SANDRO JOYEUX – Droit dans le mur

Un futuro che sembra lontano, ma che è già realtà.

Droit dans le mur, il nuovo videoclip di Sandro Joyeux, diretto da Francesco Tortorella utilizza l’intelligenza artificiale per raccontare un mondo contaminato, dove la plastica è diventata parte integrante della nostra esistenza.

Secondo i dati forniti da Legambiente, nel 2023 sono state prodotte 413,8 milioni di tonnellate di plastica e negli oceani se ne sono accumulate oltre 150 milioni tonnellate; la plastica costituisce inoltre tra l’80 e il 90% dei rifiuti marini e costieri, e rappresenta una minaccia globale per gli oceani e il pianeta tutto. Il videoclip sostiene l’attività di Legambiente in difesa del mare.

“La canzone nasce da una melodia scovata con l’ukulele mentre ero in viaggio – racconta Sandro Joyeux. I temi principali sono d’ispirazione mandinga, il modo lidio usato delle scale della kora e dai griot durante le loro declamazioni. Poi la frase “droit dans le mur” che mi girava in testa: è stato inevitabile raccontare della catastrofe ecologica in cui versa il nostro pianeta, e di cui la plastica è uno dei principali responsabili. L’incontro con Francesco Tortorella, e la sua idea di realizzare il videoclip con l’intelligenza artificiale ci è sembrato il giusto paradosso per raccontare il nostro andare “dritti contro il muro”. 

Il videoclip di Droit dans le mur non usa solo l’IA come strumento, ma la trasforma in metafora: un mondo costruito artificialmente per raccontarne un altro, altrettanto artificiale, quello in cui viviamo. Persone immerse in scenari familiari, sorrisi, gesti quotidiani. Ma qualcosa stona. Sullo sfondo, la plastica è ovunque, silenziosa e inarrestabile, trasforma l’ambiente e i corpi stessi in elementi di un ecosistema tossico. Non è più fantascienza, la plastica è nell’acqua, nel cibo, nei vestiti, nel nostro sangue. 

Girato in luoghi immaginari che evocano angoli reali del pianeta, Droit dans le mur mostra un futuro prossimo che è già il nostro presente e sottolinea un legame globale fatto di consumo sfrenato e indifferenza.

Un viaggio disturbante, che non lascia scampo: se continuiamo su questa strada, andremo a sbattere dritti contro un muro che noi stessi abbiamo costruito.

***

Dati sulla plastica forniti da Legambiente:

1.     Nel 2023 sono state prodotte 413,8 milioni di tonnellate di plastica (Plastics – The Facts 2024).

2.     Dal 1950, solo il ~10% dei rifiuti plastici è stato riciclato, il 14% incenerito e il 76% è finito in discariche o disperso nell’ambiente (Geyer, 2017).

3.     Ogni anno, tra 9 e 23 milioni di tonnellate di plastica finiscono in fiumi, laghi e oceani (Borrelle et al., 2020).

4.     Milioni di tonnellate di rifiuti raggiungono gli oceani ogni anno, causando problemi ambientali, economici e di salute.

5.     La plastica costituisce tra l’80 e il 90% dei rifiuti marini e costieri, una minaccia globale per gli oceani (UNEP, 2020).

6.     Nel marzo 2019, una balena nel Golfo di Davao (Filippine) è stata trovata morta con 40 kg di plastica nello stomaco.

7.     Oltre 150 milioni di tonnellate di plastica si sono accumulate negli oceani (Jambeck et al., 2015).

CREDITI

Droit dans le mur

Videoclip:
Concept, Direction & AI-Generated Visual: Francesco Tortorella – www.tortorella.art
Camera Operator (Playback Shots) – Stefano Urbanetti 

Audio:
Testo e musica di Alexandre Joyeux 

Musicisti
Sandro Joyeux: Vox, Guitar, Ukulele
Adriano Viterbini: Guitar, Bass
Fabio Rondanini: Drums 

Registrato nel 2023 a Roma. 

Prodotto da Sandro Joyeux e Giuliano Miniati
Produzione Artistica: Adriano Viterbini, Fabio Rondanini
Mix: Tommaso Colliva
Mastering: Carlo Madaghiele

Art-Work: Rethinking Plastic – Javier Jaén (javierjaen.com)
Cover Art: Riccardo Ferrara (riccardoferraradesign)

Booking & Management:
Davide Mancini: davide@musicastrada.it  +39  347 3381674
Giuliano Miniati: giuliano@musicastrada.it  +39 349 5958968

www.musicastrada.it

TESTO
Droit dans le mur 

On sait très bien qu’on va droit dans le mur
et on va droit dans le mur. Et on accélère…
On sait bien qu’on va droit dans le mur et ça fait froid dans le dos.
Une gigantesque île de plastiquequi dérive au beau milieu du Pacifique;
on dit qu’elle est aussi vaste quel’Australie.
Le septième continent, c’est la soupe de plastique.
On a pris les océans pour des poubelles, nos forêts des dépotoirs à lave vaisselle
partout sur les routes emballages et bouteilles.
Sans oublier bien sûr les accidents industriels.
Droit dans le mur, droit dans le mur
droit dans le mur, froid dans le dos.
Obsédés, obnubilés par nos délires suprémacistes
enivrés, galvanisés par nos poussées de fièvre consumériste
quelques décennies nous ont suffit
pour laisser une marque indélébile.
La langue est la meilleure et la pire des choses,
disait Ésope le grec dans sa prose.
Droit dans le mur et on va droit dans le mur.

Sandro Joyeux – biografia

Alexandre Joyeux Paganini nasce a Parigi nel 1978, mamma francese e papà italiano. Fin da piccolo sviluppa un legame viscerale con la musica: a sette anni è uno “scugnizzo”, libero di girare per Parigi e conosce a memoria la mappa della metro e le biblioteche dove si può ascoltare musica gratis. A dieci anni viene selezionato per il Coro della Radio Nazionale Francese (Maitrise de Radio France) e attraversa la Francia cantando nei teatri e nelle cattedrali dai gregoriani alla contemporanea, in russo, tedesco, latino, italiano. A quindici anni si iscrive al Conservatorio del IX distretto di Parigi per studiare solfeggio e trombone ma quando impara i primi accordi sulla chitarra se ne innamora. La sua prima passione è il Metal, ma ben presto il suo idolo assoluto diventa Bob Marley. A diciotto anni incontra per la prima volta suo padre e comincia a peregrinare tra la Francia e l’Italia in avventurosi viaggi in autostop o in vespa. Suona come artista di strada, sviluppando un approccio ritmico e percussivo alla chitarra che diventerà un suo marchio di fabbrica. Dal ‘97 anche il Marocco diventa una tappa fissa dei suoi viaggi: qui frequenta confraternite Gnawa e famiglie di musicisti berberi del Sud Est del paese. La folgorazione però è la musica del Mali: nel 2005 parte per Bamako con il sogno, che realizzerà, di conoscere Boubacar Traoré, altro suo “maestro” e fonte di ispirazione. In Mali apprende i primi rudimenti del dialetto Bambarà e pratica assiduamente con musicisti locali. Trasferitosi a Lille fonda i 100 Dromadaires, band di musica World con cui nel 2008 apre i concerti di Sean Kuti e Omar Sosa. Nel 2009 arriva a Roma dove presto diventa un piccolo caso grazie alle tantissime serate nei club underground della capitale e alle collaborazioni con i musicisti del Collettivo Angelo Mai e con Adriano Bono. Nel 2012 esce il suo primo disco “Sandro Joyeux”, etichetta MrFew, che vede la partecipazione di Daniele Sepe e Ilaria Graziano.  Nello stesso anno ha ideato l’“Antischiavitour”, un tour per sostenere i braccianti stagionali stranieri che lo ha portato a suonare in tanti luoghi simbolo dello sfruttamento del lavoro migrante in Italia tra i quali la tendopoli di Rosarno, il Gran Ghetto di Rignano e la baraccopoli di Borgo Mezzanone.

Nel 2013 è stato voce solista dell’opera “L’amore muove la Luna” scritta da Eugenio Bennato e messa in scena al Teatro San Carlo di Napoli. Ha fatto parte della band di Toni Esposito nelle edizioni 2012/2013 di “Pino Daniele – Tutta n’ata storia” per 12 concerti al Palapartenope di Napoli. Nel 2014 inaugura la sua collaborazione con il Comitato 3 Ottobre che ogni anno lo invita a Lampedusa come ospite musicale in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Nel 2015 è sul palco del Primo Maggio Roma. Nel 2016 presenta all’Auditorium Parco della Musica di Roma il suo secondo album “Migrant”, etichetta MrFew, che vede la partecipazione di Eugenio Bennato e Dean Bowman. Nel dicembre dello stesso anno va per la prima volta in Senegal, ospite del Festival Rythmes et Formes du Monde per tornarci anche l’anno successivo, avendo stabilito legami con molti musicisti di Dakar.

Nel 2017 è stato protagonista del #WithRefugeesTour patrocinato dall’UNHCR e con la collaborazione della Rete Nazionale Spar e di Radio Popolare, che lo ha portato a suonare nel C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto e in tantissimi progetti SPRAR lungo tutta la penisola oltre che per due edizioni sul palco del World Refugee Day Live promosso dall’UNHCR all’Arena del Visarno di Firenze. Nel 2018 torna a Dakar per approfondire la sua conoscenza del dialetto Wolof e della musica Mbalax. Nel 2021 è in Burkina Fasu dove mette su una band con musicisti locali per suonare all’Expo Yelba e nei live club di Ouagadougou, approfondendo la sua conoscenza del dialetto Dioulà, e praticando musica Wassoulou e Warba.

Nel 2023 è voce e chitarra in “Confians”, cover del brano dei Weather Report contenuta nel disco “Poema 15” di Daniele Sepe.

Nel 2024 ha pubblicato l’Ep “Jumua”, etichetta Musicastrada, prodotto da Adriano Viterbini e Fabio Rondanini.

Al momento vive tra Parigi e Palermo e lavora ai brani del suo prossimo disco mentre continua il Jumua Tour.  

Antonio Bacciocchi

Scrittore, musicista, blogger. Ha militato come batterista in una ventina di gruppi (tra cui Not Moving, Link Quartet, Lilith), incidendo una cinquantina di dischi e suonando in tutta Italia, Europa e USA e aprendo per Clash, Iggy and the Stooges, Johnny Thunders, Manu Chao etc. Ha scritto una decina di libri tra cui "Uscito vivo dagli anni 80", "Mod Generations", "Paul Weller, L’uomo cangiante", "Rock n Goal", "Rock n Spor"t, Gil Scott-Heron Il Bob Dylan Nero" e "Ray Charles- Il genio senza tempo". Collabora con i mensili “Classic Rock”, "Vinile" e i quotidiani “Il Manifesto” e “Libertà”. E' tra i giurati del Premio Tenco e del Rockol Awards. Da sedici anni aggiorna quotidianamente il suo blog www.tonyface.blogspot.it dove parla di musica, cinema, culture varie, sport e con cui ha vinto il Premio Mei Musicletter del 2016 come miglior blog italiano. Collabora con Radiocoop dal 2003.

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