ROBERT PERONI Dove il vento grida più forte – I colori del ghiaccio – In quei giorni di tempesta
Robert Peroni è un esploratore e alpinista alto atesino che da decenni ha deciso di vivere in Groenlandia (dopo averla attraversata per 1.400 km senza equipaggiamenti tecnologici).
Della terra degli Inuit ha abbracciato la filosofia di vita, ne ha difeso il lento (purtroppo ormai sempre più veloce) declino, sopraffatti dal “progresso” che ne sta uccidendo storia, cultura, usanze.
Un processo che appare irreversibile e che emerge drammaticamente dalle pagine dei tre libri che ha pubblicato pochi anni fa.
Testi importanti, essenziali, una sorta di trilogia filosofica su un mondo che se ne va, nonostante una ricchezza umana, antropologica, storica, di valore immenso.
“(noi occidentali) abbiamo perso l’abitudine di ascoltare e assecondare i nostri istinti, il nostro lato primitivo.
Viviamo in luoghi troppo rumorosi per ascoltare i segnali del nostro io profondo…a volte la frenesia e l’accumulo tipici della vita contemporanea sono un meccanismo di difesa: riempiamo la nostra vita di oggetti e di impegni per tenere a bada le tenebre”.
La Groenlandia è un luogo in cui la natura COMANDA, in cui quando si alza il vento e arriva il “piterak” (tempesta con venti di forza inimmaginabile) o le temperature scendono a decine di gradi sottozero, l’uomo è costretto a constatare la sua piccolezza.
“Il progresso tecnologico ha assecondato la nostra arroganza.
Pensiamo di potere controllare tutto ma ogni volta scopriamo che LA NATURA E’ PIU’ FORTE DI NOI.
E lo sarà SEMPRE, non c’è modo di tenerla a bada”.
Lo SCIAMANESIMO (anch’esso in via di estinzione, “una risposta alle paure”) che ha regolato da sempre la vita degli Inuit.
“Nel nostro mondo, organizzato e tecnologico, tendiamo a escludere a priori tutto ciò che non è dimostrabile”.
La totale, ingenua, naif, disponibilità degli Inuit nei confronti del prossimo:
“Questo popolo sa sospendere il giudizio, gode di una PUREZZA INTATTA, è capace di stupirsi”.
E infine un aspetto ancor meno comprensibile per noi soggiogati da forme sempre più costrittive di regole auto imposte:
“Nella tradizione Inuit non c’è traccia di una forma di governo o di una qualsiasi autorità: ci si affidava alla discrezionalità degli uomini che stabilivano cosa era giusto o sbagliato.
Spesso si chiedeva agli anziani o agli sciamani di decidere ciò che andava fatto.”
Stupisce il coraggio di Peroni di attaccare un’istituzione inviolabile comeGreenpeace che con le sue campagne (più che legittime in altri luoghi) contro la caccia alla foca ha letteralmente affamato un popolo che su quell’animale basava il sostentamento.
Libri intensi, densi, importanti, sinceri, puri e duri.
Racconti, storie, persone, immagini.
Robert Peroni gestisce ora la Casa Rossa a Tasiilaq, nell’est della Groenlandia, nata per ospitare i giovani inuit che si trovavano in difficoltà economiche o psicologiche poi trasformata in un albergo per i turisti e che permette ai locali di avere un lavoro.
Un paio di interviste video:
https://www.youtube.com/watch?v=xCl1FurXE0w
https://www.youtube.com/watch?v=4tNaz9xvn_U
Il ROCK in GROENLANDIA ha espresso un gruppo interessante, i SUME’, attivi negli anni 70, autori di tre album di discreto rock con tinte prog e testi in lingua Inuit di protesta e denuncia contro le condizioni di sfruttamento del loro popolo.
https://en.wikipedia.org/wiki/Sum%C3%A9_(band)
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