PABLITO EL DRITO – Lo spettro della droga
Pablito El Drito scrive un libro IMPORTANTE, ESSENZIALE, in cui ci apre le porte della percezione di ciò che è l’uso e la storia delle SOSTANZE.
In modo circostanziato, con cifre, riferimenti, date, dati.
Senza giudizi personali, illazioni, direzioni ideologiche.
Qui c’è la storia con tutti i suoi perché, le connessioni politiche e sociali, le contestualizzazioni temporali, le statistiche.
Soprattutto le lucide considerazioni.
La “droga” non è un fatto che riguarda solo chi le usa o i trafficanti.
Il destino dei paesi avanzati è legato indissolubilmente a quello dei paesi produttori.
In alcuni di questi le sostanze ufficialmente vietate sono ormai un mezzo di sussistenza fondamentale…la massa di danaro immessa nel circuito dai narcos ha contribuito in maniera decisiva all’uscita dalla spirale della crisi finanziaria (in Colombia nello specifico ma in tanti altri paesi).
Il traffico di droga potrebbe essere l’unica industria in espansione con poca o zero disoccupazione.
I proventi vengono reinvestiti solo parzialmente in attività illecite.
Il resto viene immesso nell’economia legale con il riciclaggio.
Il libro mette in luce l’uso e abuso delle varie sostanze nel corso delle epoche più recenti, vedi gli stimolanti ampiamente usufruiti dalle truppe nelle due guerre mondiali ma non solo, e dalle popolazioni, dove anfetamine e tranquillanti, legalmente disponibili, erano di consumo comune), le guerre (quelle dell’oppio tra inglesi e cinesi, ad esempio), lo sfruttamento delle guerre stesse per traffici illeciti (Afghanistan, Kosovo etc), sia da parte delle parti belligeranti sul campo che dalle “forze di pace”.
Il proibizionismo che consegna alle mafie il controllo dello spaccio (spesso in collusione con le autorità), la diffusione pianificata (suffragata da prove inconfutabili) per fiaccare i movimenti antagonisti e controculturali, di droghe che provocano dipendenza, l’assenza di politiche statali che le gestissero in maniera adeguata, delegandole a strutture private (vedi, in Italia, San Patrignano).
La ‘ndrangheta che passa da mafia locale, rozza e arcaica, a leader dello spaccio con un “fatturato” di 44 miliardi l’anno, radicata ovunque.
Si parla anche delle droghe nello sport, del dark web, nuova svolta nello spaccio, del realismo cocainico e del manicomio chimico in cui ormai (spesso inconsapevolmente) viviamo (“il vero manicomio oggi sono gli psicofarmaci”), fino alla dipendenza da internet e social (“FOMO, Fear Of Missing Out, paura di restare fuori, di perdere qualcosa se resto lontano dallo schermo dieci minuti”).
“Senza uno smartphone collegato 24 ore su 24 alla rete molte persone non sanno più vivere, esattamente come un tossico senza la droga da cui dipende”.
Da un chilo di coca pura, a 30.000 euro, si possono ricavare almeno quattro chili di sostanza, venduta al grammo 70/80 euro, moltiplicando l’investimento del grossista di dieci volte.
Non c’é altra merce al mondo che garantisca margini di profitto così alti come la cocaina.
E il consumo di sostanze non conosce crisi.
Essendo strumenti tecnologici le sostanze non conoscono qualità morali intrinseche.
Possono essere usate in maniera positiva, per migliorare la qualità della vita e aumentare il nostro potenziale o in maniera negativa, rendendoci schiavi e riducendo il nostro potenziale.
Il valore etico e pratico dell’utilizzo di qualsiasi sostanza dipende dal metodo di assunzione ma soprattutto dalla frequenza con cui si assumono.
Bisogna capire se il rapporto tra noi e le sostanze porta benefici o se invece diventa solo un ennesimo fattore di alienazione e autodistruzione.
Pablito El Drito
Lo spettro della droga
Agenzia X
260 pagine
15 euro
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