ed esecutiva. Le undici canzoni sono prevalentemente di stampo pop e debitrici alla canzone d’autore italiana ma non disdegnano anche escursioni nel rock e nel prog (vedi lo strumentale “A Franco”) e nel rock duro (“Hulkmania”). Corredato da un ricco booklet, “Andyamo” è un ottimo lavoro, personale e curato.

MIVERGOGNO – Happy

Torna l’artista marchigiano, con un lavoro crudo, diretto, scarno, in cui gli arrangiamenti sono tanto minimali quanto efficaci. Prevalentemente basato su voce e chitarra, si concede un tuffo nel punk rock più aggressivo nella conclusiva “Veleno” o al sound grunge folk alla Dinosaur Jr in “Ritornello” ma in generale si affida più alla ballata “sporca” e caustica. Un artista da seguire con particolare attenzione nella sua amara “felicità”.

MONARCA X – Mutazione

Un breve Ep che ci introduce nel mondo del duo in maniera efficace. Un sound che abbraccia elettronica di sapore new wave, qualche pennellata trip hop e canzone d’autore. A tratti ricordano i Matia Bazar dei primi anni Ottanta ma la loro personalità è indefinibile e piuttosto originale. In attesa di un ascolto più corposo.

NODO PRUSIK – Transeunte

L’esordio del progetto solista di Elias Goddi è una piacevole sorpresa, soprattutto per l’originalità e personalità della proposta, difficile (e questo è un pregio) da collocare in qualche ambito preciso e circoscritto. L’approccio sonoro ci porta tra post punk e un’oscura forma di new wave, che si mischiano a canzone d’autore, Teatro degli Orrori. Il tutto si sviluppa in un clima di costante tensione, provocazione, testi all’insegna di un cupo esistenzialismo per un’opera di grande impatto e solidità compositiva. Più che ottimo.

OVO – Gemma

La band di Stefania Pedretti (Alos) e Bruno Dorella (Bachi da Pietra, Ronin, Sigillum S) prosegue il suo cammino negli inferi con undici brani spietati, in cui elettronica, noise, industrial, grind, estremismo sonoro, si avviluppano in un groviglio apocalittico. Atmosfere claustrofobiche, violente, disturbanti. Un progetto che si rinnova in continuazione su coordinate che non temono di sperimentare e andare “oltre”. Come sempre originali, unici, inimitabili.

MATT PASCALE & THE STOMPS – Home

Registrato a Los Angeles, negli studi del produttore Fabrizio Grossi, è un esordio che si segnala per le numerose sfaccettature del sound. Se le fondamenta poggiano sulla tradizione del blues più ruvido e viscerale, si aggiungono numerosi elementi a ridefinire l’insieme, con tocchi pop, rock, soul, un groove spesso funk. Una miscela efficace, coinvolgente e sincera che rende l’album più che riuscito, meritevole di considerazione e adeguati riconoscimenti.

FRANCESCO PIEROTTI – Strange Slightly Romantic Memories

Il contrabbassista e compositore Francesco Pierotti, accompagnato da Cosimo Boni (tromba), Giovanni Benvenuti (sax tenore), Francesco Zampini (chitarra) e Bernardo Guerra (batteria) affronta con piglio moderno un’ora di musica, suddivisa in otto brani autografi, in cui esplora varie anime jazz, da quelle più classiche a quelle contaminate (dal blues a momenti più free). Un lavoro accattivante, avvolgente, avvalorato dalla perizia tecnica degli esecutori.

THE ROOTWORKERS – Don’t Beat a Dead Horse

Ottimo esordio sulla lunga distanza per la band marchigiana, che conferma le sempre buone indicazioni dei (brevi) lavori precedenti. Ci portano nelle paludi del sud degli States, da dove esce un malefico e sporco blues, contaminato da rock, garage, soul. Jack White e i primi Black Keys apprezzerebbero, anche in virtù di una produzione eccellente che valorizza canzoni di alto livello compositivo e capacità esecutive perfettamente consone al contenuto. Band che sicuramente saprà esprimersi ancora meglio dal vivo. Bravissimi.

ROSGOS – In This Noise

Prosegue l’opera di grande spessore artistico di Maurizio Vaiani, che nel nuovo album abbraccia atmosfere plumbee e dolenti che guardano concettualmente a Mark Lanegan (e di riflesso al Nick Cave più introspettivo) ma che non disdegna richiami anche ai Radiohead. Un lavoro che si avvale di una grande cura esecutiva, di arrangiamenti scarni e minimali ma sempre efficaci e di un lirismo compositivo di alto livello.

SUBCONSCIO – Daimon

Il progetto Subconscio di Giulio Campaniello si manifesta in un riuscitissimo lavoro che abbraccia sonorità smooth soul, ritmiche hip hop, funk, elettronica, in chiave molto avvolgente, elegante, raffinata. L’ottima produzione ne esalta le qualità e rende i dieci brani (oltre a due brevi interludi) perfettamente fruibili e con un’ampia potenzialità commerciale.

SUBMEET – Codename ®

Secondo album per la band mantovana, attiva dal 2017 e che progressivamente ha spostato/evoluto il sound, dallo shoegaze iniziale, a orizzonti ben diversi e più estremi. Dieci brani ispirati alla struttura del ‘Decameron’ di Boccaccio all’insegna di un noise/industrial dai soventi richiami al punk ed elementi elettronici. Ricordano a tratti Swans e i loro predecessori Circus Mort. Sono tribali, minacciosi, abrasivi, eccessivi. Una temibile colonna sonora per questi cupi tempi.

SYDROJE’ – Lipper

La band cremonese torna dopo ben sedici anni dal precedente, secondo, album con un più che convincente nuovo lavoro, con otto brani potenti, aspri, ruvidi, prevalentemente affini al grunge e all’alt rock ma che introitano anche elementi cari a Afterhours o Verdena. Si avvertono esperienza, maturità e padronanza della materia, i brani scorrono veloci ed efficaci e rendono “l’ascolto”Lipper” un album di alto livello qualitativo.

TOTAL REVERENDS – s/t
Francesco Forni, chitarra e voce e Piero Monterisi, batteria, uniscono le forze (coadiuvati da un lungo stuolo di collaboratori) per un album di torrido rock blues che abbraccia tutto lo scibile dell’ambito, dalle chitarre Hendrixiane che si mischiano all’anima di altri grandi meno conosciuti (da Paul Kossof a Rory Gallagher) fino ad arrivare ad esperienze più recenti come Black Keys o Jack White che di quelle atmosfere hanno fatto tesoro. La perizia tecnica del duo rende merito al contenuto, perfettamente eseguito, con classe, gusto e la giusta attitudine. Più che ottimo.

ZEN CIRCUS – Il male

Una realtà consolidata come gli Zen Circus (una dozzina di album e più di 30 anni di attività) non ha più bisogno di conferme. Il nuovo album è un nuovo tassello di una lunga storia, progressivamente diventata inattaccabile artisticamente e che ha conquistato un solido posto nella scena musicale nostrana. “Il male” spazia nel mondo caro alla band, tra momenti aspri di stampo post punk e ballate caustiche e incisive come sempre. Una piacevole certezza.

VIDEO

ACCAME – Ti prendi il mio tempo, ACQUA DISTILLATA canta RIBALTAVAPORI – Selvatica (live), ALCHEMICA – Le Stelle Piangono, ALLERTA! – Marea, RIKY ANELLI – Ali sull’acqua, LEONARDO ANGELUCCI – Aeroplano, ASSALTI FRONTALI, 99 POSSE, IL MURO DEL CANTO – Fino all’ultimo respiro, AVA – Vida lenta vida loca, STEFANO ATTUARIO – Arianna, BARDOMAGNO – Valvassori del BardFolk, VERNON BARNARD x SHOLZ-Y – Night Life, BEATLESENIGALLIA feat Stefano Spazzi – Sogna, DOMENICO BINI (Feat. Elio & Mangoni) – Sta Andando Tutto Male, MASSIMILIANO BIONDI – Girls on film, BLACK SANGUE – Il cane, THE BLOODY BEETROTS – Killing Punk feat. Bob Vylan, BLUMOSSO – I fumi di Bangkok, ZARA BROADWAY – Happy Pill, BRUCHERO’ NEI PASCOLI – TVB, ROSITA BRUCOLI – Lasciamo papà, BEATRICE CAMPISI – Lassimi accussì, ANNACHIARA CECERE – Il mio presente, CENERE – Isole, FABRIZIO CLEMENTI – Beneath my feet, JULIA COCO ft. FCJ – Tremano le foglie prod. Savï , EMANUELE COGGIOLA – Essenziale, CRISTIANO COSA – Per non morire, CTRL+Z – Crossover, MARTA DEL GRANDI – Antarctica, DELTA V – Regole a Milano, DEPOOKAN – Talyesin Merlino, D!BASE – :::combattiamo, DISH-IS-NEIN – I Valori della Crisi, DON JIO – All I Wanna Do, STEFANO DONATO with ULRICH SANDNER & ARLO BIGAZZI – Si è chiuso il cielo, DUNE AURORA – Crocodile, ER PABLO – Fumo e malditesta, EDDA – La Diavoletto, EFEMERAL – Silent Hound, EFFENBERG ft Bianco – Sale Su Sale (Live Session), F3NIX – F3nix, ALAN FARRINGTON – A reason why, LEON FAUN – Polvere Da Sparo (Prod. Duffy) , FEARYTALES – In Tinta Caligine, THE FLOW – Black and White, ROSANNA FRATELLO – Profumo di pesca, GALLICCHIO – Cosa sai di me, GIO’S PROJECT (GIOVANNI ZUCCHI) – Synergy, GIOBIA – Vers Les Terres Rouges, THE GREAT DIVIDE – Maybe Not, ELIZABETH GREY – I’ll Follow You, JULIE’S HAIRCUT – Unit Circle, HAMMER – Qui non è Tik Tok, MATT HOWDEN & KEITH HOWDEN – Eolith, GIULIETTE KINTSUGI – Episodio 2, KRIS – Respiro, FRANCESCA INCUDINE – Sa Mastra, L’ALBERO – Fuga in Re, LAILA AL HABASH – Sahbi, LAST FIST HERO – Zero Nine Six Four , LAVU’ – Ci voleva, THE LIZARDS – Road, FRANCESCO LOCCISANO – Onde d’urto, LUKONE – Tutto da rifare, MAC PARAK – Quando c’era il Liga, TOMMASO MACHALA – Anche se non chiedi, MAIA – Grande (Feat. Vincenzo Salvia), MALAVOGLIA – Se finirà, MALOTA – Nermin, MAREA – Appuntamento, FEDERICA MARINARI – Libeccio, PRISCILLA MARVEL – Cuore di panna, MATTHEW – Hai lasciato qui ogni cosa, METAPHORIC MIND – Dark Side, SILVIA MEZZANOTTE – Ti pretendo, MONDO FREAKS – Put Your Hand In My Hand, MOOD – Yoda, MORMILE – Moquette Blu, MR.PIPOLI – Adrenalina pura, Nābu Pēra – Pithkias, NEOMI’ – Sit Back Baby, NIMBY – 3 ottobre, FABRIZIO NITTI – Vorrei abbracciarti ancora, NODO PRUSIK – Transeunte, NOT MOVING – But It’s Not, NOINDEX – Shiva, NOVEMBRE – Your Holocene, OKGIORGIO – I Played My Mixtape Somewhere in the Italian Mountains, OSEA CODEGA – Joy, ANDREA PACINI FEAT. GLORIA ZACCARIA – Adamo ed Eva, THE PAPER KITES – Every Town, PIOTTA feat Davide Toffolo – Ecchime, LEO RIZZUTO – Senza dire una parola, ROCCUZZO – Avrò cura di te, ROSSELLA – Filo rosso, ROBY ROSSINI & MELODY CASTELLARI – Due universi, VERENA SAMBO – Pioggia e temporale, SARASO – Sud Italia Freestyle, SASIO – Invincibile, SCORPIUS – Dietro al bar, SENHIT – Nectar, SIDE BBS – Bandida, SILVER – Nato morendo, SOFIA – Baddie Girl, SPACE – Come una fenice, SPAZIO X – Quo Vado?, FEDERICO STRAGA’ – E’ così, BRUCE SUDANO – Damn Lonely On The Road , SVIET MARGOT – I Kissed A Girl, TABASCOMENO – Echo, TALK TO HER – Dyve, THE MON – Mayhem, CRISTIANO TORRI – To My Soul, TOSELLO – Ci sarà un altro autunno, UNO&MEZZO – Piombo, VDV – Amore Clandestino, VERSAILLES – Serafica, VINTAGE VIOLENCE – Contro la società securitaria, WASABI – Gaia Goodbye, WODA WODA – Lady Mazikeen, J.D.WOODBINE – Mirror Mirror, ENRI ZAVALLONI – Sinfonia, ZIO PETER feat. Annerley & Dhany – Rise Up

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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