REA – Blu

Blu è una canzone che parla del bisogno che a volte abbiamo di salvarci da soli, per quanto le persone che ci vogliono bene possano starci accanto. La melodia e l’arrangiamento del pezzo sono piuttosto intimi e minimali per sottolineare la delicatezza di questi momenti.

È con questo nuovo brano intitolato Blu che Rea torna a sorprenderci.
In seguito all’uscita del suo EP di esordio Respiro, avvenuta la scorsa estate, dopo l’avventura televisiva ad Amici, è iniziato per la giovane artista un percorso fatto di fresche novità.
Questa canzone rappresenta il primo passo di questo cammino da lei intrapreso.
La melodia e l’arrangiamento del pezzo, scritto da Rea e leomeconi e prodotto da Ceckpoint, MARKA e Pietro Berchiatti, sono piuttosto intimi e minimali, con lo scopo di sottolineare la delicatezza e la malinconia dei momenti e delle sensazioni descritti nel testo.
In Blu, Rea racconta di come a volte, per quanto si possa essere circondati da persone che ci vogliono bene, abbiamo bisogno di salvarci da soli. “Non puoi salvarmi / non mi servi tu”, queste le parole che l’artista canta nel ritornello. I cambiamenti possono essere spaventosi, e non ci si può aspettare che vengano sempre accolti con facilità.
Quando si tratta di piantare le radici in una nuova casa, che sia di muri reali o di persone, è importante darsi del tempo.
Forzarsi non serve a niente, e in certi casi, neanche un aiuto esterno ci può cambiare quando si provano determinate sensazioni. Basta sapersi dare del tempo e armarsi di pazienza, per riordinare il proprio groviglio di
pensieri.
Rea intrattiene da sempre uno stretto legame con i suoi fan, con i quali non di rado nascono delle interessanti collaborazioni.
Tra queste, occorre sicuramente citare la copertina del brano in questione, che è stata realizzata con la partecipazione di Martina Resovaglio.
L’artwork, dominato – ovviamente – dai toni del blu, rappresenta la cantante seduta su un materasso dal lenzuolo stropicciato, con la testa chinata e nascosta tra le braccia.
Sulle sue gambe si arrampicano le radici di un arbusto che cresce al suo fianco e che si innestano al terreno: un chiaro riferimento al verso “dammi un po’ di tempo per metter radici in un posto”.
In un angolo, dei fogli di carta appallottolati, anch’essi citati nel testo: “tra fogli di carta dove cancellavo tutti i miei sbagli”.

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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