Rolling Stones e la linguaccia più irriverente della storia del Rock

Nella storia del Rock la comunicazione ha sempre rivestito un ruolo fondamentale: immagini, abbigliamento, tagli dei capelli, accessori, hanno avuto lo stesso peso della musica nel determinare il successo di un gruppo o per raccontarne lo stile, la filosofia. Fin dall’inizio la grafica è stata determinante come corredo delle band e dei solisti, illustrando il mondo al di là dei suoni: le copertine dei dischi, di cui spesso parliamo in questa rubrica, ma anche le locandine e i biglietti dei concerti, diventano così gadget irrinunciabili.

I primi ad avere un simbolo riconoscibile furono, manco a dirlo, i Beatles e il loro esempio fu seguito, in tutti gli anni ’60 da molti altri gruppi che associarono il proprio nome a un marchio, trasformando l’insieme in un logo capace di ufficializzare i prodotti correlati, il merchandising.


Sicuramente non è il logo dei Beatles ad aver colonizzato e condizionato le menti dei fruitori; chi scrive è molto affezionata al logo degli Who, il primo a essere legato a una vera e propria moda, a un mondo giovanile, quello dei Mods, che utilizzarono il logo di questo gruppo come inconfondibile elemento di stile.

Ma è la linguaccia dei Rolling Stones ad aver infranto stili, mode ed epoche, arrivando intonso, amato e superutilizzato fino a oggi.

Forse non è la storia più originale del mondo, ma è sempre una bella storia e val la pena raccontarla, la famosa linguaccia è probabilmente destinata a sopravvivere alla band che l’ha adottata.

L’irriverente sberleffo, adottato dalla band di Mick Jagger negli anni Settanta, fu disegnato da John Pasche, ispirato dell’arte pop di Andy Warhol: fu Jagger in persona a commissionare il lavoro, suggerendo al grafico di utilizzare la lingua della dea indiana Kalì. Un’ottima idea che metteva insieme una smorfia sprezzante dell’autorità, ricordava la bocca di Mick Jagger e aveva una chiara connotazione sessuale. L’immagine compare per la prima volta sulla copertina del disco Stucky Fingers, del 1971, per intenderci quella realizzata da Andy Warhol con i due jeans che si aprono con la lampo e da allora non è mai più sparita, entrando a far parte della cultura pop del secolo scorso, accanto a marchi commerciali come Coca Cola o Chupa Chups, ma legato in modo indissolubile al suono, al mondo, alla storia pazza degli Stones.

Il disegno originale del logo, ancora di proprietà del grafico, è stato messo all’incanto Londra nel 2005, in una delle tradizionali aste di memorabilia rock organizzate dalla Cooper Owens, ed è stato acquistato per 92.500 dollari entrando a far parte del Victoria and Albert Museum.


Elena Miglietti

Giornalista, appassionata di Medioevo e pallavolo, scrive favole. Per Coop ha coordinato per diverso tempo la redazione piemontese del periodico Consumatori, essendo anche membro della redazione nazionale. Da anni racconta l'esperienza delle cooperative Libera Terra, che lavorano le terre confiscate alla malavita dell'entroterra corleonese. E' fra i promotori del S.U.S.A. Collabora con Radiocoop dal 2010.

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